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Assunzione pubblico impiego: nullo senza concorso

Un giornalista, assunto da un ente regionale senza una procedura concorsuale pubblica, si era dimesso per giusta causa chiedendo la relativa indennità. La Corte di Cassazione ha confermato la nullità del rapporto di lavoro, in quanto l’assunzione pubblico impiego a tempo indeterminato deve inderogabilmente avvenire tramite concorso. Di conseguenza, è stato negato il diritto all’indennità, poiché un contratto nullo non può produrre tali effetti, riconoscendo al lavoratore solo il diritto alla retribuzione per l’attività effettivamente svolta.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Assunzione nel Pubblico Impiego: Senza Concorso il Contratto è Nullo

L’assunzione pubblico impiego è un tema cruciale regolato da principi costituzionali inderogabili. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 26849 del 2024, ribadisce un caposaldo del nostro ordinamento: l’accesso ai ruoli della Pubblica Amministrazione deve avvenire tramite pubblico concorso. La violazione di questa regola fondamentale comporta la nullità del contratto di lavoro, con conseguenze significative per i diritti del lavoratore, come l’esclusione dell’indennità per dimissioni per giusta causa.

I Fatti di Causa: Un Giornalista contro l’Ente Regionale

Il caso ha origine dalla vicenda di un giornalista che per anni aveva ricoperto incarichi di vertice presso l’ufficio stampa di una Regione, arrivando alla qualifica di Capo Ufficio Stampa. Ritenendosi discriminato e demansionato a favore di un collega con minore anzianità, il giornalista si era dimesso per giusta causa, agendo poi in giudizio per ottenere il pagamento dell’indennità sostitutiva del preavviso.

La domanda era stata rigettata in primo grado. La Corte d’Appello, riformando parzialmente la decisione, aveva accolto l’appello incidentale della Regione, dichiarando la nullità del rapporto di lavoro sin dall’origine. Il motivo? L’assunzione era avvenuta senza un previo concorso pubblico, requisito essenziale per la costituzione di un rapporto di lavoro subordinato con un ente pubblico.

La Questione dell’Assunzione Pubblico Impiego e il Ricorso in Cassazione

Il lavoratore ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo la legittimità del suo incarico sulla base della legislazione regionale vigente all’epoca dell’assunzione, che permetteva di avvalersi di giornalisti esterni. A suo avviso, le successive modifiche normative che imponevano limiti più stringenti non potevano avere effetto retroattivo su un rapporto già consolidato.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello. Il ragionamento dei giudici si fonda su principi cardine dell’ordinamento giuridico:

1. Il Principio Costituzionale del Pubblico Concorso: L’articolo 97 della Costituzione stabilisce che agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso. Questa regola, spiegano i giudici, è un principio fondamentale che garantisce imparzialità, efficienza e trasparenza nell’azione amministrativa. Non può essere derogata dalla legislazione regionale, nemmeno per figure professionali come i giornalisti.

2. Interpretazione delle Norme Regionali: Anche se la legge regionale dell’epoca consentiva di avvalersi di giornalisti ‘esterni’, questa facoltà doveva essere interpretata in modo costituzionalmente orientato. È ammissibile ricorrere a incarichi fiduciari esterni, ma solo se a tempo determinato e per esigenze specifiche. Nel momento in cui l’ente intende dotarsi di una posizione stabile e a tempo indeterminato, come nel caso di specie, la via del concorso pubblico diventa obbligatoria.

3. La Nullità del Contratto: L’assenza del concorso rende il contratto di lavoro nullo per violazione di una norma imperativa. La nullità, secondo l’articolo 1418 del Codice Civile, travolge il contratto fin dall’inizio, impedendogli di produrre gli effetti giuridici tipici di un rapporto di lavoro valido.

4. Effetti della Nullità: L’unica eccezione agli effetti della nullità è prevista dall’articolo 2126 del Codice Civile, che tutela il lavoro di fatto prestato. Ciò significa che il lavoratore ha diritto alla retribuzione per l’attività concretamente svolta, ma non può vantare altri diritti che derivano da un contratto valido, come l’indennità sostitutiva del preavviso in caso di dimissioni, anche se per giusta causa. Non essendoci un valido rapporto da cui recedere, non può sorgere il diritto a tale indennità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso in materia di assunzione pubblico impiego. Le conclusioni che se ne traggono sono chiare: un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con un ente pubblico, costituito senza concorso, è nullo. Questa nullità non è sanabile e impedisce al lavoratore di far valere i diritti tipici del rapporto di lavoro subordinato, ad eccezione del diritto alla retribuzione per il lavoro prestato. La decisione serve da monito sia per le pubbliche amministrazioni, che devono attenersi scrupolosamente alle procedure di selezione pubblica, sia per i lavoratori, che devono essere consapevoli dei rischi derivanti dall’accettare incarichi in violazione di tali norme.

Un contratto di lavoro con una Pubblica Amministrazione stipulato senza pubblico concorso è valido?
No, la Corte di Cassazione conferma che un contratto per una posizione stabile a tempo indeterminato nel pubblico impiego è nullo se non è preceduto da un pubblico concorso, come richiesto dall’art. 97 della Costituzione.

In caso di contratto di lavoro nullo con un ente pubblico, il lavoratore ha diritto all’indennità sostitutiva del preavviso se si dimette per giusta causa?
No. Un contratto nullo non può essere la base per pretese come l’indennità sostitutiva del preavviso. Secondo la sentenza, il lavoratore ha diritto unicamente alla retribuzione per l’attività lavorativa effettivamente svolta, in applicazione dell’art. 2126 del Codice Civile.

È possibile assumere giornalisti in un ente pubblico senza concorso?
Sì, ma solo a determinate condizioni. Secondo la sentenza, è possibile per incarichi a tempo determinato, basati su un rapporto fiduciario e finalizzati a un’integrazione temporanea delle competenze. Tuttavia, per istituire una posizione stabile e a tempo indeterminato, anche per un giornalista, la procedura del concorso pubblico è indispensabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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