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Diritto Civile

Prescrizione medici: 5 anni per tardiva attuazione UE

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16122/2025, ha stabilito che il diritto al risarcimento del danno per i medici specializzandi, a causa della tardiva attuazione di direttive europee, è soggetto alla prescrizione di cinque anni a partire dal 1° gennaio 2012, data di entrata in vigore della L. 183/2011. Questa legge ha ridotto il precedente termine decennale. La Corte ha applicato il principio secondo cui la nuova legge si applica ai termini in corso, calcolando il nuovo termine dalla sua entrata in vigore. Di conseguenza, il ricorso di un medico, sebbene basato su un diritto sorto in precedenza, è stato respinto perché l’azione legale è stata intrapresa dopo la scadenza del nuovo termine quinquennale.

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Compenso custodia giudiziaria: usi locali prevalgono

Una società incaricata della custodia giudiziaria di parti automobilistiche si è opposta al compenso inizialmente liquidato, ritenuto esiguo. Il Tribunale ha accolto l’opposizione, aumentando l’importo sulla base delle tariffe locali. L’amministrazione statale ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo una prescrizione parziale e la necessità di applicare riduzioni tariffarie per analogia. La Suprema Corte ha respinto il ricorso, stabilendo che per il calcolo del compenso custodia giudiziaria per beni non specificamente tariffati, il criterio corretto è quello degli ‘usi locali’, che il custode aveva debitamente provato, escludendo l’applicazione analogica di altre norme.

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Obblighi restitutori: il giudicato chiude la porta

Una società finanziaria ha perso il suo ricorso per ottenere la restituzione di oltre 2.7 milioni di euro. La Cassazione ha confermato che la questione degli obblighi restitutori era già stata decisa e respinta in una precedente sentenza, divenuta definitiva. Pertanto, la nuova richiesta è stata rigettata per effetto del giudicato, precludendo ulteriori azioni.

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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha confermato il suo orientamento consolidato in materia di prescrizione per i medici specializzandi. Il diritto al risarcimento del danno per la mancata attuazione di direttive europee sull’adeguata retribuzione si prescrive in dieci anni a partire dal 27 ottobre 1999. L’ordinanza dichiara inammissibile il ricorso di un medico, ribadendo che la questione è stata risolta da tempo e che non sussistono elementi per modificare la giurisprudenza esistente. Questa decisione consolida il principio della certezza del diritto e chiude la porta a nuove azioni legali basate su questa specifica pretesa se non esercitate tempestivamente.

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Azione revocatoria: prova del danno e oneri del terzo

La Corte di Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito in un caso di azione revocatoria, rigettando il ricorso del terzo acquirente di un immobile. L’ordinanza chiarisce i principi sulla prova del danno al creditore (*eventus damni*), sulla ripartizione dell’onere probatorio e sull’utilizzo delle presunzioni per dimostrare la consapevolezza del pregiudizio. La Corte ha ritenuto che la variazione qualitativa del patrimonio del debitore, che rende più incerta la riscossione del credito, è sufficiente a integrare il requisito del danno.

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Responsabilità del committente: quando paga i danni?

Una società energetica ha subito il danneggiamento di un cavo interrato durante lavori di scavo commissionati da una società di distribuzione gas a un’impresa appaltatrice. La Corte di Cassazione ha escluso la responsabilità del committente, chiarendo che la cosiddetta “culpa in eligendo” (colpa nella scelta dell’appaltatore) deve essere provata dal danneggiato. Non è sufficiente il solo verificarsi del danno per affermare la negligenza del committente nella selezione dell’impresa. L’ordinanza sottolinea che questo tipo di responsabilità rientra nell’ambito dell’art. 2043 c.c. e non costituisce una forma di responsabilità oggettiva.

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Contratti sanitari retroattivi: la Cassazione decide

Una struttura sanitaria privata ha citato in giudizio un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) per il mancato pagamento di prestazioni fornite, a seguito dell’applicazione di uno sconto. La Corte d’Appello aveva respinto la domanda, dubitando della validità retroattiva dei contratti e della prova dell’accreditamento della struttura. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, affermando la legittimità dei contratti sanitari retroattivi, che possono cioè coprire prestazioni già erogate prima della firma, e riconoscendo la formazione di un giudicato interno sulla questione dell’accreditamento, che non poteva essere riesaminata. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Cessata materia del contendere: il caso si estingue

La Corte di Cassazione dichiara la cessata materia del contendere in un ricorso per revocazione presentato da un gruppo di medici. La decisione è motivata dal fatto che la sentenza d’appello, oggetto del ricorso, era già stata annullata con rinvio dalla stessa Corte in un altro procedimento, rendendo inutile una pronuncia sulla revocazione.

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Preavviso di rigetto: non è un atto definitivo

La Corte di Cassazione ha stabilito che un’ordinanza di espulsione non può basarsi su un semplice ‘preavviso di rigetto’ relativo a una domanda di emersione. Tale avviso non è un atto definitivo, ma una comunicazione interlocutoria che consente al cittadino di presentare osservazioni. La legge, infatti, sospende i provvedimenti di espulsione in pendenza della definizione della pratica di sanatoria. Di conseguenza, il provvedimento del Giudice di Pace che aveva confermato l’espulsione è stato annullato con rinvio per una nuova valutazione.

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Responsabilità Direttore Lavori: La Guida Completa

Un caso di appalto con vizi costruttivi porta la Cassazione a definire la responsabilità direttore lavori. La Corte conferma la sua natura contrattuale verso il committente, con prescrizione decennale, e la sua solidarietà con l’appaltatore per omessa vigilanza, rigettando sia il suo ricorso che quello incidentale del committente.

