LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Assegno nucleo familiare: prova reddito per familiari

La Corte di Cassazione ha stabilito che per ottenere l’assegno per il nucleo familiare per i familiari residenti all’estero, il lavoratore straniero soggiornante di lungo periodo deve fornire la prova completa del reddito dell’intero nucleo familiare, inclusi i componenti non residenti in Italia. La mancata dimostrazione di tale requisito reddituale complessivo comporta il rigetto della domanda, in quanto costituisce un elemento essenziale per il riconoscimento del diritto al beneficio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Assegno Nucleo Familiare per Familiari all’Estero: L’Onere della Prova sul Reddito

L’accesso alle prestazioni sociali per i lavoratori stranieri è un tema di grande attualità. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sui requisiti per ottenere l’assegno nucleo familiare (ANF) quando parte della famiglia risiede all’estero. La Corte ha ribadito che l’onere di dimostrare il possesso di tutti i requisiti, in particolare quello reddituale complessivo, grava interamente sul richiedente.

I Fatti del Caso

Un lavoratore di origine senegalese, titolare di un permesso di soggiorno di lungo periodo in Italia, ha richiesto all’ente previdenziale il riconoscimento dell’assegno per il proprio nucleo familiare. La richiesta non riguardava solo il coniuge e i due figli residenti in Italia, per i quali già percepiva il beneficio, ma anche altri quattro figli residenti nel paese d’origine. La sua domanda si basava sull’applicabilità della direttiva comunitaria 2003/109/CE, che mira a garantire la parità di trattamento in materia di assistenza sociale.

Tuttavia, sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno respinto la sua richiesta. La ragione del diniego era chiara: il lavoratore non aveva fornito un’adeguata documentazione e allegazione riguardo al requisito reddituale riferito all’intero nucleo familiare, inclusi i membri residenti in Senegal.

La Questione Giuridica e il Requisito Reddituale

Il cuore della controversia legale verteva sull’interpretazione della normativa sull’assegno nucleo familiare e sull’estensione dell’onere della prova. Il ricorrente sosteneva che i giudici di merito avessero erroneamente interpretato la legge, richiedendo una prova (come un’autocertificazione dei redditi) non esplicitamente prevista dalla normativa per i familiari residenti all’estero. Invocava inoltre i principi di diritto europeo per sostenere la sua tesi.

I giudici, al contrario, hanno sottolineato come il possesso di un reddito familiare al di sotto di una certa soglia sia un elemento costitutivo del diritto a percepire l’assegno. Di conseguenza, è compito del richiedente dimostrare che il reddito complessivo di tutti i componenti del nucleo familiare, ovunque essi risiedano, rientri nei limiti stabiliti dalla legge.

L’onere della prova per l’assegno nucleo familiare

La normativa italiana (art. 2 del D.L. n. 69/1988, convertito in Legge n. 153/1988) stabilisce una duplice condizione per l’erogazione dell’assegno: l’effettivo svolgimento di un’attività lavorativa e la sussistenza di un requisito reddituale specifico. Quest’ultimo prevede che l’assegno non spetti se la somma dei redditi da lavoro dipendente, pensione o altre prestazioni previdenziali è inferiore al 70% del reddito complessivo del nucleo familiare. La mancanza di prova su questo punto è stata fatale per la richiesta del lavoratore.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile e infondato, confermando le decisioni dei giudici di merito.

Il primo motivo di ricorso, relativo alla violazione di legge, è stato respinto perché, in presenza di una “doppia decisione conforme” (cioè due sentenze di merito identiche nella valutazione dei fatti), non è possibile contestare in Cassazione l’accertamento fattuale, come la mancata dimostrazione del reddito. Nel merito, la Corte ha ribadito che la giurisprudenza consolidata impone al richiedente di provare la sussistenza di entrambe le condizioni, lavorativa e reddituale, per l’intero nucleo familiare.

Anche il secondo motivo, che lamentava l’omessa valutazione del fatto che il lavoratore già percepisse l’assegno per i figli in Italia, è stato giudicato irrilevante. La Corte ha spiegato che la decisione si fondava sulla mancata prova del reddito complessivo del nucleo, che include necessariamente anche i figli residenti in Senegal. La percezione parziale del beneficio non esonera dal dimostrare il requisito per l’intera famiglia.

Le Conclusioni

La sentenza rafforza un principio cardine in materia di prestazioni assistenziali: chi richiede un beneficio ha l’onere di dimostrare di possederne tutti i requisiti. Nel caso dell’assegno nucleo familiare per cittadini stranieri con familiari all’estero, questo significa fornire una prova chiara e completa del reddito di ogni singolo componente del nucleo, indipendentemente dal loro luogo di residenza. La decisione sottolinea che la mancanza di tale prova, essendo il requisito reddituale un elemento costitutivo del diritto, conduce inevitabilmente al rigetto della domanda.

Per ottenere l’assegno per il nucleo familiare per i figli residenti all’estero, è sufficiente dimostrare solo il proprio reddito in Italia?
No, non è sufficiente. Secondo la sentenza, il richiedente ha l’onere di dimostrare il reddito complessivo dell’intero nucleo familiare, inclusi i componenti che risiedono all’estero, poiché il requisito reddituale è un elemento costitutivo del diritto al beneficio.

Cosa significa “doppia decisione conforme” e quale effetto ha avuto in questo caso?
Significa che sia il tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello sono giunti alla stessa conclusione basandosi sulla stessa valutazione dei fatti. Questo principio ha precluso al ricorrente la possibilità di contestare davanti alla Corte di Cassazione l’accertamento dei fatti, come la mancata prova del reddito, limitando il ricorso alle sole questioni di diritto.

Il fatto che il lavoratore percepisse già l’assegno per i figli residenti in Italia cambia qualcosa ai fini della richiesta per quelli all’estero?
No. La Corte di Cassazione ha ritenuto questo fatto irrilevante ai fini della decisione. La questione centrale non era la percezione parziale del beneficio, ma la mancata dimostrazione del requisito reddituale per il nucleo familiare nella sua interezza, che doveva obbligatoriamente includere anche i figli residenti in Senegal.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati