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Carta del docente a precari: la guida completa

Una docente precaria ha citato in giudizio l’Amministrazione scolastica per ottenere la carta del docente, il bonus annuale di 500 euro per la formazione. Il Tribunale, richiamando i principi di non discriminazione dell’UE e le sentenze della Cassazione, ha riconosciuto il diritto della ricorrente. Tuttavia, ha accolto la domanda solo per due dei quattro anni scolastici richiesti, dichiarando prescritti i diritti per i primi due anni a causa del decorso del termine di cinque anni. La sentenza conferma quindi che la carta del docente spetta ai supplenti annuali, ma sottolinea l’importanza di agire tempestivamente per non perdere il diritto.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Carta del Docente anche ai Precari: Analisi di una Sentenza Decisiva

Una recente sentenza del Tribunale del Lavoro ha riaffermato un principio fondamentale: la carta del docente, il bonus di 500 euro per l’aggiornamento professionale, spetta anche agli insegnanti con contratti a tempo determinato. Questa decisione si allinea con un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato, che mira a eliminare le discriminazioni tra personale di ruolo e precario. Tuttavia, il caso esaminato introduce un elemento cruciale: la prescrizione del diritto. Analizziamo i dettagli della pronuncia per capire le implicazioni pratiche per i docenti.

I Fatti di Causa

Una docente con incarichi di supplenza annuale per gli anni scolastici dal 2017/2018 al 2020/2021 si è rivolta al giudice per ottenere il riconoscimento del suo diritto a usufruire della carta del docente. La ricorrente sosteneva che l’esclusione dei docenti precari dal beneficio violasse sia i principi costituzionali sia il principio europeo di non discriminazione tra lavoratori a tempo indeterminato e determinato.

L’Amministrazione scolastica si è difesa sostenendo, tra le altre cose, che il diritto per i primi due anni fosse ormai estinto per prescrizione e che, in ogni caso, il trattamento differenziato fosse giustificato da ragioni oggettive legate ai diversi obblighi formativi del personale di ruolo.

La Decisione del Tribunale e la Carta del Docente

Il Tribunale ha parzialmente accolto il ricorso. Ha riconosciuto il diritto della docente a ricevere il bonus per gli anni scolastici 2019/2020 e 2020/2021, condannando l’Amministrazione a erogare la somma complessiva di 1.000 euro.

Contemporaneamente, però, ha respinto la domanda per gli anni 2017/2018 e 2018/2019, accogliendo l’eccezione di prescrizione sollevata dall’Amministrazione.

Il Principio di Non Discriminazione

Il cuore della motivazione risiede nel contrasto tra la normativa nazionale (Legge 107/2015), che riserva il bonus ai soli docenti di ruolo, e il diritto dell’Unione Europea. Il giudice ha richiamato la Direttiva 1999/70/CE e le sentenze della Corte di Giustizia UE e del Consiglio di Stato, le quali hanno stabilito che escludere i docenti precari dal beneficio costituisce una discriminazione ingiustificata. L’aggiornamento e la formazione sono, infatti, un’esigenza comune a tutto il personale docente, funzionale a garantire la qualità dell’insegnamento.

La Questione Cruciale della Prescrizione

Il punto più interessante della sentenza riguarda la prescrizione. Il Tribunale ha chiarito che il diritto a ricevere la carta del docente si prescrive in cinque anni, e non in dieci. Il termine, definito dies a quo, non decorre da una generica data di consapevolezza del diritto, ma dal momento preciso in cui il diritto può essere esercitato. Per ogni anno scolastico, questo momento coincide con la data di stipula del contratto di supplenza.

Nel caso specifico, la richiesta formale (messa in mora) era stata inviata nel settembre 2024. A quella data, il termine di cinque anni per i contratti firmati nel 2017 e nel 2018 era già scaduto, determinando la perdita del diritto per quegli anni.

le motivazioni

La sentenza si fonda su un solido impianto giuridico che bilancia il riconoscimento di un diritto con le regole procedurali che ne disciplinano l’esercizio. Le motivazioni principali possono essere così sintetizzate:

1. Violazione del Diritto UE: La normativa italiana che esclude i precari dalla carta del docente viene disapplicata perché in contrasto con la clausola 4 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, che sancisce il principio di non discriminazione.
2. Natura del Beneficio: Il bonus non è considerato una retribuzione accessoria, ma un’obbligazione sui generis finalizzata a garantire il diritto alla formazione, essenziale per svolgere la prestazione lavorativa.
3. Applicazione della Prescrizione Quinquennale: Trattandosi di prestazioni da erogare periodicamente (annualmente), si applica la prescrizione breve di cinque anni prevista dall’art. 2948, n. 4, del Codice Civile.
4. Individuazione del Dies a Quo: Il momento da cui far partire il calcolo dei cinque anni è la data di stipula del contratto, poiché è da quel momento che sorge il diritto del docente a essere equiparato al personale di ruolo per quanto riguarda le condizioni di impiego, inclusa la formazione.

le conclusioni

Questa pronuncia offre due importanti conclusioni pratiche per i docenti precari:

* Diritto Confermato: Il diritto alla carta del docente per i supplenti con contratti annuali (al 30 giugno o al 31 agosto) è ormai un dato acquisito nella giurisprudenza.
* Attenzione ai Termini: È fondamentale agire tempestivamente. Per non rischiare di perdere il diritto, è necessario inviare una richiesta formale all’Amministrazione o avviare un’azione legale entro cinque anni dalla firma di ciascun contratto di supplenza. L’inerzia può costare la perdita del beneficio, anche se il diritto è pacificamente riconosciuto.

I docenti precari hanno diritto alla carta del docente?
Sì, la sentenza conferma che i docenti con contratti di supplenza annuali (con scadenza al 30 giugno o al 31 agosto) hanno diritto al bonus di 500 euro, in applicazione del principio europeo di non discriminazione.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere la carta del docente?
Il diritto a richiedere il bonus si estingue in cinque anni. Questo termine (prescrizione quinquennale) inizia a decorrere dalla data di stipula del contratto di lavoro per il relativo anno scolastico.

Cosa succede se un docente precario non fa richiesta in tempo?
Se la richiesta non viene formalizzata entro cinque anni dalla firma del contratto, il diritto si considera prescritto. Di conseguenza, un’eventuale azione legale verrebbe respinta per gli anni per cui il termine è già decorso, come avvenuto nel caso esaminato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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