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Diritto Civile

Statuto associazione: limiti alla candidatura interna
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso riguardante la legittimità di una clausola dello statuto di un'associazione che escludeva due membri dalla candidatura a cariche interne. I tribunali di primo e secondo grado avevano annullato tali esclusioni. Data la pendenza di altri ricorsi simili tra le stesse parti e sullo stesso tema, la Suprema Corte ha emesso un'ordinanza interlocutoria, rinviando la causa per una trattazione congiunta. L'obiettivo è garantire una decisione coerente sulla validità dello statuto associazione in questione.
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Divisione bene comune e funzionalità: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9911/2024, ha stabilito che la divisione di un bene comune non può essere disposta se ne compromette la funzione essenziale. Nel caso specifico di una strada condivisa che serve da accesso a più proprietà, il diritto alla divisione sancito dall'art. 1111 c.c. cede il passo al divieto di cui all'art. 1112 c.c., che tutela l'uso a cui il bene è destinato. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva dato prevalenza assoluta al diritto di sciogliere la comunione, senza valutare l'effettiva funzione della strada.
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Terzo mandato avvocati: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, Sezioni Unite, ha stabilito che ai fini del divieto di terzo mandato consecutivo per i consiglieri degli ordini forensi, un mandato si considera interamente espletato anche se interrotto da dimissioni anticipate. La sentenza chiarisce che rileva la durata 'oggettiva' della consiliatura per cui si è stati eletti, e non la durata 'soggettiva' del servizio effettivamente prestato. Pertanto, un avvocato che ha già svolto due mandati consecutivi non può ricandidarsi immediatamente, anche se uno dei due mandati è durato meno di due anni a causa di dimissioni.
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Responsabilità del notaio: visure ipotecarie omesse
Una società immobiliare acquista un bene senza che il notaio rilevi un'ipoteca esistente. Successivamente, per evitare l'espropriazione, la società paga il creditore e si accorda per la cancellazione dell'ipoteca. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione di merito, afferma la piena responsabilità del notaio, stabilendo che il danno non è più potenziale ma certo, e corrisponde alla somma pagata dall'acquirente per liberare l'immobile. La sentenza chiarisce che la transazione con il creditore non elimina il danno, ma lo concretizza, obbligando il notaio negligente al risarcimento.
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Impugnazione elezioni associazione: rinvio al ruolo
La Corte di Cassazione esamina il ricorso di un'associazione di categoria contro la sentenza che annullava le sue elezioni interne su richiesta di un associato. L'associazione ha sollevato otto motivi di ricorso, contestando la decisione di merito. La Corte, rilevando la pendenza di altri due ricorsi simili tra le stesse parti e sulla stessa questione statutaria, ha emesso un'ordinanza interlocutoria. Invece di decidere nel merito, ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo per permettere una trattazione congiunta di tutti i ricorsi, al fine di garantire una decisione coerente. L'impugnazione delle elezioni dell'associazione resta quindi in attesa di una pronuncia definitiva.
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Divisione del testatore: quando è vincolante?
Un testamento che intendeva prevenire liti tra fratelli ha dato origine a una causa sulla corretta interpretazione della volontà del defunto. La Corte di Cassazione chiarisce i limiti della divisione del testatore, stabilendo che l'uso di espressioni come 'intendo che i miei beni vengano divisi' configura la dettatura di regole per una futura divisione (art. 733 c.c.) e non una divisione diretta e immediata (art. 734 c.c.), che impedirebbe il sorgere della comunione ereditaria. La Corte ha quindi rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito.
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Sentenza Giudice di Pace: quando l’appello è negato?
Un erede impugna in Cassazione una sentenza giudice di pace sfavorevole, emessa in una controversia su una bolletta energetica. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, chiarendo che per tali sentenze l'unico rimedio è l'appello a motivi limitati, non il ricorso diretto in Cassazione.
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Responsabilità PA per falso affidamento su slot machine
L'Agenzia statale, successore dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, è stata condannata a risarcire i danni subiti da alcuni operatori del settore del gioco. Gli operatori avevano acquistato apparecchi da intrattenimento basandosi su nulla osta rilasciati dall'amministrazione, che si sono poi rivelati non conformi alla legge. La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità della PA per aver generato un 'falso affidamento', respingendo la tesi difensiva che la colpa fosse dell'ente terzo incaricato della certificazione tecnica. La Corte ha chiarito che, anche se l'attività di verifica è esternalizzata, la Pubblica Amministrazione rimane direttamente responsabile verso i terzi per i propri atti ufficiali.
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Cessione del credito: notifica al debitore è decisiva
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in assenza di una notifica formale della cessione del credito, il debitore è liberato dal suo obbligo se paga al creditore originario o ai suoi eredi. Il caso riguardava un acquirente immobiliare incerto su a chi versare il saldo del prezzo dopo la morte della venditrice, data una presunta cessione del credito al procuratore di quest'ultima. La Suprema Corte ha cassato la decisione d'appello, affermando che la semplice conoscenza del rapporto tra venditrice e procuratore non implica la conoscenza della cessione, rendendo inefficace la pretesa del cessionario nei confronti del debitore.
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Contratto di franchising: obblighi e buona fede
Una società affiliata ha risolto unilateralmente il proprio contratto di franchising, accusando l'affiliante di concorrenza sleale per l'apertura di nuovi punti vendita. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, ritenendo illegittima la risoluzione dell'affiliato e configurandola come un grave inadempimento. La sentenza chiarisce i limiti dell'obbligo di buona fede in assenza di una clausola di esclusiva territoriale, sottolineando l'importanza della chiara pattuizione contrattuale.
