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Carta del docente: spetta anche ai precari, ecco perché

Una docente con contratti a tempo determinato si è vista negare la Carta del docente. Il Tribunale di Monza ha accolto il suo ricorso, stabilendo che l’esclusione dei precari dal beneficio di 500 euro annui per la formazione è discriminatoria e contraria al diritto dell’Unione Europea. Di conseguenza, ha condannato l’Amministrazione a erogare le somme dovute per gli anni scolastici contestati.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Carta del Docente anche ai Precari: Il Tribunale condanna il Ministero

Una recente sentenza del Tribunale di Monza ha riaffermato un principio fondamentale: la Carta del docente, il bonus di 500 euro per l’aggiornamento professionale, spetta anche agli insegnanti con contratti a tempo determinato. Questa decisione si allinea con l’orientamento consolidato della giurisprudenza europea e nazionale, condannando l’Amministrazione scolastica per aver agito in violazione del divieto di discriminazione. Analizziamo insieme i dettagli del caso e le importanti implicazioni di questa pronuncia.

I Fatti del Caso: La Richiesta di una Docente Precaria

Una docente, assunta con contratti a tempo determinato per gli anni scolastici 2022/2023 e 2024/2025, ha citato in giudizio il Ministero per vedersi riconoscere il diritto alla Carta del docente. L’Amministrazione, infatti, aveva sempre riservato questo beneficio ai soli docenti di ruolo, escludendo sistematicamente il personale precario. La ricorrente sosteneva che tale esclusione costituisse una palese discriminazione, in contrasto con le norme che impongono parità di trattamento nelle condizioni di impiego, inclusa la formazione.

Il Principio di Non Discriminazione e la Carta del Docente

Il cuore della questione risiede nel contrasto tra la normativa italiana (in particolare la L. 107/2015, che ha istituito la Carta) e il diritto dell’Unione Europea. La clausola 4 dell’Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, recepito dalla Direttiva 1999/70/CE, vieta qualsiasi trattamento meno favorevole per i lavoratori a termine rispetto a quelli a tempo indeterminato, a meno che non sussistano ragioni oggettive.

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con un’ordinanza del 18 maggio 2022, e successivamente la Corte di Cassazione italiana, con la sentenza n. 29961 del 2023, hanno chiarito in modo inequivocabile che non esistono ragioni oggettive per escludere i docenti precari dalla Carta del docente. La necessità di formazione e aggiornamento è identica, se non maggiore, per chi ha un rapporto di lavoro a termine.

Le Motivazioni della Decisione del Tribunale

Il Tribunale di Monza ha pienamente accolto le argomentazioni della ricorrente, disapplicando la normativa nazionale in contrasto con i principi europei. Il giudice ha sottolineato che l’obbligo di formazione, previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, non fa alcuna distinzione tra personale di ruolo e precario. Di conseguenza, anche gli strumenti per adempiere a tale obbligo, come la Carta del docente, devono essere accessibili a tutti.

Inoltre, la sentenza ha chiarito due punti procedurali molto importanti:
1. L’omessa domanda pregressa è irrilevante: L’Amministrazione non può difendersi sostenendo che la docente non avesse presentato una domanda formale in passato. Il diritto sorge con il contratto di lavoro, e una domanda sarebbe stata comunque respinta, dato che il sistema informatico escludeva a priori i precari.
2. Nessuna decadenza biennale: Il limite temporale di due anni per l’utilizzo delle somme non si applica ai docenti che sono stati illegittimamente esclusi dal beneficio. La decadenza, infatti, può operare solo per chi ha avuto la possibilità di esercitare il proprio diritto, non per chi ne è stato privato all’origine.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un’importante conferma per tutti i docenti precari. Il Tribunale ha accertato il diritto della docente a usufruire del beneficio economico di 500 euro per ciascun anno scolastico in questione, condannando l’Amministrazione a mettere a disposizione la somma complessiva di 1.000 euro tramite accredito sulla “Carta elettronica”. Questa pronuncia rafforza la tutela contro la discriminazione nel settore scolastico e apre la strada a numerosi altri ricorsi da parte di insegnanti che si trovano nella stessa situazione, consolidando un principio di equità e parità di trattamento essenziale per la valorizzazione di tutta la professione docente.

Un docente precario con un contratto fino al 30 giugno ha diritto alla Carta del Docente?
Sì, la sentenza conferma che la Carta del Docente spetta sia ai docenti con incarichi annuali fino al 31 agosto, sia a quelli con contratti fino al termine delle attività didattiche (30 giugno), in quanto l’esclusione costituisce una discriminazione vietata dal diritto dell’Unione Europea.

È necessario aver fatto domanda in passato per ottenere la Carta del Docente in sede giudiziale?
No, il giudice ha chiarito che il diritto non può essere negato a causa della mancata presentazione di una domanda a suo tempo, soprattutto perché il sistema informatico non avrebbe comunque consentito a un docente precario di completare la procedura, negando di fatto l’esistenza del suo diritto.

L’Amministrazione può rifiutare il pagamento per gli anni passati sostenendo che il beneficio è scaduto dopo due anni?
No, la sentenza stabilisce che la regola della decadenza biennale per i fondi non utilizzati non si applica a chi è stato illegittimamente escluso dalla possibilità di fruire del beneficio. Tale regola vale solo per chi ha avuto accesso alla Carta ma non ha speso le somme entro i termini.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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