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Diritto Civile

Responsabilità professionale notaio: quando il danno?
Un acquirente cita in giudizio un notaio per non aver rilevato una trascrizione pregiudizievole sull'immobile oggetto di compravendita. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti, rigetta la richiesta di risarcimento. La sentenza chiarisce che la negligenza del professionista, pur sussistendo, non è sufficiente per ottenere un risarcimento se l'acquirente non fornisce la prova di aver subito un danno economico concreto e attuale come conseguenza diretta di tale omissione. La semplice esistenza del vizio non costituisce di per sé un danno risarcibile.
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Onere non apparente: quando risponde il venditore?
Una società acquista un immobile commerciale e scopre un vincolo di uso pubblico sull'area parcheggio. Dopo aver pagato il Comune per rimuovere il vincolo, fa causa al venditore per la riduzione del prezzo a causa di questo 'onere non apparente'. La Corte di Cassazione stabilisce che se il vincolo deriva da uno strumento urbanistico generale (es. Piano Regolatore), si presume legalmente conosciuto da tutti e quindi è 'apparente', esonerando il venditore da responsabilità. Il caso è stato rinviato per accertare l'origine del vincolo.
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Inadempimento contrattuale e danno: la decisione
In un caso di inadempimento contrattuale relativo al mancato ripristino di un terreno, la Corte di Cassazione rigetta i ricorsi di entrambe le parti. Viene confermata la condanna al risarcimento danni, chiarendo che se una sentenza si basa su più ragioni giuridiche autonome, l'omessa contestazione di una di esse rende inammissibili le critiche alle altre. Inoltre, si ribadisce l'ampia discrezionalità del giudice nel valutare le perizie tecniche per la quantificazione del danno.
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Caparra confirmatoria: la sua funzione e validità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1433/2024, ha rigettato il ricorso di un promissario conduttore, confermando la risoluzione di un contratto preliminare di affitto d'azienda per suo inadempimento. Il caso verteva sulla natura della somma versata, qualificata come caparra confirmatoria, e sulla legittimità del recesso della parte concedente. La Corte ha ribadito che l'interpretazione sulla natura della somma è riservata al giudice di merito e ha chiarito che il recesso per inadempimento (art. 1385 c.c.) è possibile anche se vi è stato un principio di esecuzione del contratto. Inoltre, ha confermato che l'affitto d'azienda non include automaticamente la locazione dell'immobile, se il contratto prevede diversamente.
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Testamento olografo non vedente: quando è valido?
La Cassazione ha stabilito che un testamento olografo non vedente resta valido anche se un'altra persona aiuta il testatore a posizionare la mano all'inizio di ogni rigo. Tale assistenza non compromette il requisito dell'autografia, a condizione che il gesto grafico non venga guidato o coartato. Il caso riguardava l'impugnazione di un testamento da parte dei figli della defunta, la quale, affetta da cecità progressiva, aveva lasciato parte dei suoi beni alla nipote.
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Ricorso inammissibile: le ragioni della Cassazione
Un professionista, assolto in sede penale, chiedeva al proprio Ordine professionale il rimborso delle spese legali sulla base di alcune delibere. La Corte d'Appello respingeva la domanda. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché il ricorrente non ha impugnato tutte le autonome ragioni giuridiche (rationes decidendi) su cui si fondava la sentenza d'appello, rendendo la sua censura inefficace.
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Patto Fiduciario: la dichiarazione unilaterale è prova
In una controversia tra ex coniugi su immobili intestati fiduciariamente, la Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1424/2024, ha stabilito che una dichiarazione scritta e unilaterale, con cui il fiduciario riconosce l'altrui diritto e si impegna a ritrasferire il bene, costituisce prova sufficiente dell'esistenza del patto fiduciario. Tale atto non crea un nuovo obbligo, ma ha un effetto confermativo che inverte l'onere della prova, costringendo il fiduciario a dimostrare l'inesistenza del rapporto sottostante.
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Uso parti comuni condominio: limiti e sentenze
Un condomino ha esteso il portone del proprio box auto sull'area di manovra comune. La Corte di Cassazione ha confermato la sua condanna alla rimozione, chiarendo che qualsiasi modifica che riduca in modo apprezzabile la fruibilità dell'area per gli altri condomini costituisce un uso illegittimo delle parti comuni, a prescindere dall'entità dell'occupazione o dalla buona fede del condomino.
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Muro di cinta: quando il vicino deve pagare?
Una società costruttrice ha perso in Cassazione la causa per ottenere un'indennità per la costruzione di un muro di cinta. La Corte ha stabilito che, se il muro non raggiunge l'altezza minima prevista dalla legge o dai regolamenti locali, il vicino non è obbligato a contribuire alle spese, anche se l'altezza rispetta il limite massimo consentito.
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Nullità accordo transattivo: rilevabilità d’ufficio
Una controversia tra un'Azienda Sanitaria e un Poliambulatorio, originata da un lodo arbitrale e poi definita con un accordo, giunge in Cassazione. La Corte Suprema stabilisce che il giudice d'appello ha il dovere di valutare d'ufficio la potenziale nullità dell'accordo transattivo, anche se non oggetto di una domanda specifica, qualora la sua validità sia il presupposto per una domanda riconvenzionale. La sentenza d'appello viene cassata con rinvio.
