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Accordo tra coniugi: valido anche se via email

La Corte di Cassazione ha stabilito la validità di un accordo tra coniugi sulla ripartizione delle spese familiari, anche se formalizzato tramite email prima della separazione. Un marito aveva chiesto il rimborso della quota di spese familiari a carico della moglie, come pattuito. I giudici di merito avevano respinto la richiesta, ma la Suprema Corte ha cassato la sentenza, affermando che tali patti sono vincolanti e derogano al generale principio di irripetibilità delle spese sostenute durante il matrimonio.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto di Famiglia, Giurisprudenza Civile

Accordo tra Coniugi per Spese Familiari: La Cassazione Conferma la Validità degli Accordi via Email

Un accordo tra coniugi sulla suddivisione delle spese familiari, raggiunto tramite uno scambio di email prima della separazione, è da considerarsi valido e vincolante. Questa è la chiara affermazione della Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 13366/2024, che interviene su una questione molto comune nella vita di coppia, stabilendo un principio di diritto fondamentale: l’autonomia negoziale dei coniugi prevale, a patto che non leda diritti indisponibili.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Rimborso tra Ex Coniugi

La vicenda giudiziaria ha origine dalla richiesta di un uomo di ottenere dall’ex moglie il rimborso di una somma pari a 2.557,87 euro. Tale importo rappresentava la quota parte delle spese familiari che, secondo un accordo precedente, la donna avrebbe dovuto sostenere. A prova di tale patto, l’uomo aveva prodotto uno scambio di email in cui i due, ancora prima di separarsi, avevano concordato una precisa ripartizione delle spese per la casa e per il mantenimento del figlio minore: il 60% a carico del marito e il 40% a carico della moglie.

Le Decisioni dei Giudici di Merito: L’Accordo è solo Organizzazione Quotidiana?

Sia il Giudice di Pace in primo grado, sia il Tribunale in appello, avevano respinto la domanda del marito. Secondo i giudici di merito, le spese in questione rientravano nei doveri di contribuzione ai bisogni della famiglia, sanciti dall’articolo 143 del Codice Civile. Tali esborsi, effettuati durante la convivenza, sarebbero assimilabili a un’obbligazione naturale e, pertanto, non ripetibili dopo la separazione. L’accordo via email era stato declassato a una mera intesa per l’organizzazione pratica della vita quotidiana, priva di reale efficacia vincolante.

L’Accordo tra Coniugi e la Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente questa interpretazione. Accogliendo il ricorso dell’uomo, ha chiarito che il principio generale dell’irripetibilità delle spese sostenute durante il matrimonio può essere validamente derogato da un accordo specifico tra le parti. I coniugi, nell’esercizio della loro autonomia contrattuale, sono liberi di definire le modalità della loro contribuzione alla vita familiare.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha sottolineato che la concezione della famiglia come un’entità superiore con interessi trascendenti rispetto a quelli dei singoli componenti è ormai superata. Oggi prevale una visione che valorizza l’autonomia dei singoli, i cui diritti e doveri sono coordinati e collegati. Di conseguenza, i coniugi possono liberamente stipulare accordi, non solo sugli aspetti patrimoniali, ma anche su quelli personali della loro vita, con il solo limite del rispetto dei diritti indisponibili (come quelli dei figli). L’accordo raggiunto via email, che stabiliva precise proporzioni di spesa (40% a carico della moglie, che in cambio usufruiva della casa coniugale e dell’auto di proprietà del marito), non era una semplice organizzazione, ma un vero e proprio patto vincolante finalizzato a regolare i rapporti economici familiari. Il Tribunale ha quindi errato nel non riconoscerne la validità e l’efficacia.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante punto di riferimento per le coppie. Stabilisce che gli accordi sulla gestione economica della famiglia, anche se informali come uno scambio di email, hanno piena validità legale e possono essere fatti valere in giudizio. Questo principio rafforza la libertà e la responsabilità dei coniugi nel definire autonomamente i loro rapporti patrimoniali, a condizione che tali patti siano chiari e non violino norme inderogabili. La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa al Tribunale di Roma per una nuova decisione che tenga conto di questo principio.

Un accordo sulla divisione delle spese familiari concluso tra coniugi prima della separazione è valido?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che un tale accordo è pienamente valido e vincolante, in quanto espressione dell’autonomia negoziale delle parti.

Uno scambio di email è sufficiente per creare un accordo vincolante tra coniugi?
Sì, secondo la sentenza, uno scambio di email può essere una prova sufficiente dell’esistenza di un accordo vincolante sulla ripartizione delle spese, se da esso emerge in modo inequivocabile la volontà delle parti di obbligarsi.

È sempre possibile chiedere il rimborso delle spese sostenute durante il matrimonio dopo la separazione?
No, di norma non è possibile perché tali spese rientrano nel dovere di contribuzione reciproca. Tuttavia, il rimborso diventa possibile se, come nel caso esaminato, esiste uno specifico e valido accordo tra i coniugi che preveda una precisa suddivisione dei costi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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