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Calcolo pensione spettacolo: il tetto retributivo

Un lavoratore dello spettacolo ha richiesto il ricalcolo della sua pensione. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione di merito, stabilendo che si applica sia il termine di decadenza triennale per l’azione legale, sia uno specifico tetto retributivo che limita il calcolo pensione spettacolo per la “Quota B”, escludendo le retribuzioni eccedenti tale soglia.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Calcolo Pensione Spettacolo: la Cassazione fissa i paletti su decadenza e tetto retributivo

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sez. Lavoro, n. 31952 del 11/12/2024, offre chiarimenti cruciali sul calcolo pensione spettacolo, affrontando due questioni fondamentali: l’applicazione del termine di decadenza per le azioni giudiziarie e l’esistenza di un massimale pensionabile per la cosiddetta “Quota B”. La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, riformando la decisione dei giudici di merito e stabilendo principi di diritto destinati a influenzare numerose posizioni analoghe.

I fatti del caso: la richiesta di ricalcolo della pensione

Un lavoratore del settore dello spettacolo, titolare di una pensione a carico della gestione ex ENPALS, aveva avviato un’azione legale per ottenere la riliquidazione della sua pensione. In particolare, contestava il metodo di calcolo della “Quota B” (relativa alle anzianità maturate dopo il 1992) e del supplemento di pensione, sostenendo che si dovesse utilizzare la media “effettiva” delle migliori retribuzioni e non quella “ridotta” applicata dall’ente.

La Corte d’Appello aveva parzialmente accolto le sue ragioni. Aveva respinto l’eccezione di decadenza sollevata dall’ente previdenziale per la Quota B, ma l’aveva accolta per i ratei del supplemento pensionistico antecedenti all’azione legale. Sul merito, i giudici di secondo grado avevano ritenuto non applicabile il massimale pensionabile previsto da una normativa del 1971, in assenza di un esplicito richiamo nella disciplina specifica per i lavoratori dello spettacolo. Contro questa decisione, l’ente previdenziale ha proposto ricorso in Cassazione.

Il problema della decadenza nelle azioni di ricalcolo pensione

Il primo motivo di ricorso dell’ente verteva sulla violazione della norma che ha introdotto un termine di decadenza triennale per le azioni giudiziarie in materia previdenziale (art. 47 del d.P.R. 639/1970, come modificato nel 2011). L’ente sosteneva che l’azione del pensionato, avviata nel maggio 2016, fosse tardiva, in quanto il termine triennale doveva essere calcolato a partire dall’entrata in vigore della nuova legge, ovvero dal 6 luglio 2011.

L’importanza del massimale nel calcolo pensione spettacolo

Il secondo motivo di ricorso riguardava la questione centrale del calcolo pensione spettacolo: l’applicabilità del tetto retributivo. L’ente previdenziale ha sostenuto che, per i lavoratori dello spettacolo, esiste un limite alla retribuzione giornaliera pensionabile. Al di sopra di questa soglia, le aliquote di rendimento diventano decrescenti. Secondo l’ente, la Corte d’Appello aveva errato nel non considerare tale massimale, il quale rappresenta un elemento coessenziale della disciplina di favore riservata a questa categoria di lavoratori.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondati entrambi i motivi del ricorso.

Sul primo punto, relativo alla decadenza, la Suprema Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato (richiamando, tra le altre, la pronuncia delle Sezioni Unite n. 15352/2015). Ha affermato che il termine di decadenza introdotto nel 2011 si applica anche alle situazioni soggettive già esistenti, ma la sua decorrenza viene fissata a partire dall’entrata in vigore della nuova normativa (6 luglio 2011). Poiché l’azione giudiziaria era stata intrapresa ben oltre il triennio successivo a tale data, il diritto del pensionato a richiedere il ricalcolo si era estinto per decadenza.

Sul secondo punto, la Corte ha confermato, anche qui sulla base di recenti precedenti (Cass. n. 36056/2022 e n. 15651/2023), la piena applicabilità del massimale pensionabile. I giudici hanno chiarito che, ai fini del calcolo della “Quota B”, le retribuzioni giornaliere che superano il limite fissato dalla normativa specifica (art. 12, d.P.R. n. 1420/1971) non devono essere prese in considerazione. Questo tetto non è stato abrogato da leggi successive e costituisce un pilastro del sistema pensionistico per i lavoratori dello spettacolo, bilanciando i benefici concessi a tale categoria.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte d’Appello di Roma. Quest’ultima dovrà riesaminare il caso attenendosi a due principi di diritto vincolanti:
1. L’azione per il ricalcolo della pensione era soggetta al termine di decadenza triennale decorrente dal 6 luglio 2011.
2. Nel calcolo pensione spettacolo per la “Quota B”, si applica il massimale di retribuzione giornaliera pensionabile, con la conseguenza che le retribuzioni eccedenti tale limite non rilevano ai fini del calcolo.

Quando inizia a decorrere il termine di decadenza per le azioni di ricalcolo pensione introdotto nel 2011?
Secondo la Corte di Cassazione, per le situazioni pensionistiche già esistenti prima del 2011, il termine di decadenza triennale per le azioni giudiziarie decorre dalla data di entrata in vigore della legge che lo ha introdotto, ovvero dal 6 luglio 2011.

Nel calcolo pensione spettacolo, la retribuzione eccedente un certo limite viene considerata per la Quota B?
No. La Corte ha stabilito che per la determinazione della “Quota B” della pensione dei lavoratori dello spettacolo, le retribuzioni giornaliere superiori al limite fissato dall’art. 12 del d.P.R. n. 1420 del 1971 (e successive modifiche) non si prendono in considerazione.

La nuova normativa sulla decadenza si applica anche a prestazioni pensionistiche già liquidate prima della sua entrata in vigore?
Sì, la disciplina sulla decadenza si applica anche a situazioni soggettive già esistenti e a prestazioni già liquidate, ma il termine per agire inizia a decorrere solo dall’entrata in vigore della nuova legge e non retroattivamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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