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Abilitazione insegnamento: Laurea e 24 CFU bastano?

La Corte di Cassazione ha stabilito che il possesso di una laurea e di 24 CFU non equivale ad una piena abilitazione insegnamento. Pertanto, un docente con questi titoli non ha diritto all’inserimento nella seconda fascia delle graduatorie d’istituto, riservata ai docenti abilitati, ma deve essere collocato in terza fascia. La Corte ha chiarito che tali requisiti consentono solo la partecipazione ai concorsi, mentre l’abilitazione si consegue unicamente con il superamento degli stessi.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Abilitazione Insegnamento: Laurea e 24 CFU Non Bastano per la Seconda Fascia

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione dibattuta nel mondo della scuola: il possesso della laurea e dei 24 Crediti Formativi Universitari (CFU) è sufficiente per essere considerati docenti abilitati? La risposta è no. Questa decisione chiarisce che tali titoli non equivalgono a una vera e propria abilitazione insegnamento e, di conseguenza, non danno diritto all’inserimento nella seconda fascia delle graduatorie d’istituto, riservata ai docenti qualificati.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla richiesta di un docente, laureato e in possesso dei 24 CFU in materie psico-pedagogiche, di essere inserito nella seconda fascia delle graduatorie di circolo e d’istituto delle province di Ascoli Piceno e Fermo. Sia il Tribunale di Fermo in primo grado, sia la Corte d’Appello di Ancona successivamente, avevano dato ragione al docente. Secondo i giudici di merito, le normative più recenti, in particolare il D.Lgs. 59/2017, avevano di fatto equiparato il possesso congiunto di laurea e 24 CFU all’abilitazione, almeno ai fini dell’accesso ai concorsi, e tale principio doveva estendersi anche all’inserimento nelle graduatorie per le supplenze.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, ritenendo errata questa interpretazione, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, sostenendo che i requisiti per partecipare a un concorso non possono essere confusi con il titolo di abilitazione vero e proprio.

La Decisione della Corte di Cassazione e le Motivazioni sull’abilitazione insegnamento

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Ministero, ribaltando completamente le decisioni dei gradi precedenti. La motivazione della Corte si fonda su una distinzione fondamentale e ontologica: quella tra “titolo di studio” e “titolo di abilitazione”.

Il legislatore, nel corso degli anni, ha sempre richiesto due requisiti distinti per l’insegnamento: un titolo di studio che attesti la competenza nella materia, e un titolo abilitante che comprovi l’idoneità alla professione docente. La laurea e i 24 CFU rientrano nella prima categoria, essendo i requisiti minimi per poter partecipare alle procedure concorsuali.

La Corte ha analizzato l’art. 5 del D.Lgs. n. 59/2017, evidenziando come la norma stessa sia chiara nel definire il possesso di laurea e 24 CFU come un “titolo di accesso al concorso”. È solo il superamento di tutte le prove del concorso che, come precisa il comma 4-ter della stessa disposizione, “costituisce abilitazione all’insegnamento”.

Di conseguenza, equiparare i requisiti di accesso al risultato finale (l’abilitazione) è un errore giuridico. La normativa non ha mai inteso creare un’equipollenza generale; ha semplicemente derogato, per fini specifici e transitori, al principio che richiederebbe il possesso dell’abilitazione anche solo per partecipare al concorso. L’abilitazione resta un traguardo che si consegue solo al termine di un percorso selettivo e formativo, come le vecchie SSIS, i TFA o, appunto, il superamento del concorso pubblico.

Le Conclusioni

La sentenza della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per migliaia di aspiranti docenti. Viene stabilito in modo inequivocabile che:

1. Laurea e 24 CFU non sono un’abilitazione: Questi titoli consentono esclusivamente di partecipare ai concorsi per la docenza.
2. Inserimento in Terza Fascia: I docenti in possesso di sola laurea (con i crediti necessari) e 24 CFU devono essere inseriti nella terza fascia delle graduatorie di circolo e d’istituto, e non nella seconda.
3. La Seconda Fascia è per gli Abilitati: L’accesso alla seconda fascia rimane riservato a coloro che hanno conseguito una specifica abilitazione all’insegnamento, ottenuta tramite i percorsi previsti dalla legge (es. superamento di un concorso).

In conclusione, la Corte ha cassato la sentenza d’appello e, decidendo nel merito, ha rigettato la domanda originaria del docente, ripristinando una chiara distinzione tra i requisiti di ammissione e la qualifica professionale finale. Le spese processuali sono state compensate tra le parti a causa della complessità e novità della questione giuridica.

Possedere una laurea e 24 CFU equivale a un’abilitazione all’insegnamento?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il possesso congiunto di laurea e 24 CFU non costituisce titolo di abilitazione all’insegnamento, ma è solo un requisito per la partecipazione ai concorsi.

In quale fascia delle graduatorie d’istituto deve essere inserito un docente con laurea e 24 CFU?
Secondo la sentenza, un docente con questi titoli deve essere inserito nella terza fascia delle graduatorie di circolo e di istituto, poiché la seconda fascia è riservata esclusivamente ai docenti in possesso di una specifica abilitazione.

Come si ottiene l’abilitazione all’insegnamento secondo la normativa attuale richiamata dalla Corte?
La sentenza specifica che l’abilitazione all’insegnamento si acquisisce unicamente con il superamento di tutte le prove delle procedure concorsuali, e non con il solo possesso dei titoli necessari per parteciparvi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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