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APE Sociale: Accesso anche senza disoccupazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che per l’accesso all’APE Sociale non è indispensabile aver precedentemente fruito dell’indennità di disoccupazione. Un lavoratore si era visto negare il beneficio perché, pur essendo disoccupato, non aveva percepito la relativa indennità. La Suprema Corte ha accolto il suo ricorso, affermando che la condizione essenziale è lo stato di disoccupazione e non la percezione di un precedente sussidio. Questa interpretazione estende la tutela a coloro che si trovano in una condizione di maggior bisogno, eliminando una disparità di trattamento.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

APE Sociale: La Cassazione Apre l’Accesso Anche Senza Indennità di Disoccupazione

L’APE Sociale rappresenta una misura fondamentale di sostegno per i lavoratori che si avvicinano all’età pensionabile in condizioni di particolare difficoltà. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale riguardante i requisiti di accesso, stabilendo che la fruizione dell’indennità di disoccupazione non è una condizione indispensabile per ottenere il beneficio. Questa decisione amplia la platea dei potenziali beneficiari, includendo anche chi, pur essendo disoccupato, non aveva diritto al relativo sussidio.

I Fatti del Caso: Il Diniego del Beneficio

Un lavoratore, dopo essere stato licenziato, presentava domanda all’INPS per ottenere l’APE Sociale. Pur possedendo i requisiti anagrafici e contributivi (almeno 30 anni di contributi), e trovandosi in stato di disoccupazione, la sua richiesta veniva respinta. Il motivo del diniego, confermato anche dalla Corte d’Appello, risiedeva nel fatto che il lavoratore non aveva percepito alcuna indennità di disoccupazione nei mesi precedenti la domanda. Secondo l’interpretazione restrittiva della normativa, la legge richiedeva che il richiedente avesse concluso integralmente la fruizione della prestazione di disoccupazione da almeno tre mesi, un requisito che, nel caso di specie, non poteva essere soddisfatto proprio perché il sussidio non era mai stato erogato.

L’Interpretazione della Legge sull’APE Sociale

La controversia verteva sull’interpretazione dell’art. 1, comma 179, lettera a), della Legge n. 232/2016. La norma prevede che l’indennità spetti ai disoccupati a seguito di licenziamento che “hanno concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante da almeno tre mesi”. L’INPS e i giudici di merito avevano interpretato questa frase come un requisito indefettibile: senza la percezione (e conclusione) della prestazione di disoccupazione, non si poteva accedere all’APE Sociale. Il lavoratore, ritenendo tale lettura lesiva dei principi costituzionali di uguaglianza e solidarietà, proponeva ricorso in Cassazione.

La Decisione Innovativa della Cassazione sull’APE Sociale

La Suprema Corte ha ribaltato la decisione dei giudici di merito, accogliendo il ricorso del lavoratore e fornendo un’interpretazione della norma costituzionalmente orientata e più aderente alla sua finalità sociale.

Il Principio di Uguaglianza e Solidarietà

I giudici hanno sottolineato che un’interpretazione restrittiva creerebbe una palese e ingiustificata disparità di trattamento. Infatti, escluderebbe dal beneficio proprio i soggetti in condizioni di maggior bisogno, ovvero coloro che, pur essendo disoccupati, non hanno nemmeno avuto diritto alla tutela della disoccupazione. Questa situazione contrasta con i principi di uguaglianza (art. 3 Cost.) e solidarietà (art. 2 Cost.), che impongono di tutelare con maggiore intensità le fasce più deboli.

La Fruizione della Disoccupazione non è un Requisito Indefettibile

La Corte ha chiarito che il requisito fondamentale per l’accesso all’APE Sociale è lo stato di disoccupazione a seguito di cessazione involontaria del rapporto di lavoro, unitamente ai requisiti anagrafici e contributivi. Il riferimento alla conclusione della prestazione di disoccupazione da almeno tre mesi va inteso come una condizione che si applica solo a coloro che hanno effettivamente percepito tale indennità. Non è, quindi, un presupposto necessario per tutti, ma una specifica temporale per una particolare categoria di beneficiari.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla ratio della norma, che è quella di fornire un sostegno al reddito in una fase delicata della vita lavorativa. La lettera della legge, secondo la Cassazione, non istituisce una correlazione positiva tra la percezione dell’indennità di disoccupazione e la fruizione dell’APE Sociale. Al contrario, la correlazione è negativa: se si è percepita la prima, bisogna attendere tre mesi per la seconda. Questo intervallo temporale era stato pensato per evidenziare uno stato di bisogno prolungato. Di conseguenza, chi non ha mai percepito il sussidio si trova, a maggior ragione, in una condizione di bisogno meritevole di tutela, senza che sia logico imporgli un requisito che non può soddisfare. Negare l’accesso all’APE Sociale a chi non ha percepito la disoccupazione perché non ne aveva diritto sarebbe un controsenso logico e giuridico, penalizzando una situazione di disagio economico ancora più grave.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito il seguente principio di diritto: hanno diritto all’indennità APE Sociale non solo coloro che hanno precedentemente fruito dell’indennità di disoccupazione, ma anche coloro che, pur trovandosi in condizione di disoccupazione e in possesso degli altri requisiti anagrafici e contributivi, non hanno fruito di tale indennità perché non spettante. La sentenza impugnata è stata cassata e la causa rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione alla luce di questo fondamentale principio.

È necessario aver percepito l’indennità di disoccupazione per accedere all’APE Sociale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il requisito fondamentale è lo stato di disoccupazione. Non aver percepito la relativa indennità (perché non spettante) non preclude l’accesso al beneficio, a condizione che si posseggano gli altri requisiti di età e contribuzione.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto errata l’interpretazione precedente?
L’interpretazione precedente creava una disparità di trattamento incostituzionale, penalizzando i lavoratori in condizioni di maggior bisogno (disoccupati senza diritto al sussidio) rispetto a quelli che avevano percepito l’indennità. La Corte ha ritenuto che tale lettura fosse contraria alla finalità sociale della norma.

Quale principio di diritto stabilisce questa sentenza sull’APE Sociale?
La sentenza stabilisce che hanno diritto all’APE Sociale sia coloro che hanno concluso la fruizione dell’indennità di disoccupazione, sia coloro che, pur essendo disoccupati e in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi, non l’hanno percepita perché non ne avevano diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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