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Assegno sociale stranieri: soggiorno lungo e diritto

Il Tribunale di Torino ha riconosciuto il diritto all’assegno sociale a un cittadino straniero, chiarendo che il possesso continuativo di un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo è prova sufficiente per soddisfare il requisito della residenza legale e continuativa di dieci anni in Italia. La sentenza ha stabilito che, una volta accertata la sussistenza dei requisiti sostanziali, l’iniziale diniego dell’ente previdenziale per una tardiva presentazione documentale non può precludere il diritto alla prestazione. Il caso in esame riguardava la richiesta di assegno sociale stranieri, e la decisione sottolinea l’importanza della storia dei permessi di soggiorno come elemento probatorio.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

L’Assegno Sociale Stranieri: quando il permesso di soggiorno fa la differenza

L’accesso alle prestazioni assistenziali rappresenta un pilastro del nostro sistema di welfare, ma per i cittadini stranieri l’iter può presentare ostacoli significativi. Una recente sentenza del Tribunale del Lavoro di Torino fa luce su un aspetto cruciale per l’ottenimento dell’assegno sociale stranieri: il requisito della residenza decennale continuativa e come il possesso di un permesso di soggiorno UE di lungo periodo possa costituire una prova determinante. Questa decisione offre importanti chiarimenti per chi si trova a navigare le complesse normative in materia di immigrazione e previdenza.

I Fatti del Caso: La Domanda Respinta

Un cittadino straniero, residente in Italia da quasi vent’anni, dopo aver compiuto 65 anni e trovandosi in una situazione di invalidità e privo di redditi, presentava domanda per l’assegno sociale. L’ente previdenziale respingeva la sua richiesta, motivando il diniego con la mancata trasmissione di documentazione integrativa richiesta, come la copia del passaporto precedente e certificazioni reddituali dal paese d’origine. Anche il successivo ricorso amministrativo veniva rigettato, poiché i documenti erano stati forniti oltre i termini procedurali.

L’Assegno Sociale Stranieri e il Requisito del Soggiorno Decennale

La normativa italiana subordina la concessione dell’assegno sociale a diversi requisiti. Oltre a quello anagrafico (65 anni di età, oggi 67) e reddituale, per i cittadini stranieri è fondamentale dimostrare di aver soggiornato legalmente e in via continuativa in Italia per almeno dieci anni. Questo requisito, introdotto per garantire l’esistenza di un legame effettivo e stabile con il territorio, è spesso il punto più difficile da provare.

La legge richiede inoltre il possesso di un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, un titolo che si ottiene dopo aver vissuto legalmente in Italia per almeno cinque anni. Come chiarito dalla Corte Costituzionale, questi due requisiti – soggiorno decennale e permesso UE – sono cumulativi e non alternativi.

La Prova della Residenza attraverso i Permessi di Soggiorno

Nel caso specifico, il Giudice ha ricostruito la storia del ricorrente in Italia basandosi sull’attestazione fornita dalla Questura. Era emerso che il cittadino era entrato in Italia nel 2005, ottenendo un primo permesso per ricongiungimento familiare, seguito da rinnovi costanti per vari motivi (famiglia, lavoro). Il punto di svolta è stato l’ottenimento, nel gennaio 2012, del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, successivamente aggiornato nel 2024.

Il Tribunale ha ragionato in modo lineare: l’ottenimento stesso del permesso di lungo periodo nel 2012 presuppone e certifica una residenza legale e continuativa nei cinque anni precedenti (dal 2007). Poiché il ricorrente ha mantenuto tale status ininterrottamente fino alla data della domanda amministrativa (gennaio 2023), il requisito del soggiorno legale e continuativo per almeno dieci anni era ampiamente soddisfatto.

La Decisione del Tribunale

Sulla base di queste considerazioni, il Tribunale ha accolto il ricorso, dichiarando il diritto del cittadino a percepire l’assegno sociale e condannando l’ente previdenziale al pagamento degli arretrati e degli interessi legali.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della motivazione risiede nel valore probatorio del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. Il Giudice ha sottolineato che, una volta conseguito, tale titolo costituisce un ‘elemento probatorio del soggiorno legale continuativo in Italia per 5 anni’. La continuità tra il primo permesso di lungo periodo del 2012 e il suo aggiornamento nel 2024 ha reso incontrovertibile il superamento della soglia dei dieci anni. La sentenza ha di fatto superato le eccezioni procedurali sollevate dall’ente previdenziale in fase amministrativa, concentrandosi sulla sussistenza del diritto sostanziale. Il fatto che i requisiti economici e anagrafici non fossero stati contestati in giudizio ha ulteriormente rafforzato la posizione del ricorrente. Il Tribunale ha ritenuto che, una volta provata la ricorrenza di tutti i requisiti di legge, il diritto alla prestazione dovesse essere riconosciuto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Cittadini Stranieri

Questa sentenza offre un’importante lezione pratica: per i cittadini stranieri che richiedono l’assegno sociale, la cronologia dei permessi di soggiorno è un documento fondamentale. Il possesso di un permesso UE di lungo periodo non solo è un requisito di per sé, ma funge anche da potente strumento per dimostrare la stabilità e la continuità della residenza in Italia. La decisione conferma che i tribunali tendono a guardare alla sostanza dei diritti piuttosto che a meri vizi procedurali avvenuti in fase amministrativa, specialmente quando sono in gioco prestazioni assistenziali essenziali. Per l’ente, invece, emerge l’obbligo di valutare con maggiore attenzione tutta la documentazione disponibile, senza trincerarsi dietro rigidi formalismi che possono ledere diritti fondamentali.

È sufficiente il permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo per dimostrare il requisito dei dieci anni di residenza per l’assegno sociale?
No, non è sufficiente da solo, ma è un elemento probatorio fondamentale. La sentenza chiarisce che il suo ottenimento certifica i 5 anni di soggiorno legale precedenti e, se mantenuto continuativamente, contribuisce in modo decisivo a provare il requisito del soggiorno decennale complessivo richiesto per l’assegno sociale.

Un ritardo nella presentazione dei documenti durante la fase amministrativa può precludere il diritto all’assegno sociale se i requisiti sussistono?
Secondo questa sentenza, no. Se in sede giudiziaria vengono provati tutti i requisiti sostanziali (età, reddito, soggiorno decennale), il diritto alla prestazione deve essere riconosciuto, anche se la domanda amministrativa era stata respinta per un ritardo nella produzione di documenti integrativi.

Da quando decorre il diritto all’assegno sociale se viene riconosciuto dal Giudice?
Il diritto decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda amministrativa, come stabilito dalla legge. In questo caso, essendo la domanda del gennaio 2023, il diritto è stato riconosciuto a partire dal 1° febbraio 2023.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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