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Assunzione senza concorso: il passaggio di personale

Una nuova società pubblica di gestione rifiuti ha contestato il trasferimento di un dipendente proveniente da una precedente società, sostenendo che l’originaria assunzione senza concorso fosse illegittima. I tribunali di merito hanno convalidato il trasferimento, poiché le norme sul concorso pubblico non erano in vigore all’epoca dell’assunzione iniziale. La Corte di Cassazione, data la complessità della questione, ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione definitiva.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Assunzione Senza Concorso: La Cassazione Esamina la Legittimità del Trasferimento di Personale tra Società Pubbliche

Il tema dell’assunzione senza concorso nelle società a partecipazione pubblica è da sempre al centro di un acceso dibattito giuridico. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha riacceso i riflettori su una questione complessa: cosa succede quando un lavoratore, assunto anni fa da una società all’epoca non soggetta all’obbligo di concorso, viene trasferito a una nuova società pubblica? La nuova entità può rifiutare il trasferimento sostenendo l’illegittimità dell’assunzione originaria? La Suprema Corte, riconoscendo la delicatezza e la rilevanza della materia, ha scelto di non decidere immediatamente, rinviando la causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito.

I Fatti del Caso: Dal Vecchio al Nuovo Gestore del Servizio Rifiuti

La vicenda ha origine dalla transizione della gestione del servizio rifiuti in una provincia siciliana. Un lavoratore era stato assunto nel marzo del 2004 da una società d’ambito (la “Vecchia Società”), allora operante con natura prevalentemente privatistica. Anni dopo, a seguito di una riorganizzazione del settore, la Vecchia Società è stata posta in liquidazione e le sue funzioni sono state trasferite a una nuova Società per la Regolamentazione del Servizio (la “Nuova Società”).

Per gestire il passaggio del personale, è stato siglato un accordo di conciliazione che prevedeva la risoluzione del rapporto di lavoro con la Vecchia Società e il contestuale passaggio del dipendente alle dipendenze della Nuova Società. Quest’ultima, tuttavia, ha impugnato l’accordo, sostenendo che il trasferimento fosse illegittimo.

La Questione dell’Assunzione Senza Concorso nei Giudizi di Merito

Il cuore dell’argomentazione della Nuova Società si basava sull’idea che il trasferimento fosse nullo. Secondo la ricorrente, le leggi regionali sopravvenute (in particolare la L.R. n. 9/2010) condizionavano il transito del personale al fatto che l’originario rapporto di lavoro fosse stato costituito nel rispetto delle normative di riferimento, incluse le procedure di evidenza pubblica. Poiché l’assunzione del lavoratore nel 2004 era avvenuta in modo diretto, si trattava, a suo dire, di una assunzione senza concorso che viziava anche il successivo trasferimento.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno però respinto questa tesi. I giudici di merito hanno sottolineato un aspetto temporale decisivo: al momento dell’assunzione, nel 2004, né la normativa nazionale né quella regionale imponevano alla Vecchia Società, data la sua natura, di reclutare personale tramite concorso pubblico. Tale obbligo è stato introdotto solo successivamente, in particolare con il D.L. n. 112/2008 per le società a integrale partecipazione pubblica. Di conseguenza, l’assunzione originaria era da considerarsi pienamente legittima, e ciò rendeva valido anche il successivo trasferimento.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Investita della questione, la Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha ritenuto che la soluzione non fosse così scontata. I giudici supremi hanno evidenziato la presenza di una “questione di rilevanza nomofilattica”, ossia un dubbio interpretativo su norme di legge la cui risoluzione è fondamentale per assicurare un’applicazione uniforme del diritto su tutto il territorio nazionale.

Il dubbio principale riguarda l’interpretazione dell’articolo 19 della Legge Regionale n. 9/2010. La norma, secondo la Corte, è ambigua. Da un lato, sembra mirare a garantire la stabilità occupazionale, prevedendo il passaggio del personale dalle vecchie alle nuove società. Dall’altro, introduce condizioni, come il “rispetto della normativa di riferimento”, che potrebbero essere lette come un filtro per escludere i lavoratori la cui assunzione originaria non sia avvenuta tramite procedure selettive.

La Corte si interroga quindi su quale interpretazione debba prevalere: quella che favorisce un obbligo di assunzione quasi automatico per tutelare i posti di lavoro, o quella più rigorosa che permette alla nuova società di “selezionare” solo il personale assunto in origine secondo i canoni del pubblico impiego? Inoltre, la Cassazione ha messo in discussione la qualificazione del trasferimento come mera continuazione del rapporto di lavoro, come sostenuto dalla Corte d’Appello, aprendo la porta a una possibile riconsiderazione dell’intera operazione come una nuova assunzione soggetta a nuove regole.

Le Conclusioni

In considerazione della complessità dei dubbi interpretativi, dell’ambiguità delle norme regionali e dell’assenza di precedenti giurisprudenziali consolidati, la Corte di Cassazione ha stabilito che il caso non poteva essere risolto in una camera di consiglio. Pertanto, ha disposto il rinvio della causa a una pubblica udienza. Questa decisione non risolve il caso, ma lo affida a un contesto di discussione più ampio e approfondito, al termine del quale verrà presa una decisione che potrebbe avere importanti ripercussioni su tutti i casi simili di transizione del personale nel settore pubblico allargato. La parola definitiva sulla legittimità di queste operazioni di trasferimento è, quindi, ancora da scrivere.

Un’assunzione avvenuta prima dell’obbligo di concorso pubblico in una società poi divenuta a partecipazione pubblica può essere considerata illegittima?
Secondo i giudici di primo e secondo grado, no. Essi hanno ritenuto che la legittimità dell’assunzione debba essere valutata secondo le norme in vigore al momento in cui è avvenuta (nel 2004), quando non vi era alcun obbligo di procedura a evidenza pubblica per quel tipo di società.

Il passaggio di un dipendente da una società pubblica in liquidazione a una nuova società pubblica costituisce una ‘nuova assunzione’?
La Corte d’Appello ha qualificato il passaggio non come una nuova assunzione, ma come un rapporto privo di soluzione di continuità. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha ritenuto questa e altre questioni interpretative complesse e meritevoli di un approfondimento in pubblica udienza.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questa ordinanza?
Questa è un’ordinanza interlocutoria, non una decisione finale sul merito. La Corte, riconoscendo l’elevata complessità e la rilevanza della questione giuridica, ha deciso di rinviare la causa a una pubblica udienza per una trattazione più approfondita, senza quindi emettere un verdetto definitivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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