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Delibera condominiale nulla: il limite dell'assemblea

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha confermato un principio fondamentale del diritto condominiale: una delibera è nulla se invade la sfera della proprietà privata dei singoli condòmini. Nello specifico, l’assemblea non può imporre a un proprietario di concedere il passaggio attraverso il suo appartamento per accedere a parti comuni (come il tetto), né può deliberare la creazione di una servitù di scolo delle acque su un fondo altrui. Tali decisioni, eccedendo le competenze gestionali dell’assemblea, rendono la delibera condominiale nulla per impossibilità giuridica dell’oggetto, confermando che per disporre di beni privati è necessario il consenso unanime dei proprietari.

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Produzione documenti in appello: limiti e prove

Una richiesta di risarcimento danni per una strage storica viene respinta a causa di un errore procedurale. La Cassazione conferma che la prova decisiva della qualità di erede, presentata per la prima volta in secondo grado, è inammissibile. L’ordinanza sottolinea i rigidi limiti alla produzione documenti in appello, rendendo la diligenza in primo grado fondamentale per l’esito della causa.

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Recesso ad nutum: quando non è abuso del diritto

Una società immobiliare si opponeva alla restituzione di un finanziamento ricevuto in base a un contratto preliminare, dopo che la controparte aveva esercitato il diritto di recesso ad nutum. La Cassazione ha confermato la legittimità del recesso, escludendo l’abuso del diritto, poiché motivato dalla sopravvenienza di un sequestro preventivo sui beni della società venditrice, un fatto che giustificava la tutela degli interessi della parte acquirente.

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Erede con beneficio d'inventario: spese legali limitate?

La Corte di Cassazione esamina il caso di un erede con beneficio d’inventario condannato al pagamento delle spese legali. L’ordinanza interlocutoria solleva un’importante questione giuridica: tale condanna deve essere limitata al valore dei beni ereditati? Riconoscendo la complessità del tema e le sue implicazioni, la Corte ha rinviato la decisione a una pubblica udienza per un approfondimento, sospendendo il giudizio sull’applicabilità del principio ‘intra vires’ alle spese processuali.

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Risarcimento danno voto: non basta la lesione del diritto

Un cittadino chiede il risarcimento del danno per non aver potuto votare a un referendum a causa di un ritardo del Comune nel reinserirlo nelle liste elettorali. La Cassazione ha negato il risarcimento danno voto, affermando che la semplice lesione del diritto non è sufficiente. È necessaria la prova di un danno-conseguenza concreto, che l’attore non ha fornito.

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Prescrizione medici specializzandi: Cassazione conferma

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16403/2025, ha confermato il proprio orientamento consolidato sulla prescrizione dei crediti dei medici specializzandi per la mancata remunerazione durante la specializzazione tra il 1983 e il 1991. Il termine di prescrizione decennale decorre dal 27 ottobre 1999. La Corte ha tuttavia accolto il motivo di ricorso relativo alla condanna alle spese, annullando la statuizione che obbligava i ricorrenti a pagare le spese legali a favore dell’amministrazione statale, rimasta contumace in appello.

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Vittime di mafia: l'estraneità è requisito essenziale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso degli eredi di una vittima di un omicidio di stampo mafioso, negando l’accesso al Fondo di solidarietà. La sentenza stabilisce che il requisito della totale estraneità della vittima agli ambienti criminali è una condizione originaria e imprescindibile per ottenere il beneficio. Secondo la Corte, l’onere di dimostrare tale estraneità ricade interamente sul richiedente. La decisione chiarisce che le modifiche legislative successive, che hanno esplicitato tale requisito, hanno una natura meramente ricognitiva e si applicano anche alle istanze non ancora definite da una sentenza passata in giudicato.

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Eccezione di inadempimento: canone non dovuto alla P.A.

Un ente locale emetteva un’ingiunzione di pagamento a due operatori di taxi acqueo per il canone di utilizzo dei pontili. Gli operatori si opponevano, sollevando l’eccezione di inadempimento per le gravi carenze di sicurezza dei pontili. La Corte d’Appello accoglieva la loro tesi, ritenendo legittimo il rifiuto di pagare il canone a fronte dell’inadempimento dell’ente. La Corte di Cassazione ha poi dichiarato l’estinzione del giudizio per rinuncia al ricorso da parte dell’ente stesso.

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Remunerazione Specializzandi: No a Rimborsi Retroattivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specializzatisi tra il 1990 e il 2000, i quali richiedevano un adeguamento economico della loro borsa di studio a quella, più elevata, percepita dai colleghi iscritti dopo il 2006. La Corte ha stabilito che nessuna norma europea imponeva un importo minimo per la remunerazione specializzandi, lasciando la decisione alla discrezionalità dello Stato. Inoltre, ha chiarito che una legge più favorevole successiva non può essere applicata retroattivamente e non viola il principio di parità di trattamento, poiché le situazioni giuridiche, maturate in tempi diversi, non sono paragonabili.

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Giurisdizione Corte dei Conti: No su Consorzi Bonifica

Le Sezioni Unite della Cassazione hanno escluso la giurisdizione della Corte dei Conti per i giudizi di conto nei confronti degli agenti contabili dei consorzi di bonifica. La decisione si fonda sulla natura di enti pubblici economici di tali consorzi, che operano con logiche imprenditoriali e privatistiche, rendendo inapplicabili le regole della contabilità pubblica in assenza di una specifica previsione di legge.

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