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Equa Riparazione: perenzione e durata del processo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9803/2024, ha stabilito che l'equa riparazione per l'irragionevole durata di un processo spetta per l'intera sua estensione, anche qualora il giudizio venga dichiarato estinto per perenzione. La Cassazione ha cassato la decisione della Corte d'Appello che aveva escluso dal calcolo il periodo successivo all'entrata in vigore del codice del processo amministrativo, riaffermando che la perenzione non cancella il diritto al risarcimento per il ritardo già accumulato.
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Terzo mandato consecutivo: stop della Cassazione
La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha annullato una decisione del Consiglio Nazionale Forense, stabilendo che il divieto di terzo mandato consecutivo per i consiglieri degli Ordini degli Avvocati deve essere interpretato in modo rigoroso e oggettivo. Secondo la Corte, né le dimissioni volontarie prima della fine del mandato, né la mancata partecipazione a una consiliatura di durata inferiore a due anni (infrabiennale) sono sufficienti a interrompere la consecutività. La nozione di 'mandato' fa riferimento alla durata legale dell'intero organo consiliare, non al periodo di servizio effettivo del singolo consigliere, al fine di garantire il ricambio generazionale e prevenire la cristallizzazione delle cariche.
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Estinzione del giudizio: rinuncia e spese legali
Un consorzio agricolo ha richiesto il rimborso di un premio assicurativo anticipato a un associato, il quale ha negato l'esistenza del rapporto. Dopo due sentenze sfavorevoli, l'associato ha presentato ricorso in Cassazione, per poi rinunciarvi. La Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio, compensando le spese legali tra le parti in accoglimento della proposta contenuta nell'atto di rinuncia.
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Terzo mandato consecutivo: Cassazione chiarisce
Le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito che, ai fini del divieto di terzo mandato consecutivo per i consiglieri degli Ordini forensi, le dimissioni anticipate non interrompono la consecutività. Il mandato va considerato nella sua durata legale 'oggettiva', non in quella 'soggettiva' effettivamente svolta dal singolo. La Corte ha cassato la decisione del Consiglio Nazionale Forense che aveva ritenuto legittime le candidature di due avvocati.
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Divieto terzo mandato: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9771/2024, ha stabilito i criteri per il divieto del terzo mandato consecutivo nei consigli degli ordini forensi. La ricandidatura dopo due mandati è possibile solo se è trascorso un periodo di tempo uguale alla durata effettiva dell'ultimo mandato svolto. Non è sufficiente 'saltare' la consiliatura successiva se questa ha una durata inferiore al mandato precedente, poiché verrebbe violata la ratio della norma volta a garantire il ricambio generazionale.
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Arricchimento senza causa: la giurisdizione civile
Un'impresa produttrice di energia rinnovabile ha citato in giudizio il gestore pubblico per arricchimento senza causa, sostenendo che quest'ultimo avesse tratto profitto dalla sua energia dopo aver negato gli incentivi. La Corte di Cassazione ha stabilito che la giurisdizione appartiene al giudice ordinario e non a quello amministrativo, poiché la domanda si fonda su un comportamento di fatto (l'asserito arricchimento) e non sulla contestazione dell'esercizio di un potere pubblico. La decisione chiarisce i confini della giurisdizione in materia di arricchimento senza causa nei confronti di enti pubblici.
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Impugnazione elezioni forensi: termine e preferenze
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9749/2024, ha chiarito due aspetti fondamentali in tema di impugnazione elezioni forensi. In primo luogo, ha stabilito che il termine per contestare i risultati decorre dalla proclamazione degli eletti e non dalla mera pubblicazione dei risultati dello scrutinio, accogliendo il primo motivo di ricorso. Tuttavia, ha respinto il secondo motivo, confermando che è legittimo superare il limite standard di preferenze (2/3 degli eleggibili) se ciò è finalizzato a garantire la rappresentanza di entrambi i generi, purché non si superi il numero totale di candidati eleggibili. Di conseguenza, il ricorso è stato rigettato nel merito.
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Comodato precario: rilascio immobile e onere prova
Un proprietario ha ottenuto il rilascio immediato di due immobili occupati senza titolo da un'ex socia di una società conduttrice, ormai cancellata. La relazione è stata qualificata come comodato precario. La richiesta di indennità di occupazione è stata respinta per mancanza di prove sul danno.
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Accordo verbale: quando è vincolante per l’azienda?
Un'azienda si opponeva a un decreto ingiuntivo per il mancato pagamento di borse di studio promesse verbalmente a una scuola di formazione. Il Tribunale ha confermato che l'accordo verbale era un contratto vincolante, poiché sostenuto da un preciso interesse commerciale dell'azienda e non da semplice spirito di liberalità, rigettando quindi l'opposizione.
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Cessione in blocco: prova con Gazzetta Ufficiale
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un garante che contestava la titolarità di un credito in capo a una società di cartolarizzazione. La Corte ha ribadito un principio consolidato: nella cessione in blocco di crediti bancari, la pubblicazione dell'avviso in Gazzetta Ufficiale è una prova sufficiente del trasferimento, senza la necessità di produrre in giudizio il contratto di cessione specifico. Questa pronuncia consolida le formalità probatorie a carico delle società cessionarie.
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