LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Assegno ad personam: sì alla conservazione stipendio

La Corte di Cassazione ha stabilito che un dipendente pubblico, che aveva optato per il trasferimento ad un’altra amministrazione prima dell’entrata in vigore di una legge meno favorevole, ha diritto a un assegno ad personam per conservare il precedente trattamento retributivo. La Corte ha chiarito che il momento determinante è quello della scelta (opzione) e non quello del successivo effettivo trasferimento. Pertanto, il lavoratore ha diritto a un assegno riassorbibile per colmare la differenza di stipendio, in applicazione del principio del divieto di peggioramento del trattamento economico (reformatio in peius).

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Assegno Ad Personam nel Pubblico Impiego: La Cassazione Tutela lo Stipendio del Dipendente Trasferito

Un dipendente pubblico che sceglie di trasferirsi presso un’altra amministrazione può subire una decurtazione dello stipendio a causa di una nuova legge entrata in vigore dopo la sua scelta ma prima del trasferimento effettivo? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9370/2024, ha risposto negativamente, affermando il diritto del lavoratore a un assegno ad personam per preservare il trattamento economico precedentemente goduto. Analizziamo questa importante decisione.

Il Fatto: Dalla Mobilità alla Riduzione dello Stipendio

Il caso riguarda un dipendente del Ministero dell’Economia e delle Finanze che, dopo un periodo di servizio presso l’Agenzia del Demanio, aveva esercitato nel 2004 l’opzione per rientrare nei ranghi del Ministero. Il trasferimento effettivo, tuttavia, è avvenuto solo nel 2006. Nel frattempo, nel 2005, era entrata in vigore una nuova normativa (art. 30, comma 2-quinquies, D.Lgs. 165/2001) che prevedeva l’applicazione esclusiva del trattamento economico dell’amministrazione di destinazione, senza meccanismi di salvaguardia.

Al momento del rientro al Ministero, il lavoratore si è visto ridurre la retribuzione mensile di circa 309 euro. Di fronte a questa decurtazione, ha adito le vie legali per ottenere il riconoscimento del diritto a mantenere il trattamento economico più favorevole che percepiva presso l’Agenzia, attraverso, appunto, un assegno personale.

La Questione Giuridica: Quale Legge si Applica?

Il cuore della controversia risiedeva in un conflitto temporale: quale legge doveva essere applicata al caso del dipendente? Quella in vigore nel 2004, al momento della sua scelta irrevocabile di trasferirsi, che non prevedeva ostacoli alla conservazione dello stipendio? Oppure quella del 2005, in vigore al momento del trasferimento materiale nel 2006, che invece sembrava escludere tale tutela?

La Corte d’Appello aveva dato ragione al Ministero, ritenendo decisiva la data dell’effettiva immissione nelle nuove funzioni. Secondo questa interpretazione, il dipendente doveva sottostare alla nuova e più restrittiva normativa.

La Decisione della Cassazione e la Tutela tramite Assegno ad Personam

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la decisione d’appello, accogliendo il ricorso del lavoratore. Gli Ermellini hanno stabilito un principio fondamentale: il momento giuridicamente rilevante per determinare la disciplina applicabile è quello in cui il dipendente manifesta la sua volontà ed esercita l’opzione di trasferimento.

La scelta del lavoratore, effettuata nel 2004, si era basata sul quadro normativo allora esistente, che gli permetteva di confidare nel mantenimento del suo livello retributivo. Una legge successiva non può avere un ‘effetto di trascinamento a ritroso’ e peggiorare le condizioni di una scelta già consolidata. Applicare la nuova norma avrebbe violato il principio del divieto di reformatio in peius, ovvero il divieto di peggioramento della propria posizione a seguito di una scelta legittima.

Le motivazioni

La Corte ha sottolineato che al momento della scelta, il dipendente ‘poteva contare sul fatto che non esisteva una disposizione che prevedesse espressamente’ l’applicazione esclusiva del trattamento economico dell’amministrazione di destinazione. Se avesse saputo del cambiamento legislativo imminente, avrebbe potuto decidere diversamente, ad esempio rimanendo alle dipendenze dell’Agenzia del Demanio per non perdere parte del suo stipendio. La decisione si fonda quindi sul principio di affidamento e certezza del diritto: le scelte dei cittadini devono essere tutelate rispetto a cambiamenti normativi successivi che ne alterino gli effetti previsti. La Corte ha quindi affermato il diritto del ricorrente a percepire un assegno ad personam riassorbibile, necessario per evitare la riduzione della retribuzione fissa e continuativa goduta in precedenza.

Le conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela dei lavoratori pubblici nei processi di mobilità. Stabilisce che il diritto a conservare il trattamento economico, attraverso un assegno ad personam, si cristallizza al momento dell’esercizio dell’opzione di trasferimento. Le modifiche legislative peggiorative intervenute tra la scelta e il suo perfezionamento non possono pregiudicare i diritti acquisiti dal dipendente. La sentenza offre quindi una garanzia di stabilità e prevedibilità per chi affronta un passaggio tra diverse amministrazioni pubbliche, assicurando che le legittime aspettative basate sulla normativa vigente al momento della decisione vengano rispettate.

Un dipendente pubblico trasferito ha diritto a mantenere il suo precedente stipendio se più alto?
Sì, ha diritto a mantenere il trattamento economico precedente attraverso un assegno ad personam se ha esercitato l’opzione per il trasferimento prima dell’entrata in vigore di una normativa più restrittiva (in questo caso, prima della legge n. 246 del 2005).

In caso di mobilità, quale momento è decisivo per determinare la legge applicabile: la scelta del dipendente o il trasferimento effettivo?
Secondo la Corte di Cassazione, il momento decisivo è quello in cui il dipendente esercita l’opzione e manifesta la sua volontà di trasferirsi, non la data del successivo trasferimento materiale.

L’assegno ad personam concesso per evitare una riduzione di stipendio è permanente?
No, l’ordinanza specifica che l’assegno ad personam è destinato ad essere riassorbito dai futuri incrementi del trattamento economico complessivo spettante ai dipendenti del Ministero di destinazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati