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Abuso contratti a termine: risarcimento per docenti

La Corte di Cassazione ha stabilito che la reiterazione di contratti a tempo determinato per i docenti di religione, protratta per oltre un triennio, costituisce un abuso. Sebbene non sia prevista la conversione del rapporto in tempo indeterminato, i docenti hanno diritto al risarcimento del danno per l’illegittimo utilizzo della contrattazione a termine da parte del Ministero dell’Istruzione. La Corte ha cassato la precedente sentenza d’appello, che aveva negato tale diritto, e ha rinviato il caso per una nuova valutazione del risarcimento dovuto.

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Pubblicato il 22 agosto 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Abuso Contratti a Termine: la Cassazione Riconosce il Diritto al Risarcimento per i Docenti di Religione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi sulla delicata questione della precarietà nel mondo della scuola, affermando un principio fondamentale a tutela dei docenti. La reiterazione dei contratti a tempo determinato per oltre tre anni costituisce un abuso contratti a termine e dà diritto a un risarcimento del danno, anche se non comporta la conversione automatica del rapporto in un impiego a tempo indeterminato. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dal ricorso di alcuni docenti di religione che per oltre un decennio avevano lavorato per il Ministero dell’Istruzione sulla base di una successione di contratti annuali. In primo grado, il Tribunale aveva riconosciuto il loro diritto al risarcimento del danno per l’abusiva reiterazione dei contratti, pur rigettando la richiesta di conversione a tempo indeterminato.

Contrariamente, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione, respingendo integralmente le domande dei docenti. Secondo i giudici d’appello, la successione dei contratti era giustificata da ‘ragioni obiettive’, consistenti nella necessità di adeguare l’organico al numero variabile di studenti che, anno dopo anno, scelgono di avvalersi dell’insegnamento della religione. I docenti, non soddisfatti, hanno quindi presentato ricorso in Cassazione.

L’Abuso dei Contratti a Termine e la Violazione della Normativa Europea

Il cuore della questione, affrontato nel secondo motivo di ricorso, riguarda la violazione della normativa italiana (Legge n. 186/2003) e della Direttiva europea 99/70/CE, che mira a prevenire l’abuso derivante dall’utilizzo di una successione di contratti a tempo determinato.

La Corte di Cassazione ha ritenuto questo motivo fondato, smontando la tesi delle ‘ragioni obiettive’ sostenuta dalla Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno chiarito che, nel regime speciale dei docenti di religione, il protrarsi di rapporti annuali per un periodo superiore a tre anni scolastici (anche non continuativi) costituisce un abuso. Questo vale sia in caso di rinnovi automatici, sia quando l’impiego è discontinuo ma supera complessivamente la soglia triennale.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha ribadito un orientamento già consolidato (richiamando la sentenza Cass. n. 18698/2022), secondo cui la necessità di far fronte a un fabbisogno stabile e durevole dell’amministrazione scolastica non può essere soddisfatta attraverso un uso illimitato di contratti a termine. Anche la variabilità del numero di studenti non è una ragione sufficiente a giustificare una precarietà a vita per i lavoratori.

L’abuso nell’utilizzo di tale strumento contrattuale fa sorgere il diritto dei docenti al risarcimento del cosiddetto ‘danno eurounitario’. Tale danno viene liquidato applicando i parametri previsti dalla legge (originariamente L. 183/2010, ora D.Lgs. 81/2015), oltre all’eventuale ristoro di un maggior danno, qualora provato dal lavoratore. La Corte ha specificato che, pur in presenza di un abuso, non è possibile ottenere la trasformazione di diritto del rapporto in uno a tempo indeterminato nel settore pubblico.

Conclusioni: Implicazioni per i Docenti Precari

La decisione della Corte di Cassazione ha un impatto significativo per tutti i docenti, e in particolare per quelli di religione, che operano in un regime di precarietà prolungata. La sentenza cassa la decisione della Corte d’Appello e rinvia la causa per una nuova valutazione che dovrà attenersi ai principi enunciati.

In pratica, viene riaffermato che lo Stato non può utilizzare la flessibilità come pretesto per mantenere i lavoratori in una condizione di incertezza perenne. Sebbene la stabilizzazione non sia una conseguenza diretta, il diritto al risarcimento del danno rappresenta un deterrente importante contro l’abuso dei contratti a termine e offre una tutela concreta ai lavoratori ingiustamente penalizzati.

La reiterazione di contratti a termine per i docenti di religione è sempre legittima?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il protrarsi di rapporti annuali, con rinnovo automatico o comunque per un periodo complessivo superiore a tre anni scolastici, costituisce un abuso nell’utilizzo della contrattazione a termine.

L’abuso dei contratti a termine dà diritto alla conversione del contratto in tempo indeterminato?
No, la sentenza chiarisce che l’abuso non comporta il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, ma fonda il diritto del lavoratore a ottenere un risarcimento del danno.

A quale tipo di risarcimento ha diritto il docente che subisce tale abuso?
Il docente ha diritto al risarcimento del cosiddetto ‘danno eurounitario’, la cui quantificazione segue specifici parametri di legge (come quelli indicati nell’art. 32, comma 5, della L. n. 183/2010 e successivi), oltre all’eventuale ristoro di un maggior danno, se provato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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