LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Carta docente per educatori: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9895/2024, ha stabilito che anche il personale educativo dei convitti ha diritto a percepire la Carta docente. La Corte ha annullato la precedente decisione della Corte d’Appello, la quale aveva negato il beneficio basandosi sulla diversità delle funzioni tra docenti ed educatori. Secondo la Cassazione, gli educatori sono a tutti gli effetti parte del personale docente, come previsto dal CCNL Comparto Scuola, e sono soggetti a specifici obblighi formativi. Escluderli dal bonus costituirebbe una discriminazione ingiustificata, dato che la Carta docente è finalizzata a sostenere l’aggiornamento professionale di tutto il personale impegnato nel processo formativo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Carta Docente agli Educatori: La Cassazione Conferma il Diritto

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha finalmente chiarito un punto fondamentale per il mondo della scuola: anche il personale educativo ha pieno diritto a ricevere la Carta docente. Questa decisione, la n. 9895 del 2024, estende il bonus di 500 euro annui per l’aggiornamento professionale a una categoria di lavoratori finora esclusa, affermando un importante principio di non discriminazione e riconoscendo il valore della loro funzione all’interno del sistema formativo.

Il Contesto del Caso: Dal Tribunale alla Corte di Appello

La vicenda nasce dal ricorso di un’educatrice di un Convitto statale, alla quale il Ministero dell’Istruzione aveva negato il diritto a percepire il bonus. Inizialmente, il Tribunale le aveva dato ragione, riconoscendole il diritto. Tuttavia, la Corte di Appello aveva ribaltato la decisione, accogliendo le ragioni del Ministero.

Secondo i giudici di secondo grado, la Carta docente era strettamente legata all’obbligo di formazione ‘obbligatoria, permanente e strutturale’ previsto dalla legge 107/2015 (la c.d. ‘Buona Scuola’) specificamente per il personale docente. Poiché tale obbligo non era esplicitamente richiesto per gli educatori, e data la diversità tra la funzione didattica (tipica dei docenti) e quella educativa (propria degli educatori), la Corte d’Appello aveva concluso che non sussistesse il diritto al beneficio.

L’Estensione della Carta Docente: L’Analisi della Cassazione

La Corte di Cassazione ha smontato pezzo per pezzo la tesi della Corte d’Appello, accogliendo il ricorso dell’educatrice. Il ragionamento dei giudici supremi si basa su un’interpretazione coordinata delle norme di legge e del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL).

L’Inclusione nel Personale Docente

Il punto di partenza è il CCNL Comparto Scuola 2016-2018. L’art. 25 di tale contratto inserisce esplicitamente il ‘personale educativo dei convitti e degli educandati femminili’ all’interno della stessa area professionale del ‘personale docente’. Questa collocazione contrattuale non è una mera formalità, ma sancisce l’appartenenza a un unico macro-gruppo professionale, pur con funzioni diverse. La funzione educativa, come specificato dall’art. 127 del CCNL, partecipa a pieno titolo al processo di formazione ed educazione degli allievi, in un quadro coordinato con i docenti delle scuole frequentate dagli studenti.

L’Obbligo Formativo Anche per gli Educatori

La Cassazione ha poi smontato l’argomento principale della Corte d’Appello, ossia l’assenza di un obbligo formativo per gli educatori. Infatti, l’art. 129 del CCNL prevede che rientri nell’attività funzionale del personale educativo ‘la partecipazione ad iniziative di formazione e di aggiornamento’. Sebbene la formulazione sia diversa da quella usata per i docenti, l’obbligo formativo esiste ed è funzionale ai compiti assegnati. Di conseguenza, negare il sostegno economico per adempiere a tale obbligo (la Carta docente) crea una disparità di trattamento ingiustificata.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha rafforzato la propria decisione richiamando normative storiche che equiparano le due figure professionali. In particolare, l’art. 398 del D.Lgs. n. 297/1994 stabilisce che al personale educativo ‘si applicano le disposizioni concernenti lo stato giuridico ed il trattamento economico dei docenti elementari’. Se lo status giuridico ed economico è equiparato, non si comprende perché un beneficio economico finalizzato alla formazione, che è parte integrante dello status professionale, debba essere escluso.

La ratio della Carta docente è sostenere la formazione continua per migliorare la qualità del sistema educativo nel suo complesso. Escludere gli educatori, che svolgono un ruolo cruciale nella crescita umana, culturale e nella socializzazione degli allievi, sarebbe contrario a questo stesso obiettivo. Le loro competenze, prevalentemente nell’area psico-pedagogica, sono complementari a quelle didattiche e necessitano di costante aggiornamento. Pertanto, la differenziazione operata in precedenza non era ragionevole.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza rappresenta una vittoria significativa per tutto il personale educativo, che vede finalmente riconosciuto un diritto fondamentale. Le implicazioni sono immediate:

1. Estensione del Beneficio: Tutti gli educatori di ruolo dei convitti e degli educandati statali hanno diritto a ricevere la Carta docente.
2. Principio di non Discriminazione: Viene affermato con forza che, all’interno dell’area professionale docente, non possono essere create discriminazioni economiche basate sulla specifica funzione svolta, quando entrambe le figure sono soggette a obblighi formativi.
3. Valorizzazione Professionale: La decisione riconosce formalmente l’importanza del ruolo educativo come parte integrante e sinergica del processo formativo scolastico.

In conclusione, la Corte di Cassazione ha corretto un’interpretazione restrittiva della legge, allineando il diritto alla realtà contrattuale e funzionale del personale scolastico, e garantendo parità di trattamento a tutti i professionisti che contribuiscono alla formazione delle nuove generazioni.

Anche il personale educativo dei convitti ha diritto alla Carta docente?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il personale educativo rientra nell’area professionale del personale docente e ha obblighi formativi, pertanto ha diritto a ricevere il bonus per l’aggiornamento professionale.

Perché gli educatori sono stati equiparati ai docenti ai fini del bonus?
Perché il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) li inserisce nella medesima area professionale dei docenti e perché norme specifiche, come l’art. 398 del D.Lgs. 297/1994, equiparano il loro trattamento giuridico ed economico a quello dei docenti della scuola primaria. Inoltre, anche gli educatori sono soggetti a obblighi di formazione.

La diversità tra funzione educativa e funzione didattica è rilevante per escludere il bonus?
No. Secondo la Corte di Cassazione, sebbene le funzioni siano diverse, entrambe le figure professionali sono soggette a oneri formativi. La funzione educativa partecipa pienamente al processo di formazione degli allievi, quindi escludere gli educatori dal sostegno economico per l’aggiornamento sarebbe irragionevole e discriminatorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati