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Diritto Civile

Riconoscimento vizi cosa venduta: la Cassazione decide
Una società acquirente ottiene la risoluzione del contratto e la restituzione del prezzo per un macchinario difettoso. La Cassazione conferma la decisione, sottolineando che il riconoscimento vizi cosa venduta da parte del venditore rende superflua la denuncia nei termini di legge.
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Onere della prova: no 2932 se il mutuo è incerto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12848/2024, ha rigettato il ricorso di una promissaria acquirente che richiedeva il trasferimento coattivo di un immobile. La decisione si fonda sulla mancata assoluzione dell'onere della prova da parte della ricorrente, la quale non ha fornito in giudizio gli elementi necessari a definire con certezza le modalità di pagamento del prezzo, in particolare i dettagli del mutuo ipotecario da accollarsi. L'incertezza su tali elementi impedisce al giudice di emettere la sentenza costitutiva ex art. 2932 c.c.
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Domanda nuova in appello: Cassazione annulla sentenza
Un'impresa acquista un distributore automatico difettoso tramite leasing. Dopo una condanna in appello, la Corte di Cassazione annulla la decisione perché la richiesta di risarcimento danni era stata modificata, configurando una 'domanda nuova in appello'. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione, stabilendo il principio che non si possono chiedere in appello danni diversi da quelli richiesti in primo grado.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali
Una società appaltante, dopo aver perso in appello in una causa relativa a un contratto di subappalto, ha presentato ricorso in Cassazione. Successivamente, ha effettuato una rinuncia al ricorso. La Corte Suprema ha dichiarato l'estinzione del giudizio, condannando la parte rinunciante al pagamento delle spese legali a favore della controparte, anche in assenza di un'accettazione formale della rinuncia.
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Denuncia dei vizi: quando decorre il termine?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12814/2024, ha rigettato il ricorso di due committenti riguardo i vizi di un impianto idraulico. La Corte ha stabilito che il termine per la denuncia dei vizi decorre dal momento in cui i committenti acquisiscono una sufficiente consapevolezza del difetto, non essendo necessario attendere l'esito di perizie tecniche. Nel caso di specie, i committenti erano a conoscenza dei problemi già dal 2006, ma hanno sporto denuncia solo nel 2010, risultando quindi tardivi e perdendo il diritto alla garanzia.
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Accordo transattivo: come libera il co-debitore
La Corte di Cassazione ha stabilito che un direttore dei lavori è liberato da responsabilità grazie a un accordo transattivo stipulato tra i committenti e l'impresa costruttrice. Sebbene il professionista non avesse assunto obblighi diretti, la rinuncia dei committenti a ogni pretesa nei suoi confronti, contenuta nell'accordo, è stata ritenuta decisiva. La Corte ha chiarito che, sottoscrivendo l'atto, il direttore dei lavori ha manifestato la volontà di approfittare della transazione, estinguendo l'obbligazione originaria nei suoi confronti, anche a fronte del successivo inadempimento dell'impresa.
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Provvigione agente: sì alla transazione tra le parti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12816/2024, ha stabilito un importante principio in materia di provvigione agente. Se il preponente e il cliente concludono una transazione che comporta la mancata esecuzione di un contratto procurato dall'agente, a quest'ultimo spetta una provvigione ridotta ai sensi dell'art. 1748, co. 5, c.c. sulla parte non eseguita. La Corte ha chiarito che, sebbene la provvigione piena non sia dovuta sulla somma transattiva (in quanto non è corrispettivo per affari conclusi), l'accordo che estingue il rapporto contrattuale rientra nella previsione di legge che tutela l'agente.
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Compenso avvocato: l’attività stragiudiziale connessa
Un avvocato ha richiesto il saldo del suo compenso, distinguendo tra attività stragiudiziale e giudiziale per la nomina di un arbitro. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il compenso avvocato per l'attività stragiudiziale non è dovuto separatamente se questa è funzionale e connessa a quella giudiziale e priva di autonomia. Inoltre, ha chiarito che il procedimento per la nomina di un arbitro rientra nella volontaria giurisdizione, con tariffe inferiori a quelle dell'arbitrato vero e proprio.
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Contratto di appalto: installazione e garanzia
La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che qualifica come contratto di appalto, e non vendita, la fornitura e installazione di un sistema di videosorveglianza. La Corte ha stabilito che se l'installatore interviene per riparare i difetti, riconosce la propria responsabilità, superando i termini di decadenza e prescrizione per la garanzia. Di conseguenza, ha confermato la risoluzione del contratto e la condanna dell'installatore alla restituzione del prezzo pagato dal cliente insoddisfatto.
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Responsabilità del committente: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di danni a un immobile a seguito di lavori di ristrutturazione sul fondo vicino. L'ordinanza chiarisce la netta distinzione tra la responsabilità del committente per danni derivanti dalla cosa in custodia (art. 2051 c.c.) e quella per danni causati dall'attività dell'appaltatore (art. 2043 c.c.). La Corte ha annullato la decisione di merito che aveva erroneamente confuso le due fattispecie, stabilendo che il committente risponde per l'operato dell'appaltatore solo in casi specifici, come la "culpa in eligendo" o l'imposizione di direttive vincolanti.
