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Assegno ad personam: garantito nella mobilità pubblica

La Corte di Cassazione ha stabilito che i dipendenti pubblici, in caso di passaggio tra amministrazioni diverse tramite mobilità volontaria, hanno diritto a conservare il loro trattamento economico complessivo. Qualora la retribuzione presso il nuovo ente fosse inferiore, la differenza deve essere compensata tramite un “assegno ad personam” riassorbibile. La sentenza si fonda sul principio del divieto di peggioramento delle condizioni economiche (reformatio in peius), in linea con il diritto dell’Unione Europea.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Assegno ad Personam: La Cassazione Tutela la Retribuzione nella Mobilità Pubblica

Il passaggio da un’amministrazione pubblica a un’altra è un momento delicato nella carriera di un dipendente. Una delle principali preoccupazioni riguarda il mantenimento del proprio stipendio. Con l’ordinanza n. 5736/2024, la Corte di Cassazione ha rafforzato un principio fondamentale: il trasferimento non può mai tradursi in un peggioramento economico. Viene così garantito il diritto a un assegno ad personam per colmare eventuali differenze retributive, offrendo una tutela cruciale ai lavoratori del settore pubblico.

Il Caso: Trasferimento e Riduzione dello Stipendio

La vicenda ha origine dalla richiesta di due dipendenti che, a seguito di una mobilità volontaria da enti locali a un ente previdenziale nazionale, avevano subito una significativa diminuzione del loro stipendio. Inizialmente, il Tribunale aveva riconosciuto il loro diritto a percepire un assegno personale per compensare la perdita. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione, sostenendo che non esistessero norme specifiche che imponessero la conservazione del trattamento economico precedente. I lavoratori, non arrendendosi, hanno portato il caso fino in Cassazione.

Il Principio dell’Assegno ad Personam nella Mobilità

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dei dipendenti, chiarendo un punto cardine del diritto del lavoro pubblico. Ha stabilito che la mobilità volontaria, disciplinata dall’art. 30 del D.Lgs. 165/2001, si configura come una “cessione del contratto”. Questo significa che, pur applicandosi il contratto collettivo del nuovo ente, il lavoratore non deve subire un danno economico. Se la nuova retribuzione è inferiore, scatta il diritto a un assegno ad personam, una somma che copre la differenza e che verrà progressivamente riassorbita dai futuri aumenti di stipendio.

Il Ruolo del Diritto Europeo e il Divieto di Peggioramento

La decisione della Cassazione non si basa solo sulla normativa nazionale, ma è fortemente ancorata ai principi del diritto dell’Unione Europea, in particolare alla direttiva 2001/23/CE sulla tutela dei lavoratori in caso di trasferimento d’azienda. Richiamando la celebre sentenza Scattolon della Corte di Giustizia UE, i giudici hanno ribadito che l’obiettivo primario della normativa è impedire che i lavoratori si trovino in una posizione meno favorevole per il solo fatto del trasferimento. Questo divieto di reformatio in peius (peggioramento) è un principio inderogabile.

Come si Calcola l’Assegno ad Personam?

Un altro aspetto chiarito dalla Corte riguarda le modalità di calcolo. L’assegno ad personam non deve basarsi su singole voci dello stipendio, ma su una valutazione complessiva del trattamento economico. Devono essere considerate tutte le componenti fisse e continuative della retribuzione percepite presso l’amministrazione di provenienza. Questo assicura una comparazione equa e completa, garantendo che il livello di vita del lavoratore non venga penalizzato dal passaggio al nuovo impiego.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione interpretando la mobilità pubblica non come l’instaurazione di un nuovo rapporto di lavoro, ma come la continuazione del medesimo rapporto con un datore di lavoro diverso. Questa configurazione, assimilata alla cessione del contratto ai sensi dell’art. 1406 c.c., implica una continuità giuridica che protegge i diritti acquisiti dal lavoratore. Il fulcro del ragionamento risiede nel bilanciamento tra due esigenze: da un lato, l’applicazione del contratto collettivo dell’ente di destinazione per garantire uniformità di trattamento; dall’altro, la tutela del patrimonio retributivo del singolo dipendente. La Corte ha sottolineato che il diritto dell’Unione Europea impone un’interpretazione della normativa nazionale che sia conforme allo scopo di proteggere i lavoratori. Pertanto, la facoltà del nuovo datore di lavoro di applicare le proprie condizioni contrattuali non può mai avere lo scopo o l’effetto di porre il lavoratore in una posizione globalmente meno favorevole. Il divieto di reformatio in peius diventa così un limite invalicabile, che si concretizza nel diritto all’assegno personale riassorbibile.

le conclusioni

Con questa ordinanza, la Cassazione cassa la sentenza della Corte d’Appello e rinvia la causa per una nuova valutazione che si attenga ai principi enunciati. In conclusione, viene sancito in modo definitivo che nessun dipendente pubblico può vedere il proprio stipendio ridotto a causa della mobilità volontaria. Il diritto all’assegno ad personam è una garanzia fondamentale che tutela la stabilità economica dei lavoratori e promuove la mobilità nel settore pubblico come un’opportunità di crescita e non come un rischio. Questa decisione rappresenta una vittoria importante per i diritti dei lavoratori e fornisce un’indicazione chiara e vincolante per tutte le amministrazioni pubbliche.

In caso di mobilità volontaria tra enti pubblici, ho diritto a mantenere lo stesso stipendio?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il trasferimento non può comportare un peggioramento economico. Se la retribuzione del nuovo ente è inferiore, hai diritto a un assegno personale per coprire la differenza, che sarà poi assorbito dai futuri aumenti.

Cos’è l’assegno ad personam e come funziona in questi casi?
È una somma di denaro corrisposta al lavoratore per garantire che la sua retribuzione globale rimanga invariata dopo un trasferimento. Viene calcolato confrontando il trattamento economico complessivo, fisso e continuativo, percepito prima e dopo la mobilità. Questo assegno è “riassorbibile”, cioè diminuisce man mano che lo stipendio aumenta per rinnovi contrattuali o progressioni di carriera.

La nuova amministrazione può applicarmi subito il suo contratto collettivo anche se è meno favorevole?
Sì, la nuova amministrazione applicherà il proprio contratto collettivo per uniformità di trattamento con gli altri dipendenti. Tuttavia, questa applicazione non può violare il divieto di peggioramento economico. Proprio per questo motivo, se il nuovo contratto comporta una retribuzione inferiore, deve essere istituito l’assegno ad personam per compensare la perdita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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