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Diritto Civile

Risoluzione contratto: che succede se entrambi sbagliano?
Una recente ordinanza della Cassazione affronta il caso di una richiesta di risoluzione contratto da parte di due società turistiche in conflitto. Entrambe si accusavano a vicenda di inadempimento. La Corte ha confermato la decisione di merito che ha dichiarato il contratto risolto per mutuo dissenso, non potendo attribuire la colpa a nessuna delle parti. La sentenza chiarisce il principio della "cristallizzazione dell'inadempimento", secondo cui gli eventi successivi all'avvio della causa sono irrilevanti.
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Diffamazione a mezzo stampa: la Cassazione decide
Un medico ha citato in giudizio un quotidiano per diffamazione, a causa di articoli che riportavano inesattezze su una sua radiazione e una condanna penale. Dopo un lungo iter processuale, la Corte di Cassazione ha stabilito che la liceità di un articolo va valutata sulla base dei fatti noti al momento della pubblicazione, non di eventi successivi. In tema di diffamazione a mezzo stampa, un'inesattezza è diffamatoria solo se rende la narrazione significativamente più offensiva rispetto alla verità. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Danni da cose in custodia: la prova del nesso causale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso di un proprietario immobiliare condannato per danni da infiltrazioni. Il caso verteva sulla responsabilità per danni da cose in custodia (art. 2051 c.c.). La Corte ha stabilito che le censure relative a presunte omissioni o errori nella consulenza tecnica d'ufficio (CTU) sono inammissibili se non viene dimostrata la loro decisività ai fini del giudizio. Inoltre, ha ribadito che l'accertamento del nesso causale, basato sul criterio del "più probabile che non" e adeguatamente motivato dai giudici di merito, non è sindacabile in sede di legittimità, confermando la condanna basata su una ripartizione di responsabilità tra le parti.
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Allegazione dei danni: onere della prova e risarcimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13127/2024, ha rigettato la richiesta di risarcimento di un proprietario immobiliare contro i vicini per la mancata esecuzione di una precedente sentenza. La Corte ha sottolineato che una generica allegazione dei danni non è sufficiente per ottenere un risarcimento. È necessario che la parte che agisce in giudizio specifichi fin dall'inizio, in modo dettagliato, la natura e l'entità dei danni subiti, non potendo integrare tali elementi per la prima volta in appello. La mancanza di una specifica allegazione dei danni impedisce la valutazione della domanda e la sua eventuale liquidazione.
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Vendita in blocco: quando salta la prelazione?
Un'ordinanza della Cassazione chiarisce i limiti del diritto di prelazione dell'inquilino. Il caso riguarda un conduttore che si è visto negare il diritto di riscatto su un immobile commerciale venduto a terzi. La Corte ha confermato che la vendita in blocco dell'intero edificio, inteso come unicum, esclude la prelazione. Inoltre, una scrittura privata che estendeva la locazione, ma priva di data certa anteriore alla vendita, è stata ritenuta inopponibile al nuovo acquirente, rendendo irrilevante l'estensione del rapporto locatizio ai fini della prelazione.
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Remunerazione medici specializzandi: la Cassazione
Un gruppo di medici specializzandi ha citato in giudizio diversi Ministeri e la Presidenza del Consiglio per ottenere il riconoscimento di una adeguata remunerazione per il periodo di specializzazione. La richiesta si fonda sull'applicazione di normative che prevedevano un incremento del compenso, attuato con ritardo. Dopo le decisioni dei tribunali di merito, che hanno sollevato questioni sulla legittimazione passiva dei singoli Ministeri, la Corte di Cassazione è chiamata a pronunciarsi sulla vicenda.
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Responsabilità organizzatore gara: il caso del ciclista
Un ciclista amatoriale subisce gravissime lesioni a causa di una botola metallica non a livello del manto stradale durante una competizione. La Corte di Cassazione conferma la responsabilità dell'organizzatore della gara, stabilendo che la mancata segnalazione di un'insidia del genere non rientra nel 'rischio consentito' accettato dall'atleta. La pronuncia chiarisce che l'organizzatore ha un preciso dovere di garantire la sicurezza del percorso. Viene inoltre dichiarato inammissibile per tardività il ricorso di un ente pubblico coinvolto.
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Benefici vittime criminalità: l’onere della prova
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 13074/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di una cittadina per i benefici per superstiti di vittime di criminalità organizzata. La Corte ha ribadito che spetta al richiedente l'onere della prova circa la propria estraneità ad ambienti criminali e che il ricorso deve confrontarsi specificamente con la ratio decidendi della sentenza impugnata, pena l'inammissibilità.
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Lite temeraria: no risarcimento se spese compensate
Una società ottiene un decreto ingiuntivo per due fatture, una pagata dopo l'emissione e l'altra non ancora esigibile. In primo grado, il creditore viene condannato per lite temeraria. La Cassazione, confermando la decisione d'appello, stabilisce un principio fondamentale: se il giudice compensa le spese legali per soccombenza reciproca, non può esserci condanna per lite temeraria ai sensi dell'art. 96 c.p.c., poiché la compensazione stessa è un indice dell'assenza di temerarietà.
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Diffamazione a mezzo stampa: articolo oscuro, no reato
Un alto dirigente pubblico ha citato in giudizio un gruppo editoriale per diffamazione a mezzo stampa, sostenendo che un articolo insinuasse uno scambio di favori illeciti. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la decisione d'appello secondo cui l'articolo era troppo oscuro, criptico e illogico per avere una reale capacità lesiva della reputazione, annullando così l'accusa di diffamazione.