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Revoca contributo pubblico: l’onere della prova
Un'imprenditrice si è vista revocare un contributo pubblico per non aver avviato un'attività ricettiva a seguito di un evento sismico che ha danneggiato l'immobile. Nonostante le proroghe, non è riuscita a rispettare la scadenza finale. I tribunali di merito hanno confermato la revoca del contributo pubblico, sostenendo che l'imprenditrice non avesse fornito prove sufficienti a dimostrare che la causa di forza maggiore persistesse alla data della scadenza. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che l'onere di provare la persistenza dell'impedimento spetta al beneficiario e ribadendo i limiti procedurali del ricorso in caso di doppia decisione conforme.
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Clausola risolutiva espressa: legittimo il recesso?
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del recesso immediato da un contratto di agenzia a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi di vendita (budget) da parte dell'agente. La decisione si fonda sulla validità della clausola risolutiva espressa inserita nel contratto, che trasforma l'obbligazione dell'agente da obbligazione di mezzi a obbligazione di risultato. Di conseguenza, spetta all'agente dimostrare che l'inadempimento non è a lui imputabile.
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Bonifico domiciliato: responsabilità per pagamento errato
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di pagamento di un bonifico domiciliato a un soggetto non legittimato che ha presentato un documento di identità falso. La società ordinante aveva citato in giudizio l'istituto pagatore per inadempimento. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che la responsabilità dell'istituto pagatore è di natura contrattuale e va valutata secondo il criterio della diligenza professionale (art. 1176 c.c.). L'istituto non è responsabile se dimostra di aver agito con la dovuta diligenza nell'identificare il beneficiario, verificando la corrispondenza dei dati, il codice fiscale e la password, anche se il documento si è poi rivelato falso. Non è stato ritenuto necessario, in assenza di previsione contrattuale, richiedere un secondo documento di identità.
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Foro convenzionale: estensione a contratti collegati
La Corte di Cassazione ha stabilito che la clausola di foro convenzionale inserita in un contratto di locazione si estende a tutte le controversie relative a un'operazione economica complessa, anche se articolata in più contratti collegati (come compravendita e convenzioni integrative). La Corte ha chiarito che, se la clausola è formulata in modo ampio (es. "qualsiasi controversia"), essa include non solo le pretese contrattuali ma anche quelle extracontrattuali (aquiliane) nate nell'ambito della stessa operazione. Pertanto, il foro scelto dalle parti ha competenza esclusiva, prevalendo sui criteri legali. Il ricorso è stato rigettato, confermando la competenza del tribunale indicato nel contratto.
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Revoca del contributo: il sisma non basta a provare
Un imprenditore, beneficiario di un finanziamento regionale per un'attività ricettiva, subiva la revoca del contributo per non aver avviato l'impresa entro i termini. L'immobile era stato danneggiato da un sisma, ma l'imprenditore non è riuscito a dimostrare che tale evento costituisse una causa di forza maggiore che gli ha impedito di adempiere per tutto il periodo richiesto. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei giudici di merito, dichiarando il ricorso inammissibile e sottolineando l'importanza dell'onere probatorio a carico del beneficiario.
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Impegno del venditore: quando nasce una nuova obbligazione
La Cassazione chiarisce che l'impegno del venditore a eliminare i vizi di un immobile non crea automaticamente una nuova obbligazione. Se il compratore non accetta l'offerta di riparazione, l'unica azione disponibile resta quella di garanzia, soggetta alla prescrizione annuale. L'impegno del venditore, se non accettato, ha solo l'effetto di interrompere la prescrizione, non di trasformarla in decennale. Il ricorso dei compratori è stato rigettato.
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Contratto agente sportivo: validità e norme FIGC
La Corte di Cassazione ha esaminato la validità di un contratto di agente sportivo contestato da una società calcistica. La società sosteneva la nullità dell'accordo per violazione delle norme federali e il mancato avveramento di una condizione per il pagamento della provvigione. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che le presunte violazioni normative dovevano essere sollevate nei gradi di merito e non per la prima volta in Cassazione. Inoltre, la verifica sull'avveramento della condizione contrattuale costituisce un accertamento di fatto non sindacabile in sede di legittimità, confermando così l'obbligo di pagamento della provvigione.
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Simulazione assoluta: prova con presunzioni
Una società, dopo aver promesso in vendita un immobile a un primo acquirente, lo vende a una terza persona per sottrarlo all'esecuzione forzata. Il promissario acquirente agisce in giudizio e ottiene una sentenza che dichiara la seconda vendita una simulazione assoluta. La Corte di Cassazione conferma la decisione, ribadendo che i terzi danneggiati possono provare la simulazione tramite un insieme di indizi gravi, precisi e concordanti (presunzioni), la cui valutazione di merito, se logica e coerente, è insindacabile in sede di legittimità.
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Ricorso inammissibile: valutazione fatti in Cassazione
Una società impugnava la propria dichiarazione di fallimento, sostenendo l'insussistenza del credito vantato dall'ente creditore. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo il principio secondo cui il giudizio di legittimità non può trasformarsi in un terzo grado di merito per una nuova valutazione dei fatti o dell'interpretazione contrattuale, compiti che spettano esclusivamente ai giudici dei gradi precedenti.
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Pagamento a soggetto non legittimato: la diligenza
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di un pagamento a soggetto non legittimato, effettuato da un intermediario finanziario a un truffatore in possesso di un documento falso. La Corte ha rigettato il ricorso della società ordinante, stabilendo che l'intermediario ha agito con la dovuta diligenza professionale verificando un solo documento d'identità, il codice fiscale e la password, conformemente alle prassi e alle condizioni contrattuali. La mancata produzione della copia del documento in giudizio non costituisce, di per sé, prova di negligenza.
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