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Canone non ricognitorio e TOSAP: cumulabilità chiarita

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 30778/2024, si è pronunciata sul rapporto tra il canone non ricognitorio per l’occupazione di suolo pubblico e la TOSAP. Un ente pubblico aveva richiesto a una società energetica il pagamento del canone, nonostante quest’ultima avesse già versato la TOSAP. La Corte ha stabilito che la Corte d’Appello ha errato nel considerare le somme non dovute. Ha chiarito che l’art. 63 del D.Lgs. 446/1997 non ha un effetto ‘assorbente’ sul canone, ma prevede una detrazione dell’importo del canone dall’importo dovuto per la TOSAP, e non viceversa. Pertanto, i due oneri possono coesistere e il calcolo del dovuto deve seguire il meccanismo di detrazione previsto dalla legge.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Canone non Ricognitorio e TOSAP: la Cassazione fa chiarezza sulla cumulabilità

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 30778 del 2024 affronta una questione di grande rilevanza per le società che occupano suolo pubblico e per gli enti locali: la coesistenza e il rapporto tra il canone non ricognitorio, previsto dall’art. 27 del Codice della Strada, e la Tassa per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche (TOSAP). La Suprema Corte, cassando la sentenza d’appello, ha fornito un’interpretazione cruciale dell’art. 63 del D.Lgs. 446/1997, smentendo l’idea di un’efficacia ‘assorbente’ di un onere rispetto all’altro.

I Fatti di Causa

Una società di distribuzione energetica citava in giudizio un Ente Pubblico Territoriale contestando la richiesta di pagamento del canone ex art. 27 del Codice della Strada per gli anni 2008, 2009 e 2010. La società sosteneva di aver già versato, per le medesime occupazioni di suolo pubblico, la TOSAP, sebbene in misura inferiore. In primo grado, il Tribunale rigettava la domanda della società. La Corte d’Appello, invece, accoglieva il gravame, dichiarando non dovute le somme richieste dall’ente. Secondo i giudici d’appello, l’art. 63 del D.Lgs. 446/1997, che disciplina il canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (COSAP, alternativo alla TOSAP), avrebbe un’efficacia ‘assorbente’ rispetto al canone previsto dal Codice della Strada, e la TOSAP pagata rappresenterebbe il ‘tetto massimo’ del prelievo. L’Ente Pubblico ha quindi proposto ricorso per cassazione avverso tale decisione.

La distinzione tra Canone non Ricognitorio e TOSAP

Per comprendere la decisione della Cassazione, è fondamentale distinguere la natura dei due oneri. La giurisprudenza ha costantemente ribadito che il canone non ricognitorio e la TOSAP (o COSAP) sono ontologicamente diversi:

* TOSAP/COSAP: È un tributo dovuto per la sottrazione di un’area pubblica all’uso collettivo, a prescindere dalla specifica utilità che ne trae l’occupante.
* Canone non ricognitorio (art. 27 c.d.s.): È il corrispettivo di una concessione amministrativa, ovvero una controprestazione per l’uso speciale e più intenso di un bene demaniale. È legato a un rapporto sinallagmatico tra la Pubblica Amministrazione e il concessionario.

Questa differenza sostanziale impedisce di considerare i due prelievi come perfettamente sovrapponibili o alternativi in assenza di una specifica previsione normativa.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Ente Pubblico, ritenendo ‘semplicistico’ l’assunto della Corte d’Appello secondo cui l’art. 63 del D.Lgs. 446/1997 avrebbe una valenza ‘assorbente’. L’analisi dei giudici di legittimità si è concentrata sull’interpretazione del terzo comma del citato articolo, il quale stabilisce che ‘dalla misura complessiva del canone ovvero della tassa […] va detratto l’importo di altri canoni previsti da disposizioni di legge, riscossi dal comune e dalla provincia per la medesima occupazione’.

Secondo la Cassazione, questa norma prevede un meccanismo di detrazione, non di assorbimento. In particolare, stabilisce che dall’importo dovuto a titolo di TOSAP (o COSAP) deve essere detratto l’importo del canone non ricognitorio (ex art. 27 c.d.s.) già corrisposto. La norma, quindi, non impedisce la coesistenza dei due oneri, ma ne regola il coordinamento per evitare una duplicazione del prelievo per la medesima componente. La Corte d’Appello ha erroneamente invertito i termini, considerando la TOSAP come un limite massimo e annullando la pretesa per il canone. La Cassazione chiarisce che il legislatore ha inteso la TOSAP come un prelievo potenzialmente ‘azzerabile’ se il canone concessorio già pagato è di importo pari o superiore, ma non il contrario. La pretesa dell’Ente per il canone ex art. 27 c.d.s. era quindi legittima, e il calcolo del dovuto avrebbe dovuto seguire la logica della differenza algebrica tra i due importi.

Conclusioni

La decisione della Cassazione riafferma un principio fondamentale: il canone non ricognitorio e la TOSAP sono istituti giuridici distinti e possono coesistere. La loro relazione non è di alternatività o assorbimento, ma di detrazione. La Corte d’Appello avrebbe dovuto calcolare la differenza tra quanto già riscosso a titolo di TOSAP e quanto dovuto per il canone concessorio per le stesse occupazioni, e non semplicemente annullare la richiesta dell’ente. Questa ordinanza fornisce un’indicazione chiara per la risoluzione di contenziosi simili, stabilendo che la presenza di un pagamento per la TOSAP non esclude di per sé l’obbligo di corrispondere il canone concessorio, ma incide unicamente sulla determinazione dell’importo finale dovuto all’ente impositore secondo le regole di detrazione fissate dalla legge.

Il canone non ricognitorio previsto dal Codice della Strada e la TOSAP sono cumulabili?
Sì, secondo la Corte di Cassazione i due oneri sono ontologicamente diversi e possono coesistere. Il primo è il corrispettivo di una concessione per un uso speciale del suolo pubblico, mentre la seconda è un tributo per la sottrazione del bene all’uso collettivo.

Come si gestisce il pagamento quando sono dovuti sia la TOSAP che il canone non ricognitorio per la stessa occupazione?
La legge (art. 63, co. 3, D.Lgs. 446/1997) prevede un meccanismo di detrazione. L’importo del canone non ricognitorio già versato deve essere detratto dall’importo complessivo dovuto a titolo di TOSAP. Non è corretto, come fatto dalla Corte d’Appello, considerare la TOSAP come un tetto massimo che assorbe e annulla il canone.

La Corte d’Appello aveva ragione a dichiarare non dovute le somme per il canone perché era già stata pagata la TOSAP?
No. La Corte di Cassazione ha definito questo ragionamento un ‘assunto semplicistico’. La Corte d’Appello avrebbe dovuto applicare il corretto meccanismo di detrazione per calcolare l’eventuale differenza dovuta, invece di annullare del tutto la richiesta di pagamento del canone non ricognitorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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