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Calcolo TFR: MBO inclusi anche se incerti

Un lavoratore ha ottenuto l’inclusione dei bonus MBO (Management by Objective) nel suo calcolo TFR. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che i pagamenti erogati per diversi anni consecutivi, anche se legati a obiettivi aziendali incerti, non hanno natura ‘occasionale’ e devono quindi essere computati nella base di calcolo del trattamento di fine rapporto.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Calcolo TFR: anche i bonus MBO rientrano nella base imponibile

Il calcolo TFR è un tema di costante interesse per lavoratori e aziende. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 14242/2024, ha fornito importanti chiarimenti sulla computabilità dei premi MBO (Management by Objective) ai fini del trattamento di fine rapporto. La Suprema Corte ha stabilito che, anche se legati a obiettivi incerti e variabili, questi emolumenti non possono essere considerati ‘occasionali’ se erogati con una certa regolarità, e devono quindi essere inclusi nella base di calcolo.

I Fatti del Caso: La Controversia sul Bonus MBO

Un dipendente di una grande società di infrastrutture si era visto riconoscere dal tribunale di primo grado il diritto di includere nel calcolo TFR le somme percepite a titolo di MBO per un periodo di sei anni consecutivi, dal 2007 al 2012. La società, ritenendo questi bonus di natura puramente occasionale, aveva impugnato la decisione.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado. Secondo i giudici, l’emolumento non era occasionale perché previsto come parte variabile della retribuzione e strettamente collegato a fattori inerenti la prestazione lavorativa, come il raggiungimento di obiettivi, la permanenza in servizio e il rispetto del codice etico. La discrezionalità dell’azienda nell’ammettere o meno il lavoratore al programma MBO non era sufficiente, secondo la Corte, a far venire meno la natura non occasionale delle somme erogate.

Il Ricorso in Cassazione e la questione sul calcolo TFR

La società datrice di lavoro ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su un unico motivo: la violazione dell’art. 2120 del codice civile. La tesi difensiva sosteneva che il raggiungimento degli obiettivi individuali fosse solo una delle condizioni per l’erogazione del bonus. L’effettivo pagamento era subordinato ad altri elementi concorrenti, quali il raggiungimento degli obiettivi globali del Gruppo, l’approvazione del bilancio e l’assenza di violazioni del codice etico. La natura eventuale, imprevedibile ed incerta di questi fattori rendeva, a parere della ricorrente, i compensi MBO sporadici e occasionali, e quindi non computabili ai fini del TFR.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato in materia di calcolo TFR, basato sul criterio di ‘onnicomprensività’ introdotto dalla Legge n. 297/1982, che ha modificato l’art. 2120 c.c.

Il punto centrale non è più la ‘continuità’ o la ‘regolarità’ del compenso, ma la sua ‘non occasionalità’. Sono esclusi dal TFR solo gli emolumenti erogati per situazioni straordinarie, imprevedibili e fortuite, non collegate alla normale dinamica del rapporto di lavoro.

Secondo la Corte, anche un emolumento astrattamente incerto, come un bonus legato a obiettivi aziendali, perde il carattere di ‘occasionalità’ se, in base a una verifica ex post, risulta essere stato corrisposto per un tempo significativo (nel caso di specie, sei anni consecutivi). L’erogazione ripetuta nel tempo dimostra un collegamento stabile con la prestazione lavorativa, sufficiente a giustificarne l’inclusione nel TFR. La discrezionalità aziendale, inoltre, deve sempre essere esercitata secondo i canoni di correttezza e buona fede, non potendo trasformare un elemento retributivo strutturale in un evento fortuito.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Lavoratori e Aziende

L’ordinanza consolida un orientamento fondamentale per il diritto del lavoro. La decisione chiarisce che la valutazione sulla natura di un compenso ai fini del calcolo TFR deve essere fatta caso per caso, guardando alla sua effettiva erogazione nel corso del rapporto di lavoro. Se un bonus, pur definito come variabile e incerto, viene pagato per più anni, esso diventa parte integrante della retribuzione utile ai fini del trattamento di fine rapporto. Questo principio offre maggiore tutela ai lavoratori, garantendo che la loro liquidazione rispecchi in modo più fedele la retribuzione complessivamente percepita, e impone alle aziende una gestione più attenta e trasparente dei sistemi di incentivazione.

I bonus MBO (Management by Objective) devono essere inclusi nel calcolo del TFR?
Sì, secondo la Corte devono essere inclusi se vengono erogati con una certa frequenza nel tempo (nel caso specifico, per sei anni consecutivi), in quanto ciò esclude la loro natura ‘occasionale’, anche se l’erogazione è legata a obiettivi e a decisioni aziendali.

Cosa significa che un compenso è ‘occasionale’ ai fini dell’esclusione dal TFR?
Un compenso è considerato ‘occasionale’ solo se è collegato a ragioni aziendali del tutto imprevedibili e fortuite, e non quando è legato a eventi connessi al rapporto lavorativo o alla sua organizzazione, come il raggiungimento di obiettivi.

Il fatto che un bonus dipenda da fattori incerti come gli obiettivi aziendali lo rende automaticamente escluso dal TFR?
No. La Corte ha chiarito che anche un emolumento che presenta caratteri di incertezza, essendo legato a modalità di espletamento e valutazione della prestazione, non assume per questo connotati di ‘occasionalità’ se, di fatto, viene erogato per un tempo significativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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