LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Assegno familiare: prova reddito nucleo è obbligatoria

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un lavoratore extracomunitario contro il diniego dell’assegno familiare. L’ente di previdenza aveva negato il beneficio per mancata prova del reddito dell’intero nucleo familiare, residente all’estero. La Corte ha confermato che la dimostrazione del requisito reddituale familiare è un onere imprescindibile per tutti i richiedenti, senza discriminazioni, e non solo una base di calcolo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Assegno Familiare: la Prova del Reddito Familiare è Obbligatoria per Tutti

Introduzione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di assegno familiare: la necessità per il richiedente di dimostrare il reddito complessivo dell’intero nucleo familiare. Questa decisione chiarisce che tale onere non è una mera formalità per il calcolo dell’importo, ma un requisito fondamentale per il diritto stesso alla prestazione, applicabile a tutti i lavoratori, inclusi i cittadini extracomunitari con familiari residenti all’estero.

I Fatti di Causa: la Richiesta del Beneficio

Il caso riguarda un lavoratore di origine senegalese, titolare di un permesso di soggiorno di lungo periodo e residente in Italia, che aveva richiesto all’ente previdenziale l’assegno familiare per i suoi familiari residenti in Senegal. La sua domanda era stata respinta sia in primo grado dal Tribunale di Ravenna sia in appello dalla Corte d’Appello di Bologna. Il motivo del diniego era la mancata produzione di documentazione idonea a provare il reddito complessivo del suo nucleo familiare.

Il lavoratore ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la normativa fosse stata interpretata in modo errato e discriminatorio. A suo avviso, la richiesta di provare il reddito dei familiari all’estero violava il principio di parità di trattamento sancito dal diritto europeo. Egli riteneva che il reddito familiare dovesse essere considerato solo come base per calcolare l’importo dell’assegno e non come un requisito essenziale per ottenerlo.

La Decisione della Cassazione e l’Onere della Prova sull’Assegno Familiare

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno chiarito che il possesso di un determinato requisito reddituale da parte dell’intero nucleo familiare non è un elemento accessorio, ma un elemento costitutivo del diritto a percepire la prestazione.

La funzione dell’assegno familiare, infatti, non è quella di integrare lo stipendio del lavoratore, ma di fornire un sostegno concreto al nucleo familiare in base al suo reale fabbisogno economico. Tale fabbisogno può essere accertato solo considerando i redditi di tutti i componenti della famiglia, non solo quello del richiedente. Pertanto, l’onere di dimostrare tale situazione reddituale spetta interamente a chi richiede il beneficio.

La Documentazione Insufficiente

Nel caso specifico, la documentazione prodotta dal ricorrente, come un “attestato di stato di famiglia” del consolato senegalese, è stata giudicata insufficiente. Tale certificato non era in grado di attestare il reddito del nucleo familiare né di identificare con chiarezza tutti i suoi componenti, rendendo impossibile per l’ente previdenziale verificare la sussistenza dei requisiti di legge.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha sottolineato che la legge non opera alcuna distinzione tra lavoratori italiani, comunitari o extracomunitari. L’obbligo di provare il reddito familiare è lo stesso per tutti. La difficoltà oggettiva di reperire documentazione dall’estero non può giustificare una deroga a un principio fondamentale che garantisce l’equità e la corretta destinazione delle risorse pubbliche. Secondo la Corte, consentire al lavoratore extracomunitario di basare la richiesta solo sul proprio reddito (ad esempio, il modello CUD) snaturerebbe la funzione stessa dell’assegno, trasformandolo in un’indebita integrazione dello stipendio.

Inoltre, i giudici hanno respinto la richiesta di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, non ravvisando alcuna violazione del diritto comunitario. La normativa italiana, richiedendo la prova del reddito familiare a tutti senza distinzione di provenienza, è stata considerata coerente con il principio di eguaglianza e non discriminatoria.

Conclusioni

La sentenza ribadisce con fermezza un punto essenziale: chiunque richieda l’assegno familiare deve essere in grado di documentare in modo completo e attendibile la situazione reddituale di tutto il proprio nucleo familiare. Questo principio si applica anche quando i familiari risiedono all’estero. La decisione serve da monito per i richiedenti, che devono attivarsi per produrre tutta la documentazione necessaria, e conferma la legittimità dell’operato dell’ente previdenziale nel negare la prestazione in assenza di prove adeguate. La prova del reddito non è un dettaglio, ma la chiave per accedere al diritto.

Per ottenere l’assegno familiare è sufficiente dimostrare solo il reddito del lavoratore richiedente?
No, la sentenza chiarisce che è necessario dimostrare il reddito complessivo di tutto il nucleo familiare, poiché questo è un requisito costitutivo per avere diritto alla prestazione.

La richiesta di provare il reddito familiare per un lavoratore extracomunitario con famiglia all’estero è discriminatoria?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’onere di provare il reddito familiare si applica indistintamente a cittadini italiani, europei ed extraeuropei, e quindi non costituisce una discriminazione.

Un certificato di stato di famiglia rilasciato da un consolato estero è una prova sufficiente del reddito familiare?
No, secondo la Corte, tale documento è stato ritenuto inidoneo a provare il requisito reddituale, in quanto non specifica l’ammontare dei redditi dei componenti del nucleo familiare né li identifica con certezza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati