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Calcolo TFR incarico dirigenziale: la Cassazione

Un funzionario comunale con incarico dirigenziale a tempo determinato ha chiesto il ricalcolo del TFR basato sullo stipendio più alto. La Cassazione ha negato, confermando che si tratta di rapporti di lavoro separati e che il calcolo TFR deve essere distinto per i due periodi, senza unificazione.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Calcolo TFR per Incarico Dirigenziale: Unico Rapporto o Carriere Separate?

Il conferimento di un incarico dirigenziale a tempo determinato a un funzionario già di ruolo crea spesso dubbi sul corretto calcolo del TFR (Trattamento di Fine Rapporto). Si tratta di una progressione di carriera all’interno di un unico rapporto lavorativo o di due percorsi distinti? La Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 21480 del 2024, ha fornito un chiarimento decisivo, stabilendo che i due rapporti restano separati, con conseguenze dirette sulla liquidazione.

Il Caso: Dalla Categoria D all’Incarico Dirigenziale a Termine

Un funzionario architetto, dipendente di un Comune dal 1984, ha ricevuto a partire dal 2004 una serie di incarichi dirigenziali a tempo determinato, ai sensi dell’art. 110 del D.Lgs. 267/2000 (Testo Unico degli Enti Locali). Durante questi incarichi, il dipendente era stato collocato in aspettativa senza assegni dal suo ruolo originario. Al momento della pensione, nel 2009, l’ente previdenziale ha liquidato due distinti trattamenti di fine servizio: uno per il periodo fino al 2004, basato sulla qualifica di funzionario, e un TFR per il periodo 2004-2009, relativo ai contratti a termine da dirigente.

Il lavoratore, ritenendo di aver avuto un unico e ininterrotto rapporto di lavoro con una semplice progressione di carriera, ha citato in giudizio l’ente previdenziale chiedendo il ricalcolo dell’intera buonuscita sulla base dell’ultima e più alta retribuzione dirigenziale. Mentre il Tribunale di primo grado gli ha dato ragione, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, ritenendo corretta la doppia liquidazione.

I Motivi del Ricorso: Una Carriera “Verticale” o Due Rapporti Distinti?

Il dipendente ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo due argomenti principali:

1. Unica Carriera: L’assunzione dell’incarico dirigenziale non avrebbe interrotto il rapporto di lavoro originario, ma avrebbe rappresentato una “progressione di carriera verticale” all’interno dello stesso. Di conseguenza, il TFR avrebbe dovuto essere unico e calcolato sulla retribuzione finale.
2. Illegittimità della Doppia Liquidazione: La coesistenza di due rapporti di lavoro subordinato con lo stesso datore sarebbe anomala e la liquidazione separata del TFR illegittima.

Il ricorrente ha inoltre tentato di sostenere che la sua nomina a dirigente fosse avvenuta tramite una procedura selettiva comparativa, assimilabile a un concorso pubblico, che avrebbe consolidato il suo inquadramento superiore.

Il Calcolo TFR per Incarico Dirigenziale secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d’Appello e la correttezza della doppia liquidazione. La pronuncia si basa su principi consolidati sia procedurali che di merito.

La Natura Separata dei Rapporti di Lavoro

La Suprema Corte ha ribadito che, secondo la sua giurisprudenza costante, l’incarico dirigenziale a tempo determinato conferito ai sensi dell’art. 110 del D.Lgs. 267/2000 non costituisce una trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Al contrario, dà origine a un nuovo e distinto contratto di lavoro subordinato a tempo determinato. Il rapporto originario non si estingue, ma viene sospeso tramite il collocamento in aspettativa. Se il dipendente non fosse andato in pensione, al termine dell’incarico dirigenziale sarebbe rientrato nel suo ruolo di funzionario.

L’Inammissibilità delle Nuove Questioni in Cassazione

Un punto cruciale della decisione riguarda l’inammissibilità della censura relativa alla presunta procedura selettiva. La Cassazione ha evidenziato che questa circostanza non era mai stata discussa nei precedenti gradi di giudizio. Introdurre nuovi temi di fatto nel giudizio di legittimità è vietato. Il ricorrente, per evitare questa sanzione processuale, avrebbe dovuto dimostrare (principio di autosufficienza del ricorso) in quali atti del processo di merito aveva già sollevato tale questione, cosa che non ha fatto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando la propria giurisprudenza consolidata. In particolare, ha sottolineato che la retribuzione percepita durante l’incarico dirigenziale a termine, sebbene più elevata, non può essere inclusa nella base di calcolo del Trattamento di Fine Servizio (TFS) relativo al rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Le norme che definiscono gli emolumenti utili ai fini del TFS (come l’art. 4 della L. 152/1968) sono tassative e non includono compensi derivanti da un distinto contratto a termine. Pertanto, la pretesa del lavoratore di unificare i rapporti ai fini della liquidazione è infondata. La decisione della Corte territoriale, che ha disatteso tale pretesa, è stata quindi giudicata conforme ai principi di diritto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza chiarisce in modo definitivo che per i dipendenti pubblici che accettano un incarico dirigenziale a termine ex art. 110 TUEL, si avranno due distinti percorsi lavorativi e, di conseguenza, due separate liquidazioni alla fine della carriera. La retribuzione più alta ottenuta durante l’incarico a termine non “contamina” la base di calcolo del trattamento di fine servizio del rapporto di lavoro originario a tempo indeterminato. Questa decisione rafforza la distinzione tra progressione di carriera interna al ruolo e l’assunzione di incarichi esterni, seppur con lo stesso datore di lavoro, sottolineando l’importanza della natura giuridica dei diversi contratti stipulati nel corso della vita lavorativa.

Un incarico dirigenziale a tempo determinato in un ente locale unifica il rapporto di lavoro precedente?
No, la Corte ha stabilito che si tratta di due rapporti distinti. L’incarico dirigenziale conferito ai sensi dell’art. 110, D.Lgs. 267/2000 non determina una progressione di carriera nel rapporto di lavoro a tempo indeterminato, ma si configura come un contratto a termine separato, durante il quale il dipendente è collocato in aspettativa.

Come si effettua il calcolo TFR per un incarico dirigenziale a tempo determinato?
Il calcolo del TFR (o TFS) deve essere effettuato separatamente. La liquidazione relativa al rapporto di lavoro a tempo indeterminato si basa sulla retribuzione di quella qualifica, mentre la liquidazione per il periodo dell’incarico dirigenziale si basa sulla retribuzione percepita durante tale contratto a termine.

La retribuzione più alta percepita durante l’incarico dirigenziale a termine influisce sul calcolo del TFR del rapporto di lavoro originario?
No. La giurisprudenza ha chiarito che la retribuzione percepita durante l’incarico dirigenziale a tempo determinato non rientra tra gli emolumenti utili per il calcolo del TFS del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, la cui base di calcolo è tassativamente definita dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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