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Assegno personale: cosa entra nel calcolo?

Un dipendente pubblico, trasferito da un istituto soppresso a un Ministero, ha richiesto l’inclusione di bonus, contributi previdenziali e assicurativi nel suo assegno personale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l’assegno personale, garantito in questi passaggi, comprende solo le voci retributive fisse e continuative, escludendo elementi variabili come i premi di produttività o le componenti di welfare come i contributi a fondi pensione e polizze sanitarie.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Assegno personale: quali voci retributive sono tutelate nel passaggio tra amministrazioni?

L’assegno personale nel pubblico impiego è un istituto fondamentale per salvaguardare la retribuzione dei lavoratori in caso di mobilità o trasferimento presso un’altra amministrazione. Tuttavia, la sua composizione è spesso oggetto di contenzioso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 412/2024, ha fornito chiarimenti decisivi su quali voci debbano essere incluse, tracciando un confine netto tra componenti stabili e componenti variabili o di welfare.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un dipendente di un istituto pubblico per la promozione industriale, successivamente soppresso, transitato nei ruoli di un Ministero. A seguito del trasferimento, il lavoratore ha agito in giudizio per ottenere il riconoscimento di diversi elementi economici che percepiva in precedenza, chiedendo che fossero inclusi nel suo assegno personale riassorbibile. Nello specifico, le sue richieste includevano:

* Il riconoscimento dell’anzianità di servizio maturata.
* L’inclusione nell’assegno del 50% del premio di produttività.
* La quota dei contributi versati dal precedente datore di lavoro a un fondo di previdenza integrativa e a una cassa di assistenza sanitaria.
* Il controvalore di polizze assicurative per infortunio e morte.

La Corte d’Appello aveva respinto integralmente le richieste del lavoratore, sostenendo che la normativa speciale applicabile al caso (art. 7, comma 20, del D.L. n. 78/2010) tutela unicamente le “voci fisse e continuative” del trattamento economico, escludendo quelle di natura variabile o assistenziale.

La Decisione della Cassazione sull’Assegno Personale

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello, rigettando il ricorso del dipendente. I giudici hanno ribadito che la normativa speciale prevale sulle regole generali in materia di trasferimento dei lavoratori pubblici. Di conseguenza, il diritto alla conservazione del trattamento economico è limitato esclusivamente alle componenti che possiedono i requisiti di fissità e continuità.

Le Motivazioni

La Corte ha sviluppato il suo ragionamento su alcuni punti cardine:

1. Distinzione tra Trattamento Fondamentale e Accessorio: Il trattamento economico fondamentale è quello che remunera la prestazione “base” del dipendente (orario ordinario, professionalità media). Quello accessorio è legato a performance, obiettivi o condizioni di lavoro particolari. La garanzia della conservazione retributiva tramite l’assegno personale si concentra sugli emolumenti certi nell’esistenza (an) e nell’importo (quantum), che costituiscono il nucleo stabile della retribuzione.

2. Esclusione degli Elementi Variabili e di Welfare: Sulla base di questo principio, la Corte ha escluso le voci richieste dal lavoratore:
* Premio di produttività: Per sua natura, è legato a fattori variabili e non può essere considerato fisso e continuativo.
* Contributi a fondi pensione e casse sanitarie: Questi versamenti non hanno natura retributiva, bensì previdenziale e assistenziale. Servono a garantire tutele future e non a remunerare la prestazione lavorativa corrente.
* Polizze assicurative: Anche in questo caso, la finalità è assistenziale e non retributiva.

3. Limiti del Riconoscimento dell’Anzianità: La Cassazione ha chiarito che l’anzianità di servizio pregressa non può essere utilizzata per rivendicare una ricostruzione di carriera basata sulle regole del nuovo datore di lavoro. La sua tutela serve a salvaguardare i diritti economici già acquisiti e consolidati nel patrimonio del lavoratore al momento del trasferimento, non le mere aspettative di progressione futura.

Le Conclusioni

La pronuncia della Cassazione consolida un principio fondamentale per la gestione della mobilità nel pubblico impiego. L’assegno personale è uno strumento di garanzia che protegge il livello retributivo “stabile” del dipendente, ma non può essere esteso a includere elementi variabili, premi legati alla performance o benefici di natura previdenziale e assistenziale. Questa interpretazione restrittiva mira a bilanciare la tutela del lavoratore con le esigenze di omogeneità e sostenibilità dei trattamenti economici all’interno della nuova amministrazione di destinazione.

Quali elementi della retribuzione sono inclusi nell’assegno personale in caso di trasferimento tra pubbliche amministrazioni?
Secondo la Corte di Cassazione, nell’assegno personale sono incluse esclusivamente le componenti del trattamento economico fondamentale e accessorio che siano caratterizzate da ‘fissità e continuità’, ovvero quelle voci retributive certe sia nell’esistenza che nell’importo.

I contributi a fondi pensione e casse sanitarie versati dal precedente datore di lavoro rientrano nell’assegno personale?
No. La Corte ha stabilito che i contributi versati a fondi di previdenza integrativa o casse di assistenza hanno una natura previdenziale o assistenziale, non retributiva. Pertanto, sono esclusi dal calcolo dell’assegno personale, che tutela solo la retribuzione in senso stretto.

L’anzianità di servizio maturata presso il precedente datore di lavoro dà diritto a una ricostruzione di carriera nella nuova amministrazione?
No, l’anzianità pregressa non può essere usata per rivendicare ricostruzioni di carriera secondo le regole del nuovo ente. La sua tutela è limitata a salvaguardare i diritti economici già entrati nel patrimonio del lavoratore al momento del trasferimento, non le mere aspettative di futuri miglioramenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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