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24 CFU abilitazione: non basta la laurea per le GPS

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 12210/2025, ha stabilito un principio fondamentale per il mondo della scuola. Il caso riguardava una docente che, in possesso di laurea e 24 CFU, richiedeva l’inserimento nelle fasce più alte delle graduatorie per le supplenze (GPS e graduatorie d’istituto), equiparando i suoi titoli a un’abilitazione all’insegnamento. Mentre la Corte d’Appello le aveva dato ragione, la Cassazione ha ribaltato la decisione. I giudici hanno chiarito che la laurea e i 24 CFU costituiscono unicamente un requisito per partecipare ai concorsi, ma non equivalgono al ‘titolo di abilitazione’, che si ottiene solo con il superamento di specifici percorsi o concorsi. Di conseguenza, il possesso dei soli 24 CFU e della laurea non è sufficiente per accedere alle fasce riservate ai docenti abilitati.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

24 CFU e Abilitazione: La Cassazione Mette un Punto Fermo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto chiarezza su una questione cruciale per migliaia di aspiranti docenti: il valore del possesso della laurea congiunto ai 24 CFU per l’abilitazione all’insegnamento. La Suprema Corte ha stabilito che questi titoli, sebbene indispensabili, non sono equiparabili alla qualifica abilitante necessaria per l’inserimento nelle fasce più alte delle graduatorie, come la prima fascia GPS e la seconda fascia delle graduatorie d’istituto.

I Fatti del Caso

La vicenda nasce dal ricorso di un’aspirante docente, in possesso di una laurea in Economia e Commercio e dei 24 crediti formativi universitari (CFU) nelle discipline antropo-psico-pedagogiche. La docente chiedeva di essere inserita nella prima fascia delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) e nella seconda delle graduatorie di circolo e di istituto, sostenendo che il possesso congiunto di laurea e 24 CFU fosse un titolo intrinsecamente abilitante.

Inizialmente, il Tribunale aveva respinto la sua richiesta. Successivamente, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione, accogliendo le ragioni della docente e dichiarando il suo diritto all’inserimento nelle fasce superiori. Contro questa sentenza, il Ministero dell’Istruzione ha proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte e il Principio sui 24 CFU Abilitazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Ministero, cassando la sentenza d’appello e rigettando definitivamente la domanda originaria della docente. Il principio di diritto affermato è netto: esiste una differenza ontologica e giuridica tra ‘titolo di studio’ e ‘titolo di abilitazione’.

I giudici hanno specificato che il possesso della laurea e dei 24 CFU, ai sensi della normativa vigente (in particolare il d.lgs. n. 59/2017), costituisce esclusivamente un requisito necessario per poter partecipare alle procedure concorsuali. L’abilitazione vera e propria, invece, si consegue solo all’esito positivo di tali procedure.

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su un’attenta analisi della legislazione scolastica, evidenziando come il legislatore abbia sempre distinto i percorsi per ottenere un titolo accademico da quelli per conseguire una specifica abilitazione professionale.

1. Distinzione tra Titoli: La laurea e i 24 CFU sono un ‘titolo di studio’ che apre le porte al concorso. L’abilitazione è una qualifica successiva, che attesta la specifica idoneità all’insegnamento e si ottiene solo superando il concorso stesso o altri percorsi dedicati (come le SSIS o i TFA in passato).

2. Normativa sulle Graduatorie: Le norme che regolano le graduatorie, sia quelle d’istituto (d.m. 13 giugno 2007) sia le GPS (istituite con l’O.M. 60/2020), riservano le fasce più alte (la seconda per le graduatorie d’istituto e la prima per le GPS) esclusivamente ai docenti già in possesso di uno ‘specifico titolo di abilitazione’. Gli aspiranti con il solo titolo di studio e i 24 CFU devono invece trovare collocazione nelle fasce inferiori (la terza per le graduatorie d’istituto e la seconda per le GPS).

3. Ratio della Legge: La Corte ha spiegato che equiparare i requisiti di accesso al concorso con l’abilitazione stessa svuoterebbe di significato l’intero sistema di reclutamento, che prevede una selezione basata sul merito per certificare la competenza didattica dei futuri insegnanti.

Conclusioni: Le Implicazioni per gli Aspiranti Docenti

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale ormai chiaro e fornisce certezza giuridica a tutto il settore. Per gli aspiranti docenti, le implicazioni sono dirette:

* Il possesso di laurea e 24 CFU non è sufficiente per essere considerati ‘abilitati’.
* Per accedere alle fasce delle graduatorie riservate ai docenti abilitati, è indispensabile superare con successo un concorso pubblico o aver completato un percorso abilitante riconosciuto.
* Gli aspiranti non abilitati possono comunque inserirsi nelle graduatorie, ma nelle fasce a loro dedicate, concorrendo per le supplenze da tali elenchi.

Il possesso di una laurea e di 24 CFU equivale a un’abilitazione all’insegnamento?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la laurea e i 24 CFU sono solo un requisito di accesso ai concorsi per l’abilitazione, ma non costituiscono di per sé un titolo di abilitazione all’insegnamento.

In quale fascia delle graduatorie può essere inserito un aspirante docente con laurea e 24 CFU?
Secondo la sentenza, questi aspiranti docenti devono essere inseriti nella terza fascia delle graduatorie di circolo e di istituto e nella seconda fascia delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), non in quelle superiori riservate ai docenti già abilitati.

Perché la Corte di Cassazione distingue tra ‘titolo di studio’ e ‘titolo di abilitazione’?
La Corte sottolinea una diversità sostanziale: il ‘titolo di studio’ (es. laurea) attesta il completamento di un percorso accademico, mentre il ‘titolo di abilitazione’ si consegue solo al termine di specifici percorsi o superando un concorso pubblico, che ne certifica l’effettiva idoneità alla professione docente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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