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Assegno nucleo familiare: onere prova reddito straniero

Un cittadino di un paese non-UE, con permesso di soggiorno di lungo periodo in Italia, ha richiesto l’assegno nucleo familiare per i suoi parenti residenti nel paese d’origine. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, confermando che il richiedente ha l’onere di provare il reddito complessivo di tutto il nucleo familiare, indipendentemente da dove risiedano i componenti. Questo requisito reddituale è una condizione essenziale per ottenere il beneficio, e i documenti presentati sono stati ritenuti insufficienti a soddisfare tale onere della prova.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Assegno Nucleo Familiare per Stranieri: La Prova del Reddito è Essenziale

La richiesta dell’assegno nucleo familiare da parte di cittadini extracomunitari con familiari a carico residenti all’estero solleva spesso complesse questioni giuridiche. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, ribadendo un principio fondamentale: la prova del reddito dell’intero nucleo familiare è un requisito costitutivo del diritto e l’onere di fornirla ricade interamente sul richiedente, senza che ciò costituisca discriminazione.

I Fatti del Caso: La Richiesta del Lavoratore Straniero

Un lavoratore originario del Senegal, titolare di un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo e residente in Italia, presentava domanda all’ente previdenziale per ottenere l’assegno nucleo familiare. La sua richiesta era finalizzata a sostenere i propri familiari residenti nel paese d’origine.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello respingevano la sua domanda. La motivazione principale del rigetto era la mancata presentazione di una documentazione adeguata a dimostrare il requisito reddituale del nucleo familiare. In particolare, i giudici di merito ritenevano che un “attestato di stato di famiglia” rilasciato dal consolato del Senegal non fosse sufficiente per determinare il reddito complessivo della famiglia, elemento indispensabile per valutare la sussistenza del diritto al beneficio.

La Questione Giuridica: Assegno Nucleo Familiare e Onere della Prova

Il lavoratore ricorreva quindi in Cassazione, sollevando diverse questioni. In primo luogo, chiedeva un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sostenendo che la prassi italiana violasse il principio di parità di trattamento sancito dalla direttiva 2003/109/CE. A suo avviso, richiedere una prova del reddito non prevista specificamente dalla normativa sull’assegno nucleo familiare per i familiari all’estero creava una disparità rispetto ai cittadini italiani.

Inoltre, il ricorrente deduceva che i giudici di merito avessero erroneamente interpretato la legge, considerando il reddito familiare un requisito per l’esistenza stessa del diritto, anziché una mera base di calcolo per determinarne l’importo. Infine, lamentava una valutazione insufficiente della documentazione prodotta.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti e fornendo motivazioni dettagliate.

I giudici supremi hanno chiarito che il possesso di un determinato requisito reddituale, riferito all’intero nucleo familiare, è un elemento costitutivo del diritto all’assegno. La funzione di questa prestazione non è quella di integrare lo stipendio del lavoratore, ma di fornire un sostegno concreto al nucleo familiare basato sul suo reale fabbisogno economico. Pertanto, l’accertamento del reddito complessivo è indispensabile per stabilire se una famiglia ha diritto al beneficio.

La Corte ha inoltre affermato che l’onere di provare la sussistenza di tale requisito reddituale grava sul richiedente, sia esso cittadino italiano, europeo o extracomunitario. Questo principio, lungi dall’essere discriminatorio, garantisce l’eguaglianza. La legge non distingue tra tipologie di lavoratori, e il mancato riferimento alla provenienza territoriale è una scelta consapevole del legislatore per applicare un criterio egualitario.

Di conseguenza, la richiesta di rinvio pregiudiziale è stata respinta, poiché non è stata ravvisata alcuna violazione del diritto antidiscriminatorio. La Corte ha concluso che il ricorso si risolveva in una richiesta di nuova valutazione delle prove (i certificati consolari), inammissibile in sede di legittimità, soprattutto perché tali documenti non erano idonei a dimostrare “in specifico l’ammontare dei redditi complessivamente facenti capo al nucleo familiare”.

Le Conclusioni

Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: chiunque richieda l’assegno nucleo familiare deve essere in grado di documentare in modo completo e attendibile la situazione reddituale di tutti i componenti della propria famiglia. Per i cittadini stranieri con familiari all’estero, ciò significa che non è sufficiente presentare un certificato di stato di famiglia, ma è necessario fornire prove concrete che attestino i redditi percepiti da tutti i membri, anche se residenti in un altro Paese. La sentenza ribadisce che l’accesso alle prestazioni di welfare è subordinato al rispetto di requisiti oggettivi, applicati in modo uniforme a tutti per garantire equità e corretto utilizzo delle risorse pubbliche.

Per ottenere l’assegno al nucleo familiare, il reddito della famiglia è solo un parametro di calcolo o un requisito fondamentale?
Secondo la Corte, il possesso del requisito reddituale in capo all’intero nucleo familiare costituisce un elemento costitutivo del diritto preteso, non una mera base di calcolo per l’importo.

Un cittadino extracomunitario con familiari all’estero deve dimostrare il reddito dell’intero nucleo per avere l’assegno?
Sì, la Corte ha stabilito che l’onere di provare la sussistenza del requisito reddituale ricade sul richiedente, indipendentemente dalla sua cittadinanza (italiana, europea o extraeuropea) e dal luogo di residenza dei familiari.

Un certificato di stato di famiglia rilasciato da un consolato estero è una prova sufficiente del reddito familiare?
No, la Corte ha ritenuto che tale documento non fosse idoneo a individuare “in specifico l’ammontare dei redditi complessivamente facenti capo al nucleo familiare” e quindi non sufficiente a soddisfare l’onere della prova.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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