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Agricoltura biologica: stop ai fondi per interruzione

Un’azienda agricola perde i contributi per l’agricoltura biologica a causa di una temporanea esclusione dal sistema di controllo per ritardato pagamento della tariffa di certificazione. Il Tribunale ha ritenuto legittima la revoca dei fondi, sottolineando che il mantenimento dei requisiti deve essere continuo e ininterrotto.

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Pubblicato il 5 gennaio 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Fondi per l’Agricoltura Biologica: L’Importanza della Continuità nel Sistema di Controllo

Una recente sentenza del Tribunale di Ancona ha ribadito un principio fondamentale per le aziende che beneficiano di contributi pubblici: per mantenere il diritto ai fondi per l’agricoltura biologica, è indispensabile garantire una continuità assoluta nel rispetto dei requisiti, in particolare l’iscrizione al sistema di controllo. Un’interruzione, anche se temporanea, può comportare non solo la perdita del contributo annuale, ma anche la richiesta di restituzione delle somme già percepite negli anni precedenti.

I Fatti di Causa

Una società agricola, beneficiaria di contributi legati alla sottomisura 11.2 (Pagamento al fine di mantenere pratiche e metodi di produzione biologica), si è vista notificare un decreto che disponeva la decadenza totale dal contributo per l’annualità 2020 e il recupero di oltre 25.000 euro relativi alle annualità dal 2016 al 2019.

Il provvedimento era scaturito da un’irregolarità riscontrata in fase di istruttoria: la società era stata temporaneamente esclusa dal sistema di controllo dell’agricoltura biologica. Nello specifico, a causa del ritardato pagamento della tariffa di certificazione, l’azienda aveva subito prima una sospensione e, successivamente, un’esclusione formale dal sistema.

L’azienda ha impugnato il provvedimento, sostenendo che l’ente erogatore, autorizzando il riconoscimento di periodi precedenti come facenti parte del “periodo di conversione”, avesse di fatto attestato il possesso ininterrotto dei requisiti. Dopo un iniziale ricorso al TAR, dichiarato inammissibile per difetto di giurisdizione, la causa è stata riassunta davanti al Tribunale civile.

La Decisione del Tribunale e i Requisiti dell’Agricoltura Biologica

Il Tribunale di Ancona ha rigettato integralmente le domande della società agricola, confermando la legittimità del decreto di revoca e recupero dei fondi. La decisione si fonda su una distinzione cruciale tra il “periodo di conversione” e l’iscrizione al sistema di controllo.

Le Motivazioni

Il giudice ha chiarito che l’adozione del metodo produttivo biologico è una condizione obbligatoria e imprescindibile per accedere ai benefici del bando. Tale condizione deve sussistere per l’intera superficie agricola e, soprattutto, senza alcuna interruzione per tutto il periodo di impegno.

Nel caso specifico, è risultato documentato e non contestato che la società era stata esclusa dal sistema di controllo per un determinato periodo. Questa interruzione ha infranto il requisito di continuità richiesto dalla normativa. Il giudice ha specificato che il riconoscimento del periodo di conversione può attestare l’idoneità dei terreni alla coltura biologica fin dall’inizio, ma non può sanare o rendere retroattiva l’iscrizione al sistema di controllo, che deve essere mantenuta costantemente attiva.

La sospensione per morosità (data 27/8/2020), seguita dall’esclusione (30/10/2020) e terminata solo con una nuova notifica (9/12/2020), ha costituito una chiara violazione degli obblighi assunti. Pertanto, il ricorso dell’azienda è stato giudicato infondato.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito per tutte le imprese agricole che operano nel settore dell’agricoltura biologica e beneficiano di fondi pubblici. La diligenza amministrativa, compreso il puntuale pagamento delle tariffe di certificazione, non è un mero adempimento formale, ma un requisito sostanziale la cui violazione può avere conseguenze economiche gravissime. Per garantire il mantenimento dei contributi, è essenziale assicurare una conformità continua e ininterrotta a tutte le condizioni previste dai bandi, senza dare per scontato che eventuali riconoscimenti pregressi possano sanare inadempienze future.

È sufficiente avviare l’attività di agricoltura biologica per mantenere il diritto ai contributi?
No, la sentenza chiarisce che l’adozione del metodo produttivo biologico deve essere continua e senza interruzioni per l’intero periodo di impegno, includendo la costante iscrizione al sistema di controllo.

Un ritardo nel pagamento della tariffa di certificazione può causare la revoca dei fondi?
Sì, il mancato pagamento ha portato alla sospensione e poi all’esclusione dal sistema di controllo, un’interruzione che il giudice ha ritenuto sufficiente a giustificare la decadenza dai benefici e il recupero delle somme già erogate.

Il riconoscimento di un “periodo di conversione” retroattivo sana un’interruzione successiva nel sistema di controllo?
No, il tribunale ha specificato che il riconoscimento del periodo di conversione attesta l’idoneità dei terreni fin dall’inizio, ma non sana né rende retroattiva l’iscrizione al sistema di controllo, che deve essere mantenuta senza interruzioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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