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Assegno nucleo familiare: prova del reddito essenziale

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha rigettato il ricorso di un lavoratore straniero per il riconoscimento dell’assegno nucleo familiare. La decisione si fonda sulla mancata prova del requisito reddituale dell’intero nucleo, inclusi i familiari residenti all’estero. La Corte ha chiarito che la dimostrazione del reddito complessivo non è una mera condizione per l’erogazione, ma un elemento costitutivo del diritto stesso, il cui onere probatorio grava interamente sul richiedente.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Assegno Nucleo Familiare: La Prova del Reddito è un Requisito Indispensabile

L’ottenimento dell’assegno nucleo familiare (ANF) è subordinato a requisiti precisi, tra cui la dimostrazione del reddito complessivo di tutta la famiglia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: l’onere di provare tale reddito, anche per i familiari residenti all’estero, spetta interamente al lavoratore richiedente. In assenza di tale prova, il diritto alla prestazione non sorge.

I Fatti di Causa

Un lavoratore di cittadinanza senegalese, titolare di un permesso di soggiorno di lungo periodo, aveva richiesto il riconoscimento dell’assegno per il nucleo familiare per il periodo dal 2013 al 2019. La sua domanda era stata respinta sia in primo grado dal Tribunale sia successivamente dalla Corte d’Appello.

La motivazione di entrambi i rigetti era la medesima: il lavoratore non aveva fornito una prova adeguata del reddito complessivo del suo nucleo familiare, che includeva membri residenti nel paese d’origine. I giudici di merito hanno ritenuto che la semplice presentazione della dichiarazione dei redditi personale (Modello 730) non fosse sufficiente a dimostrare il possesso dei requisiti di legge, in quanto non attestava i redditi dell’intero nucleo.

Il Ricorso in Cassazione e l’Assegno Nucleo Familiare

Il lavoratore ha impugnato la decisione della Corte d’Appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo un’errata interpretazione della normativa italiana (in particolare l’art. 2 della L. 153/88) e una violazione dei principi del diritto europeo. A suo avviso, il requisito reddituale doveva essere considerato una mera condizione per l’erogazione dell’assegno e non un elemento costitutivo del diritto stesso. Sosteneva, inoltre, che non fosse richiesta un’autocertificazione dei redditi familiari non prevista dalla normativa specifica sull’ANF.

La Decisione della Corte: Motivazioni di Inammissibilità e di Merito

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso in parte inammissibile e in parte infondato, confermando le decisioni dei gradi precedenti.

In primo luogo, ha ritenuto inammissibile la censura relativa alla valutazione delle prove documentali. La contestazione sull’efficacia probatoria della documentazione reddituale è una questione di fatto, non rivalutabile in sede di legittimità, specialmente dopo due sentenze conformi. Inoltre, il ricorrente non aveva allegato al ricorso la dichiarazione dei redditi in questione, impedendo alla Corte di valutarne la fondatezza.

Le Motivazioni sul Merito: La Prova del Reddito è Cruciale

Nel merito, la Corte ha respinto la tesi del lavoratore, richiamando la propria consolidata giurisprudenza. Per ottenere l’assegno nucleo familiare, il richiedente deve provare la sussistenza di una duplice condizione:

1. L’effettivo svolgimento di un’attività lavorativa.
2. Il possesso del requisito reddituale, secondo cui la somma dei redditi da lavoro dipendente, pensione o altre prestazioni previdenziali deve essere superiore al 70% del reddito complessivo del nucleo familiare.

La Corte ha specificato che questo requisito reddituale non è una semplice condizione per la quantificazione dell’importo, ma un elemento costitutivo del diritto stesso. Di conseguenza, l’onere di dimostrare che il proprio reddito e quello della famiglia rientrano nei limiti di legge grava interamente sul richiedente.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente accertato la mancanza di prova del reddito della parte del nucleo familiare residente all’estero. Questa carenza probatoria ha determinato il rigetto della domanda, poiché uno degli elementi essenziali per il sorgere del diritto non era stato dimostrato.

Le Conclusioni

L’ordinanza riafferma un principio cruciale per chiunque richieda l’assegno per il nucleo familiare, specialmente per i lavoratori stranieri con familiari a carico nel paese di origine. La prova del reddito complessivo di tutti i componenti del nucleo è un onere imprescindibile che spetta al richiedente. Non è sufficiente produrre la propria dichiarazione dei redditi, ma è necessario fornire documentazione idonea a dimostrare i redditi (o l’assenza di redditi) di ogni membro della famiglia, ovunque essi risiedano. In mancanza di questa prova completa, il diritto all’assegno non può essere riconosciuto.

Per ottenere l’assegno per il nucleo familiare (ANF) è sufficiente dimostrare di lavorare?
No, non è sufficiente. Secondo la Corte, è necessario provare una duplice condizione: l’effettivo svolgimento di un’attività lavorativa e la sussistenza di uno specifico requisito reddituale. Quest’ultimo prevede che almeno il 70% del reddito complessivo del nucleo familiare derivi da lavoro dipendente, pensione o altre prestazioni previdenziali.

La dimostrazione del reddito familiare è un elemento essenziale per il diritto all’assegno?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che il requisito reddituale è un elemento costitutivo del diritto. Ciò significa che in sua assenza, il diritto all’assegno non sorge affatto. Non si tratta di una semplice condizione per calcolare l’importo da erogare, ma di un presupposto fondamentale.

Chi deve provare il reddito dei familiari che vivono all’estero?
L’onere della prova grava interamente sul lavoratore che richiede l’assegno. È sua responsabilità fornire tutta la documentazione necessaria per dimostrare il reddito complessivo dell’intero nucleo familiare, inclusi i componenti che risiedono in un altro Paese.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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