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Applicazione CCNL: quale contratto in azienda multiservizi?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un principio fondamentale sull’applicazione del CCNL nelle aziende multiservizi. Il caso riguardava alcuni lavoratori del settore igiene ambientale ai quali veniva applicato il CCNL del settore gas-acqua. La Suprema Corte ha accolto il ricorso dei lavoratori, affermando che il datore di lavoro, se opera in diversi settori ed è iscritto alle rispettive associazioni di categoria, ha l’obbligo di applicare a ciascun dipendente il contratto collettivo coerente con l’attività effettivamente svolta. Questa decisione limita la libertà di scelta nel contratto individuale e riafferma la centralità del criterio dell’attività economica per garantire trattamenti equi e non arbitrari.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Applicazione CCNL: La Cassazione fa chiarezza per le aziende multiservizi

In un mondo del lavoro sempre più complesso, le aziende che operano in più settori rappresentano una realtà consolidata. Ma quale contratto collettivo devono applicare ai loro dipendenti? Possono sceglierne uno a discapito di un altro? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo tema, stabilendo un principio di coerenza fondamentale per la corretta applicazione del CCNL. La decisione sottolinea che l’attività effettivamente svolta dal lavoratore è il criterio guida che il datore di lavoro non può ignorare.

Il Caso: Un Contratto “Sbagliato” per i Lavoratori del Settore Ambientale

La vicenda nasce dalla domanda di un gruppo di lavoratori impiegati nel settore dell’igiene ambientale di una grande società multiservizi. Fin dalla loro assunzione, l’azienda aveva applicato il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del settore gas-acqua, nonostante i dipendenti svolgessero mansioni riconducibili a un altro ambito. La società, infatti, operava in entrambi i settori ed era iscritta alle rispettive associazioni datoriali firmatarie dei due diversi CCNL.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto le richieste dei lavoratori, ritenendo prevalente la scelta operata dalle parti nel contratto individuale di lavoro. Secondo i giudici di merito, l’adesione del datore di lavoro a più associazioni sindacali non creava un obbligo di applicare un contratto specifico, lasciando di fatto all’azienda la libertà di scegliere quale disciplina adottare.

L’Applicazione del CCNL Corretto: La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la prospettiva. Accogliendo il ricorso dei lavoratori, ha cassato la sentenza d’appello e ha enunciato un principio di diritto chiaro e vincolante: il datore di lavoro che svolge diverse attività economiche ed è iscritto alle associazioni datoriali che stipulano i rispettivi contratti collettivi è tenuto ad applicare, nella propria azienda, il contratto collettivo coerente con ciascun settore di attività.

In altre parole, non vi è spazio per scelte arbitrarie. Se un dipendente lavora nel settore A, deve essergli applicato il CCNL del settore A, anche se l’azienda opera anche nel settore B ed è iscritta all’associazione di categoria corrispondente.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione della Suprema Corte si fonda su argomentazioni giuridiche solide che bilanciano l’autonomia contrattuale con i principi di coerenza e non discriminazione.

Il Principio dell’Attività Effettiva (Criterio Merceologico)

Il fulcro della motivazione risiede nella rivalutazione dell’art. 2070 del Codice Civile, che stabilisce il cosiddetto “criterio merceologico”. La Corte chiarisce che questo principio, secondo cui il contratto collettivo si applica in base all’attività economica dell’imprenditore, mantiene piena validità proprio in casi come questo. L’iscrizione del datore di lavoro all’associazione di categoria che firma il CCNL pertinente all’attività svolta dai lavoratori crea un vincolo preciso, non una mera opzione. L’obbligo di applicare il contratto corretto deriva direttamente da questa adesione volontaria.

Limiti all’Autonomia Contrattuale Individuale

La Cassazione ha inoltre sottolineato che la libertà delle parti di determinare il contenuto del contratto individuale di lavoro non è illimitata. Essa non può spingersi fino a derogare in senso peggiorativo (in peius) alla disciplina collettiva che, per coerenza settoriale, dovrebbe essere applicata. La scelta di un CCNL non pertinente non può essere utilizzata come strumento per eludere le tutele previste dal contratto collettivo di riferimento per le mansioni effettivamente svolte.

Divieto di Trattamenti Arbitrari

Infine, la Corte ha evocato i principi costituzionali di giusta retribuzione (art. 36 Cost.) e di non arbitrarietà dell’iniziativa economica privata (art. 41 Cost.). Consentire a un’azienda di applicare contratti diversi a lavoratori che svolgono le medesime mansioni, solo perché operano formalmente in diverse “divisioni”, creerebbe una disparità di trattamento ingiustificata. Ogni lavoratore ha diritto a un inquadramento e a una retribuzione proporzionati alla quantità e qualità del proprio lavoro, e il CCNL di settore è il primo e più importante parametro per garantire tale proporzionalità.

Conclusioni: Cosa Cambia per Datori di Lavoro e Lavoratori

Questa ordinanza ha implicazioni pratiche significative. Le aziende multiservizi sono chiamate a una gestione più rigorosa e coerente dei rapporti di lavoro. Devono assicurarsi di applicare il CCNL corretto a ogni dipendente o gruppo di dipendenti in base al settore di effettiva appartenenza. Non è più difendibile la tesi di una libera scelta basata unicamente sull’accordo individuale.

Per i lavoratori, questa decisione rappresenta un’importante affermazione del loro diritto a essere inquadrati secondo la disciplina collettiva che rispecchia la loro professionalità e le mansioni svolte, rafforzando la loro posizione in caso di contenzioso e promuovendo una maggiore equità all’interno delle aziende complesse.

Un’azienda che opera in più settori può scegliere liberamente quale CCNL applicare a un dipendente?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se l’azienda è iscritta alle associazioni datoriali firmatarie dei CCNL per i diversi settori in cui opera, è obbligata ad applicare a ciascun lavoratore il contratto collettivo coerente con l’attività effettivamente svolta.

L’accordo firmato nel contratto di lavoro individuale prevale sul CCNL di settore?
No, non in questo contesto. La Corte ha stabilito che la volontà espressa nel contratto individuale non può prevalere al punto da giustificare l’applicazione di un CCNL non pertinente all’attività del lavoratore, soprattutto se ciò comporta un trattamento peggiorativo.

Quale criterio si usa per decidere il CCNL corretto in un’azienda con diverse attività?
Il criterio fondamentale è quello dell’attività economica effettivamente esercitata, come previsto dall’art. 2070 del Codice Civile (criterio merceologico). L’inquadramento del lavoratore deve essere coerente con il settore produttivo in cui egli concretamente opera.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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