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Calcolo TFS: valido il servizio pre-ruolo in convenzione

La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai fini del calcolo TFS (Trattamento di Fine Servizio), deve essere considerato anche il periodo di lavoro svolto da un dipendente del settore sanitario in regime di convenzione, prima della sua immissione formale nei ruoli dell’Azienda Sanitaria. La decisione si fonda sul principio della continuità del rapporto di lavoro e sull’automatismo delle prestazioni previdenziali, respingendo la tesi dell’istituto previdenziale che voleva escludere tale periodo dal conteggio.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Calcolo TFS: Riconosciuto il Servizio Pre-Ruolo Svolto in Convenzione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per molti lavoratori del settore pubblico, in particolare quello sanitario: la validità del servizio pre-ruolo ai fini del calcolo TFS. La Suprema Corte ha confermato che il periodo di lavoro prestato in regime di convenzione, prima dell’immissione formale nei ruoli, deve essere pienamente conteggiato per la liquidazione, rafforzando il principio di continuità del rapporto lavorativo.

I Fatti del Caso: La Controversia sul Periodo di Servizio

La vicenda giudiziaria nasce dalla richiesta di un infermiere di vedersi riconosciuto, ai fini del trattamento di fine servizio, un lungo periodo di lavoro svolto presso un Policlinico Universitario dal 1978 al 1985. Questo servizio era stato prestato in base a una convenzione, prima che il lavoratore venisse formalmente inquadrato nei ruoli dell’Azienda Sanitaria Locale.

L’istituto previdenziale si era opposto a tale richiesta, sostenendo che una legge regionale della Campania del 1978, pur equiparando il trattamento economico tra personale in convenzione e personale di ruolo, non estendesse tale parità agli istituti previdenziali come il TFS. Secondo l’istituto, solo il servizio prestato dopo l’immissione in ruolo avrebbe dovuto concorrere al calcolo TFS.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione al lavoratore, portando l’istituto previdenziale a presentare ricorso in Cassazione.

La Decisione della Cassazione e il calcolo TFS

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso dell’istituto previdenziale, confermando le sentenze dei gradi precedenti. I giudici hanno stabilito in modo definitivo che il periodo di servizio svolto dall’infermiere in regime di convenzione doveva essere incluso nel calcolo TFS.

La decisione si basa su argomenti giuridici solidi che vanno oltre l’interpretazione della normativa regionale, richiamando principi fondamentali del nostro ordinamento in materia di lavoro e previdenza.

Le Motivazioni: Continuità del Rapporto e Automatismo delle Prestazioni

Le motivazioni della Corte si articolano su due pilastri fondamentali.

In primo luogo, i giudici hanno sottolineato che il passaggio dei dipendenti ospedalieri alle dipendenze delle unità sanitarie locali, a seguito della riforma sanitaria, non ha comportato un’interruzione della continuità del rapporto di lavoro. Pertanto, il servizio prestato in precedenza, anche se con una forma contrattuale diversa come la convenzione, deve essere considerato parte di un unico percorso lavorativo.

In secondo luogo, e in modo ancora più decisivo, la Corte ha richiamato il principio dell’automatismo delle prestazioni previdenziali, sancito dall’art. 2116 del codice civile. Questo principio stabilisce che il diritto del lavoratore alle prestazioni previdenziali è garantito per il solo fatto che il rapporto di lavoro sia esistito, a prescindere dall’effettivo versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. Tale regola, definita di portata generale, può essere derogata solo da una legge specifica che lo preveda espressamente, circostanza non riscontrata nel caso di specie.

La Corte ha inoltre precisato che la competenza a legiferare in materia di rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici e di trattamenti di fine servizio appartiene esclusivamente allo Stato, e non alle Regioni. Di conseguenza, l’argomentazione dell’istituto previdenziale, basata su una presunta limitazione derivante dalla legge regionale, è stata ritenuta infondata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza riveste una notevole importanza pratica. Essa consolida la tutela dei diritti previdenziali dei lavoratori, specialmente di coloro che hanno avuto percorsi lavorativi caratterizzati da periodi di precariato o da contratti atipici prima della stabilizzazione. La decisione riafferma che la sostanza del rapporto di lavoro prevale sulla forma e che le tutele previdenziali, come il TFS, devono coprire l’intera carriera lavorativa senza interruzioni fittizie. Per i lavoratori del comparto sanità e, per estensione, per tutti i dipendenti pubblici, questo significa una maggiore certezza nel veder riconosciuto ogni periodo di servizio ai fini della liquidazione.

Il periodo di servizio svolto in convenzione prima dell’assunzione formale vale per il calcolo del TFS?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che l’intero periodo di servizio prestato, anche in regime di convenzione presso un ente poi confluito nel Servizio Sanitario Nazionale, deve essere incluso nel calcolo del Trattamento di Fine Servizio.

Su quale principio giuridico si basa questa decisione?
La decisione si fonda principalmente sul principio dell’automatismo delle prestazioni previdenziali (art. 2116 c.c.), secondo cui il diritto alla prestazione sorge con l’esistenza del rapporto di lavoro, e sul principio della continuità del rapporto lavorativo, non interrotto dal passaggio del dipendente all’Azienda Sanitaria Locale.

Una legge regionale può limitare il diritto al TFS escludendo alcuni periodi di servizio?
No, la Corte ha chiarito che la regolamentazione del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici e del trattamento di fine servizio è di competenza legislativa esclusiva dello Stato. Una legge regionale non può quindi limitare o derogare a tali tutele.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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