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Buono pasto turno notturno: diritto confermato

La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di due infermieri a ricevere il buono pasto per il turno notturno. L’ordinanza stabilisce che, superate le sei ore di lavoro, il diritto alla pausa e al servizio mensa (o al buono sostitutivo) sussiste anche per i turni notturni. La Corte ha rigettato il ricorso di un’azienda ospedaliera che contestava la decisione della Corte d’Appello, ritenendo i motivi di ricorso inammissibili in quanto miravano a un riesame dei fatti già accertati.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Buono Pasto Turno Notturno: La Cassazione Conferma il Diritto dei Lavoratori

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione di grande rilevanza per molti lavoratori del settore sanitario: il diritto al buono pasto per il turno notturno. La decisione chiarisce che la pausa per il recupero psicofisico e il relativo servizio mensa, o buono sostitutivo, spettano a chiunque presti servizio per più di sei ore, indipendentemente dal fatto che il turno sia diurno o notturno.

I Fatti di Causa: La Battaglia degli Infermieri per il Pasto

La vicenda ha origine dalla domanda di due infermieri dipendenti di un’importante Azienda Ospedaliera. I lavoratori, impiegati come turnisti, avevano chiesto il riconoscimento del loro diritto a usufruire del servizio mensa, o in alternativa del buono pasto, anche durante lo svolgimento dei turni di notte. Inoltre, richiedevano il risarcimento per il mancato godimento della pausa di 30 minuti prevista per la consumazione del pasto.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva inizialmente respinto la loro richiesta, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione. I giudici di secondo grado avevano riconosciuto il diritto dei lavoratori, fondandolo su una combinazione tra le previsioni del Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) Sanità e la normativa generale sull’orario di lavoro (D.Lgs. 66/2003).

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte territoriale aveva stabilito che il diritto alla mensa è strettamente correlato al diritto a un intervallo non lavorato, sancito per legge quando l’orario giornaliero supera le sei ore. Questa pausa è finalizzata al recupero delle energie psicofisiche e alla consumazione del pasto. Di conseguenza, questo diritto si estende anche a chi presta servizio durante il turno notturno, senza distinzioni.

Il Ricorso in Cassazione dell’Azienda e la questione del buono pasto turno notturno

Insoddisfatta della sentenza d’appello, l’Azienda Ospedaliera ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su diversi motivi, sia procedurali che di merito. L’azienda sosteneva, tra le altre cose, che l’appello dei lavoratori fosse stato depositato in ritardo e che la Corte d’Appello avesse erroneamente interpretato la disciplina contrattuale aziendale, la quale, a suo dire, già garantiva il diritto alla mensa ai lavoratori notturni. Contestava, in sostanza, che vi fosse stato un inadempimento da parte sua.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso dell’Azienda Ospedaliera, dichiarando i motivi in parte inammissibili e in parte infondati.

In primo luogo, i motivi procedurali sollevati dall’azienda (presunta tardività e irregolarità della notifica) sono stati respinti. La Corte ha ritenuto il primo motivo inammissibile per difetto di autosufficienza, poiché l’azienda non aveva fornito elementi sufficienti a dimostrare la fondatezza della sua eccezione. Il secondo motivo è stato giudicato infondato.

Per quanto riguarda il cuore della questione, ovvero il diritto al buono pasto per il turno notturno, la Cassazione ha dichiarato inammissibili i motivi di ricorso. I giudici hanno chiarito che le censure dell’azienda non denunciavano una reale violazione di legge, ma si risolvevano in una critica all’accertamento dei fatti compiuto dalla Corte d’Appello. L’azienda, infatti, contestava la valutazione del giudice di merito circa l’inadempimento degli obblighi contrattuali relativi alla fruizione della mensa e del riposo. Questo tipo di valutazione, essendo un apprezzamento discrezionale del giudice di merito, non può essere sindacato in sede di legittimità se non per vizi specifici che, nel caso in esame, non erano stati nemmeno invocati.

Le Conclusioni: Cosa Cambia per i Lavoratori Turnisti?

L’ordinanza della Cassazione rafforza un principio fondamentale: il diritto alla pausa e al ristoro non dipende dall’orario in cui si svolge la prestazione lavorativa, ma dalla sua durata. Se il turno di lavoro supera le sei ore, il lavoratore ha diritto a una pausa di 30 minuti e al relativo servizio mensa o buono pasto, anche se lavora di notte. La decisione rappresenta una tutela importante per tutti i lavoratori turnisti, in particolare nel settore sanitario, dove i carichi di lavoro sono spesso intensi e il recupero psicofisico è essenziale per garantire la qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti e degli operatori stessi.

Un lavoratore che fa un turno notturno superiore a sei ore ha diritto alla pausa e al buono pasto?
Sì, la Corte ha confermato che il diritto alla pausa di 30 minuti e al servizio mensa (o buono pasto sostitutivo) sorge quando l’orario di lavoro giornaliero supera le sei ore, indipendentemente dal fatto che il turno sia diurno o notturno.

Cosa succede se il datore di lavoro non concede la pausa per il pasto?
Se il datore di lavoro non permette la fruizione della pausa, è tenuto al risarcimento del danno per il mancato godimento del riposo psicofisico, oltre a dover garantire il servizio mensa o il buono pasto.

Può un’azienda contestare in Cassazione l’accertamento dei fatti compiuto da una Corte d’Appello?
No, di norma non può. La Corte di Cassazione ha ribadito che non può riesaminare l’accertamento dei fatti (come la verifica di un inadempimento contrattuale), poiché questo compito spetta al giudice di merito. Il ricorso in Cassazione è ammesso solo per violazioni di legge o vizi procedurali specifici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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