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Prescrizione diffamazione: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13052/2024, ha rigettato il ricorso di un avvocato condannato per diffamazione ai danni di un magistrato. Il caso verteva su accuse di frequentazioni con malavitosi. La Suprema Corte ha chiarito un punto cruciale sulla prescrizione diffamazione: quando il fatto illecito è anche reato, il termine di prescrizione per l'azione civile di risarcimento non decorre dalla data del fatto, ma dalla data in cui la sentenza penale di assoluzione (che non preclude l'azione civile) è diventata irrevocabile.
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NCC Venezia: Cassazione annulla sanzioni discriminatorie
Una società di noleggio con conducente (NCC) è stata multata dal Comune di Venezia per aver operato nel centro storico con un'autorizzazione rilasciata da un altro Comune. La Corte di Cassazione ha annullato le sanzioni, giudicando l'ordinanza comunale illegittima e discriminatoria. La Corte ha stabilito che limitare l'accesso agli operatori NCC a Venezia in base alla provenienza della licenza viola i principi di concorrenza e costituisce un eccesso di potere, disapplicando la norma locale.
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Licenza NCC: illegittima la ZTL discriminatoria
Una società di Noleggio Con Conducente (NCC) veniva sanzionata per aver operato con un motoscafo nella Zona a Traffico Limitato (ZTL) del Comune di Venezia, pur essendo titolare di una licenza rilasciata da un altro Comune. La Corte di Cassazione ha annullato la sanzione, ritenendo l'ordinanza comunale che imponeva tali restrizioni illegittima per eccesso di potere. La Corte ha stabilito che il regolamento creava una discriminazione ingiustificata tra gli operatori locali e quelli esterni, violando i principi di libera concorrenza. Di conseguenza, l'ordinanza è stata disapplicata e l'illecito è venuto meno.
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Denuncia calunniosa: quando scatta il risarcimento?
Un imprenditore ha chiesto il risarcimento a una società appaltante per i danni subiti a seguito di una denuncia per false dichiarazioni in una gara d'appalto, dalla quale era stato poi prosciolto. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per ottenere un risarcimento per denuncia calunniosa, non basta l'assoluzione, ma è necessario dimostrare il dolo, ovvero la consapevolezza del denunciante dell'innocenza dell'accusato. La denuncia, in assenza di tale prova, è considerata un atto legittimo e non una fonte di responsabilità.
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Responsabilità del vettore: prova del furto incerta
Una banca ha citato in giudizio una società di corrieri per la scomparsa del contenuto di due plichi contenenti valuta. I plichi sono stati ritrovati vuoti presso un hub della società convenuta. La Corte di Cassazione ha rigettato la domanda della banca, confermando le decisioni dei gradi precedenti. La ragione principale del rigetto è stata la mancata prova da parte della banca su dove, quando e da chi fosse stato commesso il furto. Questa incertezza ha reso impossibile attribuire la responsabilità del vettore alla società di corrieri.
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Exceptio non adimpleti contractus: quando non si applica
Una conduttrice sospendeva il pagamento del canone a causa di gravi vizi dell'immobile, noti fin dall'inizio del rapporto e per i quali aveva pattuito di eseguire le riparazioni. La Cassazione ha negato l'applicabilità dell'exceptio non adimpleti contractus, ritenendo più grave l'inadempimento della conduttrice che, pur continuando a godere dell'immobile, aveva interrotto totalmente i pagamenti. La Corte ha confermato la risoluzione del contratto a suo carico.
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Rigetto Ricorso Cassazione: Conseguenze e Costi
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d'Appello, disponendo il rigetto del ricorso in Cassazione presentato da una società cooperativa agricola contro un privato. La decisione comporta per la ricorrente l'obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, come previsto dalla normativa vigente in caso di impugnazione infondata.
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Regolamentazione NCC: Stop a norme discriminatorie
Una società di noleggio con conducente ha contestato delle sanzioni emesse da un importante Comune italiano, basate su una regolamentazione locale che limitava l'accesso al proprio territorio acquatico (ZTL) ai soli operatori NCC con licenza rilasciata da altri comuni. La Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità di tale regolamentazione NCC, stabilendo che i Comuni non possono creare barriere discriminatorie basate sulla provenienza della licenza, in quanto ciò eccede le loro competenze e viola i principi di concorrenza. La Corte ha rigettato il ricorso del Comune, disapplicando la normativa locale e annullando le sanzioni.
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Indennità fine rapporto agente: no se mancano i target
Un'agenzia commerciale si è vista negare l'indennità di fine rapporto agente a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi di vendita. La Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che un inadempimento grave e persistente agli obiettivi contrattuali può giustificare la risoluzione per giusta causa del contratto di agenzia, escludendo il diritto all'indennità.
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Ricorso per cassazione: i requisiti di ammissibilità
Una società che gestiva un parcheggio ha citato in giudizio un Comune per ottenere il risarcimento dei danni derivanti dalla rovina di un edificio comunale che aveva bloccato una via d'accesso. La richiesta è stata respinta sia in primo grado che in appello. La società ha quindi presentato ricorso alla Corte di Cassazione, la quale lo ha dichiarato inammissibile. La Corte ha ribadito i rigorosi requisiti di ammissibilità del ricorso per cassazione, sottolineando l'importanza del principio di autosufficienza e della corretta formulazione dei motivi, specialmente per quanto riguarda la presunta errata valutazione delle prove e la motivazione 'per relationem' della sentenza d'appello.
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