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Calcolo TFS incarico dirigenziale: no al compenso extra

Un dipendente pubblico, a cui era stato conferito un incarico dirigenziale temporaneo, ha chiesto che il suo Trattamento di Fine Servizio (TFS) venisse calcolato sulla base della retribuzione più alta percepita per tale incarico. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo che il calcolo TFS per incarico dirigenziale deve basarsi sulla retribuzione della qualifica di appartenenza, data la natura precaria e temporanea della funzione dirigenziale che non modifica l’inquadramento stabile del lavoratore.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Calcolo TFS Incarico Dirigenziale: La Cassazione Nega il Compenso Extra

Un’importante ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, chiarisce le regole per il calcolo del TFS per un incarico dirigenziale temporaneo nel pubblico impiego. La Corte ha stabilito che la base di calcolo per il Trattamento di Fine Servizio non può includere la maggiore retribuzione percepita per un incarico dirigenziale temporaneo, ma deve fare riferimento allo stipendio della qualifica di appartenenza. Analizziamo insieme la vicenda e le motivazioni della Corte.

I Fatti di Causa: Il Funzionario e l’Incarico Superiore

Un funzionario pubblico, dipendente della Corte dei Conti, aveva ricevuto un incarico temporaneo come Dirigente di seconda fascia ai sensi dell’art. 19, comma 6, del D.Lgs. 165/2001. Per svolgere tale incarico, era stato collocato in aspettativa senza assegni dalla sua posizione di ruolo. Al momento del pensionamento, l’ente previdenziale ha liquidato il suo Trattamento di Fine Servizio (TFS) basandosi sull’ultima retribuzione percepita nella sua qualifica originaria, prima dell’aspettativa.

Il funzionario, ritenendo di avere diritto a un TFS calcolato sulla base dello stipendio, ben più elevato, percepito come dirigente, ha avviato una causa legale chiedendo il ricalcolo e il pagamento della differenza. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto la sua domanda, portando il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione sul Calcolo del TFS per l’Incarico Dirigenziale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del dipendente, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il principio cardine affermato è che l’incarico dirigenziale temporaneo, per sua natura, non modifica l’inquadramento giuridico del dipendente e, di conseguenza, non può influenzare la base di calcolo di un trattamento differito come il TFS, che è strettamente legato alla qualifica di appartenenza.

La Precarietà dell’Incarico Dirigenziale Temporaneo

I giudici hanno sottolineato che il conferimento di funzioni dirigenziali a personale non di ruolo, come previsto dall’art. 19 del D.Lgs. 165/2001, è una soluzione temporanea per coprire vacanze di organico. Questo meccanismo, privo di concorsualità, è caratterizzato da una intrinseca “temporaneità e precarietà”.

Di conseguenza, la maggiore retribuzione percepita durante l’incarico è un compenso per le superiori responsabilità assunte temporaneamente, ma non si trasforma nello “stipendio” legato alla qualifica stabile, che è l’unico parametro valido per il calcolo del TFS secondo la normativa di riferimento (art. 38 del d.P.R. 1032/1973).

L’Interpretazione delle Norme e il Ruolo della Riforma del 2011

Il ricorrente sosteneva che una modifica legislativa del 2011 (D.L. 138/2011), che ha introdotto un limite temporale (almeno tre anni di incarico) per la rilevanza ai fini pensionistici e del TFS, dovesse essere interpretata a contrario. A suo avviso, prima di tale norma, anche gli incarichi più brevi avrebbero dovuto essere considerati.

La Cassazione ha smentito questa interpretazione. Ha chiarito che la norma del 2011 non ha introdotto un regime più restrittivo, ma ha piuttosto ribadito e rafforzato un principio già esistente: evitare che incarichi dirigenziali brevi e conferiti in prossimità della pensione potessero essere utilizzati per gonfiare indebitamente i trattamenti di quiescenza. La finalità è quella di valorizzare trattamenti consolidati nel tempo e non quelli goduti solo “in limine della vita lavorativa stessa”.

le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un consolidato orientamento giurisprudenziale, che distingue nettamente tra la retribuzione corrente e la base di calcolo dei trattamenti differiti. Se da un lato il lavoratore ha diritto a un compenso adeguato per le mansioni superiori svolte (trattamento retributivo corrente), questo non implica un automatico adeguamento del trattamento di fine servizio. Il TFS è ancorato alla qualifica formale e allo stipendio tabellare corrispondente. Includere nel calcolo la remunerazione di un incarico temporaneo equivarrebbe a un “sostanziale aggiramento” delle norme sull’inquadramento del personale pubblico, realizzando di fatto gli effetti di una promozione che non è mai avvenuta secondo le procedure previste dalla legge.

le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio di rigore e coerenza nel sistema del pubblico impiego. La sentenza chiarisce che il calcolo del TFS per un incarico dirigenziale temporaneo deve essere effettuato esclusivamente sulla base della retribuzione legata alla qualifica di ruolo del dipendente. Le maggiorazioni economiche derivanti da incarichi temporanei, sebbene legittime come compenso per l’attività svolta, sono concettualmente isolabili e non entrano a far parte della nozione di “stipendio” utile ai fini previdenziali e di fine servizio. Questa decisione consolida la distinzione tra la carriera stabile di un dipendente e le assegnazioni funzionali temporanee, evitando disparità di trattamento e usi strumentali degli istituti normativi.

Il compenso per un incarico dirigenziale temporaneo rientra nel calcolo del Trattamento di Fine Servizio (TFS)?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la maggiore retribuzione percepita per un incarico dirigenziale temporaneo non rientra nella base di calcolo del TFS. Il calcolo deve essere effettuato sulla base dello stipendio relativo alla qualifica di appartenenza stabile del dipendente.

Perché la retribuzione di un incarico dirigenziale temporaneo è esclusa dalla base di calcolo del TFS?
È esclusa a causa della natura intrinsecamente temporanea e precaria dell’incarico, che non modifica l’inquadramento giuridico permanente del lavoratore. Il TFS è legato alla qualifica di ruolo e allo stipendio tabellare ad essa corrispondente, non ai compensi aggiuntivi per funzioni superiori svolte a tempo determinato.

La modifica normativa del 2011 ha cambiato le regole per il calcolo del TFS sugli incarichi precedenti?
No. Secondo la Corte, la norma introdotta nel 2011 (D.L. 138/2011) non ha creato un nuovo regime più restrittivo, ma ha piuttosto rafforzato un principio già esistente: impedire che incarichi di breve durata, specialmente se vicini al pensionamento, potessero essere usati per aumentare il valore del TFS o della pensione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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