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Assegno nucleo familiare: prova del reddito per stranieri

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un cittadino extracomunitario a cui era stato negato l’assegno per il nucleo familiare per mancata prova del reddito. La Corte ha stabilito che il reddito non è un mero parametro di calcolo, ma un elemento costitutivo del diritto. Pertanto, l’onere di provare tale requisito incombe su tutti i richiedenti, senza che ciò costituisca discriminazione, in applicazione del principio di parità di trattamento.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Assegno nucleo familiare: anche gli stranieri devono provare il reddito

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia di assegno nucleo familiare per i cittadini extracomunitari. La prova del reddito familiare non è un adempimento facoltativo né un mero fattore di calcolo, ma un requisito essenziale per ottenere la prestazione. Analizziamo la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I fatti del caso

Un lavoratore di nazionalità extracomunitaria, titolare di un permesso di soggiorno di lungo periodo, si era visto negare l’assegno per il nucleo familiare sia in primo grado che in appello. Il motivo del diniego era la mancata dimostrazione del requisito reddituale del suo nucleo familiare, residente nel paese di origine. Il lavoratore ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la richiesta di tale prova costituisse un onere eccessivo e discriminatorio rispetto ai cittadini italiani, violando il principio di parità di trattamento sancito dalla normativa europea.

Il reddito come requisito per l’assegno nucleo familiare

Secondo la tesi del ricorrente, il reddito familiare doveva essere considerato un semplice “fattore di calcolo” per determinare l’importo dell’assegno, e non un “elemento essenziale del diritto”. Di conseguenza, l’onere di dimostrarlo non poteva ricadere su di lui. La Cassazione, tuttavia, ha respinto categoricamente questa interpretazione.

I giudici hanno chiarito che, ai sensi della normativa vigente (d.l. n. 69/1988), il reddito del nucleo familiare è un elemento costitutivo del diritto alla prestazione. Nello specifico, la legge stabilisce che l’assegno non spetta se la somma dei redditi da lavoro dipendente (o assimilati) è inferiore al 70% del reddito complessivo della famiglia. Questo significa che la verifica del reddito è un passaggio preliminare e indispensabile per stabilire se il diritto all’assegno esista o meno.

le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione sul principio generale dell’onere della prova, codificato all’art. 2697 del codice civile. Tale norma stabilisce che chiunque voglia far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento. Poiché il requisito reddituale è un elemento costitutivo del diritto all’assegno nucleo familiare, spetta al richiedente – chiunque esso sia – fornirne la prova.

La Corte ha inoltre smontato l’argomentazione sulla presunta discriminazione. Affermare che un cittadino extracomunitario non debba provare il proprio reddito, a differenza di un cittadino italiano o comunitario, creerebbe una disparità di trattamento ingiustificata. Anziché violare il principio di parità, la richiesta di prova del reddito a tutti i richiedenti ne garantisce la piena attuazione. Esentare il lavoratore straniero da questo onere gli conferirebbe un vantaggio indebito, ponendolo in una posizione più favorevole rispetto agli altri.

le conclusioni

In conclusione, la Cassazione ha stabilito che la disciplina sull’assegno nucleo familiare impone a tutti, senza distinzione di nazionalità, di dimostrare la sussistenza dei requisiti reddituali. Questa decisione conferma un orientamento giurisprudenziale consolidato e sottolinea che il principio di parità di trattamento non può essere invocato per eludere gli oneri probatori previsti dalla legge. Per i cittadini extracomunitari che intendono richiedere la prestazione, ciò significa che è essenziale raccogliere e presentare tutta la documentazione idonea a certificare il reddito complessivo del proprio nucleo familiare, anche se residente all’estero.

Un cittadino extracomunitario deve provare il reddito del suo nucleo familiare per ottenere l’assegno?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la prova del requisito reddituale è un onere che spetta a tutti i richiedenti, inclusi i cittadini extracomunitari, poiché il reddito è un elemento costitutivo del diritto alla prestazione.

Il reddito familiare è solo un parametro per calcolare l’importo dell’assegno?
No, la Corte ha specificato che il reddito non è un mero fattore di calcolo, ma un elemento essenziale per l’esistenza stessa del diritto. Se non si soddisfano le condizioni reddituali previste dalla legge, il diritto all’assegno non sorge.

Richiedere la prova del reddito a un cittadino extracomunitario è una forma di discriminazione?
No. Secondo la Cassazione, richiedere la prova del reddito a tutti i richiedenti, indipendentemente dalla nazionalità, garantisce la parità di trattamento. Esentare il cittadino extracomunitario da tale onere creerebbe, al contrario, una disparità ingiustificata a suo favore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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