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Assunzione senza concorso: quando è valida?

Una società di trasporti pubblici dichiarava nullo il contratto di un dirigente per assunzione senza concorso. La Cassazione ha confermato la validità del contratto, poiché la legge che impone le procedure selettive è entrata in vigore dopo la data di assunzione, condannando l’azienda al pagamento di tutte le retribuzioni maturate.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Assunzione senza concorso: la Cassazione chiarisce il principio ‘Tempus Regit Actum’

Un’importante ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 14751 del 2024, affronta il tema cruciale della validità di una assunzione senza concorso presso una società a partecipazione pubblica, chiarendo l’esatto momento in cui le norme imperative in materia diventano efficaci. La decisione sottolinea come un contratto di lavoro, stipulato prima dell’entrata in vigore di una legge che impone procedure selettive, non possa essere dichiarato nullo a posteriori.

I Fatti di Causa

Un dirigente, assunto nel settembre 2008 da una società di trasporti (poi fusasi in un’importante azienda pubblica), si è visto recapitare nel 2017 una comunicazione con cui l’azienda prendeva atto della “nullità del contratto di lavoro”. La motivazione addotta era la presunta violazione delle procedure selettive pubbliche. Di fatto, il lavoratore veniva estromesso dall’azienda.

Il dirigente ha impugnato tale atto, chiedendone la declaratoria di nullità o inefficacia e la conseguente reintegrazione nel posto di lavoro, oltre al pagamento di tutte le retribuzioni non percepite. Mentre il Tribunale di primo grado aveva respinto le sue richieste, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione. I giudici di secondo grado hanno infatti ritenuto che la norma che imponeva l’obbligo di concorso per le società pubbliche (l’art. 18 del d.l. n. 112/2008) fosse entrata in vigore il 22 ottobre 2008, ovvero sessanta giorni dopo la sua pubblicazione. Poiché l’assunzione del dirigente era avvenuta il 22 settembre 2008, quindi prima di tale data, il contratto era da considerarsi pienamente valido e legittimo. L’azienda ha quindi proposto ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte: l’Assunzione senza Concorso è Valida

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’azienda, confermando integralmente la sentenza d’appello. La decisione si fonda su un’analisi rigorosa del principio ‘tempus regit actum’, secondo cui la validità di un atto giuridico deve essere valutata sulla base delle leggi in vigore al momento del suo compimento.

Le Motivazioni

I giudici hanno chiarito alcuni punti fondamentali:

1. Entrata in Vigore della Norma: La Corte ha ribadito che la disciplina sul reclutamento nelle società in house è entrata in vigore solo al sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione della legge di conversione. Questo differimento non era casuale, ma rispondeva alla necessità di concedere alle società un ‘congruo spatium temporis’ per adeguare i propri sistemi di assunzione alla nuova normativa imperativa. Pertanto, la legge non poteva avere efficacia retroattiva e non poteva invalidare un contratto stipulato prima della sua piena operatività.

2. Natura dell’Atto Aziendale: La “presa d’atto della nullità” non è un licenziamento. Essendo stata esclusa la nullità del contratto, il rapporto di lavoro deve considerarsi come mai interrotto. Di conseguenza, il rifiuto dell’azienda di ricevere la prestazione lavorativa del dirigente configura un’ipotesi di mora credendi.

3. Inapplicabilità dell’Aliunde Perceptum: L’azienda aveva chiesto di detrarre dalle somme dovute eventuali guadagni percepiti dal lavoratore altrove (aliunde perceptum). La Cassazione ha respinto questa richiesta, spiegando che tale principio si applica solo in caso di risarcimento del danno per licenziamento illegittimo. Nel caso di specie, non si trattava di risarcire un danno, ma di corrispondere le retribuzioni dovute per un rapporto di lavoro ancora in essere. L’obbligo di pagamento deriva direttamente dal contratto e dalla mora credendi del datore di lavoro.

Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, riafferma un principio cardine del nostro ordinamento: la legge non dispone che per l’avvenire e non ha effetto retroattivo. Un’assunzione senza concorso è legittima se, al momento della sua stipula, non esisteva una norma imperativa che imponesse procedure selettive. In secondo luogo, traccia una netta distinzione tra l’estinzione del rapporto di lavoro (licenziamento) e la sua continuazione di diritto, chiarendo che le conseguenze economiche sono profondamente diverse. Per le aziende, la lezione è chiara: un’errata valutazione sulla validità di un contratto può portare alla condanna al pagamento di ingenti somme a titolo di retribuzioni, senza possibilità di ridurre l’importo in base a guadagni alternativi del lavoratore.

Una società a partecipazione pubblica può effettuare un’assunzione senza concorso?
Sì, può farlo se al momento della stipula del contratto non è in vigore una norma di legge che impone l’obbligo di procedure selettive pubbliche. La validità di un contratto si valuta in base alla legge esistente al momento della sua conclusione.

Se un datore di lavoro dichiara nullo un contratto, si tratta di un licenziamento?
No. La Corte ha chiarito che una “presa d’atto della nullità del contratto” non è qualificabile come un atto di licenziamento. Se un giudice accerta che la nullità non sussiste, il rapporto di lavoro si considera come mai interrotto.

In caso di illegittimo allontanamento, il datore di lavoro può detrarre gli stipendi che il lavoratore ha guadagnato altrove?
No. Se il rapporto di lavoro non è mai cessato e il datore di lavoro ha solo rifiutato la prestazione, si configura una mora credendi. L’obbligo è quello di pagare l’intera retribuzione, non di risarcire un danno. La detrazione di altri guadagni (aliunde perceptum) è prevista solo per il risarcimento del danno da licenziamento illegittimo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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