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Assegno sociale: non conta il mancato mantenimento

La Corte di Cassazione ha stabilito che, per il diritto all’assegno sociale, si deve considerare lo stato di bisogno oggettivo di una persona, basato sui redditi effettivamente percepiti. La mancata richiesta di un assegno di mantenimento al coniuge in sede di separazione non può essere l’unico motivo per negare la prestazione. La Corte ha quindi annullato la decisione di merito che aveva negato il sussidio a una cittadina, rinviando il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Assegno Sociale: Lo Stato di Bisogno è Oggettivo, Irrilevante la Mancata Richiesta di Mantenimento

L’erogazione dell’assegno sociale è una misura fondamentale di sostegno per chi si trova in difficoltà economiche in età avanzata. Ma quali sono i criteri per valutarne il diritto? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale: lo stato di bisogno va valutato in base ai redditi effettivamente percepiti, e non su quelli che una persona avrebbe potenzialmente potuto ottenere. La mancata richiesta di un assegno di mantenimento al coniuge in fase di separazione non può, da sola, precludere l’accesso a questa prestazione assistenziale.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda una cittadina a cui era stato negato l’assegno sociale sia in primo grado che in appello. I giudici di merito avevano basato la loro decisione su un unico elemento: sebbene la signora avesse dichiarato redditi negativi, durante la sua separazione consensuale non aveva richiesto alcun assegno di mantenimento al coniuge, il quale disponeva di redditi sufficienti per poterglielo versare. Secondo la Corte d’Appello, questa omissione dimostrava l’assenza di un effettivo stato di bisogno, rendendo di fatto “colpevole” la sua condizione di indigenza.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Contro la decisione della Corte d’Appello, la donna ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali:
1. La violazione delle norme che regolano l’assegno sociale (art. 3, comma 6, L. n. 335/95) e del principio costituzionale di assistenza sociale (art. 38 Cost.). La ricorrente sosteneva che i giudici avrebbero dovuto considerare solo i suoi redditi effettivi, e non ipotizzare redditi non percepiti, per valutare il suo stato di incapienza.
2. Un errore procedurale relativo alla condanna al pagamento del doppio del contributo unificato, ritenuto non dovuto per la natura della causa.

Assegno Sociale e Stato di Bisogno: La Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendo fondata la tesi della ricorrente e assorbendo il secondo motivo. Gli Ermellini hanno ribadito un principio fondamentale, già consolidato in precedenti pronunce: ai fini del riconoscimento dell’assegno sociale, ciò che rileva è lo stato di bisogno considerato in modo oggettivo.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che lo stato di bisogno deve essere desunto dall’assenza di redditi o dalla loro insufficienza rispetto al limite massimo stabilito dalla legge. La scelta di non chiedere l’assegno di mantenimento durante una separazione è una decisione personale che non può, da sola, essere interpretata come prova dell’assenza di uno stato di necessità economica. Richiedere che tale stato di bisogno sia anche “incolpevole” è un requisito non previsto dalla norma.

I giudici di legittimità hanno cassato la pronuncia di merito proprio perché si basava esclusivamente su questo singolo elemento (la mancata richiesta di mantenimento), ignorando la dichiarazione di redditi negativi della donna. La Corte ha quindi rinviato la causa alla Corte d’Appello di Firenze, in diversa composizione, affinché proceda a un nuovo esame dei fatti attenendosi al principio di diritto enunciato.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela per le persone in condizioni economiche precarie. La decisione della Cassazione chiarisce che le valutazioni per la concessione dell’assegno sociale devono basarsi su dati concreti e oggettivi, ovvero i redditi realmente percepiti dal richiedente. Le scelte personali, come quella di non chiedere il mantenimento all’ex coniuge, non possono diventare un ostacolo per l’accesso a un diritto fondamentale, che mira a garantire un’esistenza libera e dignitosa a chi non ha mezzi sufficienti per provvedervi autonomamente.

La mancata richiesta di assegno di mantenimento al coniuge impedisce di ottenere l’assegno sociale?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata richiesta di mantenimento non è, di per sé, un elemento sufficiente a dimostrare l’assenza dello stato di bisogno necessario per ottenere l’assegno sociale.

Quale criterio si usa per determinare lo stato di bisogno per l’assegno sociale?
Il criterio da utilizzare è quello dello stato di bisogno oggettivamente considerato, che si desume dall’assenza di redditi o dall’insufficienza di quelli effettivamente percepiti, i quali devono essere inferiori al limite massimo stabilito dalla legge.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione accoglie un ricorso come in questo caso?
La Corte di Cassazione annulla (cassa) la sentenza impugnata e rinvia la causa a un altro giudice (in questo caso la Corte d’Appello in diversa composizione), il quale dovrà decidere nuovamente la questione applicando il principio di diritto affermato dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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