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Accreditamento istituzionale: non serve per l’affitto
La Corte di Cassazione chiarisce che un accordo tra una struttura sanitaria privata e un ente pubblico, qualificabile come affitto di azienda, non richiede l'accreditamento istituzionale per la sua validità. Nel caso specifico, la clinica privata metteva a disposizione solo la struttura e il personale non medico, mentre l'ente pubblico forniva i medici. La Corte ha annullato la sentenza di secondo grado che aveva dichiarato nullo il contratto, affermando che la mancanza di accreditamento istituzionale non inficia un contratto di affitto di azienda.
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Ricorso in Cassazione improcedibile: onere di deposito
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso in Cassazione improcedibile a causa del mancato deposito della copia notificata della sentenza impugnata, un onere fondamentale per dimostrare la tempestività. Il ricorrente, un'agenzia pubblica, non solo ha perso l'appello ma è stato anche condannato per lite temeraria, sottolineando come le regole procedurali non siano mere formalità ma requisiti essenziali la cui violazione comporta gravi conseguenze economiche.
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Condotta imprudente: quando esclude la responsabilità
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un motociclista e della sua società, confermando che la sua condotta imprudente è stata la causa esclusiva di un grave incidente. Nonostante la presenza di un ostacolo (una ceppaia) a bordo strada, la Corte ha stabilito che la guida a velocità eccessiva e su una ruota sola del motociclista ha interrotto il nesso causale, escludendo la responsabilità del custode della strada e del terreno adiacente.
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Qualificazione giuridica contratto: affitto o appalto?
La Corte di Cassazione ha esaminato la qualificazione giuridica del contratto tra un'Azienda Sanitaria e una casa di cura privata. L'Azienda Sanitaria si opponeva a un decreto ingiuntivo per il pagamento di prestazioni, sostenendo la nullità dell'accordo. La Corte d'Appello aveva qualificato il rapporto come affitto d'azienda, riformando la decisione di primo grado. La Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Azienda Sanitaria, confermando che si trattava di affitto d'azienda e non di appalto di servizi, poiché la clinica metteva a disposizione solo la struttura, mentre il personale medico era dell'ente pubblico. Di conseguenza, il contratto è stato ritenuto valido e l'obbligo di pagamento confermato.
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Collegamento negoziale: valore atti P.A. in appalti
Un consorzio di imprese ha citato in giudizio un ente pubblico previdenziale per inadempimento contrattuale in un appalto di data-entry, lamentando un volume di lavoro inferiore a quello atteso. La pretesa si fondava su un presunto collegamento negoziale tra il contratto e le delibere amministrative preliminari dell'ente. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che tali atti hanno natura meramente interna e preparatoria, non generando alcun vincolo contrattuale o affidamento legittimo verso terzi. La sentenza chiarisce i limiti della responsabilità precontrattuale della Pubblica Amministrazione e i criteri di interpretazione dei contratti pubblici.
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Compensazione impropria: Cassazione chiarisce i limiti
Una società di factoring agiva contro un Ente Regionale per il pagamento di crediti sanitari ceduti da una struttura accreditata. L'Ente opponeva un controcredito per prestazioni inappropriate, operando una compensazione impropria. La Cassazione ha confermato la decisione di merito, chiarendo che la compensazione impropria, derivando dallo stesso rapporto, può essere rilevata d'ufficio dal giudice e non richiede i requisiti della compensazione legale, risolvendosi in un mero accertamento contabile.
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Sospensione lavori appalto pubblico: quando è legittima?
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un'impresa edile che chiedeva un risarcimento per la prolungata sospensione lavori in un appalto pubblico. La Corte ha stabilito che la causa della sospensione, legata a imprevista friabilità del terreno, costituiva una "sorpresa geologica" e non un errore di progetto. Inoltre, l'impresa non aveva tempestivamente iscritto la necessaria riserva, perdendo così il diritto a contestare la legittimità della sospensione e a richiedere indennizzi.
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Giurisdizione giudice ordinario e contratti PA
Una casa di cura privata ha citato in giudizio un'Azienda Sanitaria Locale (ASL) per ottenere il pagamento di somme previste da una convenzione. L'ASL ha eccepito la nullità del contratto per violazione delle norme sulla scelta del contraente, non essendo stata espletata una gara pubblica. La Corte d'Appello aveva declinato la propria giurisdizione su tale punto, ritenendola di competenza del giudice amministrativo. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha ribaltato questa decisione, affermando la piena giurisdizione del giudice ordinario a decidere sulla validità e l'efficacia di un contratto, anche quando la causa di nullità derivi da vizi della procedura amministrativa a monte. La causa è stata quindi rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione nel merito.
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Modifica della domanda in corso di causa: limiti
Un'impresa ha citato in giudizio un ente pubblico previdenziale per maggiori oneri derivanti da un contratto di appalto. Durante la causa, ha tentato di cambiare la natura della sua richiesta di risarcimento, da responsabilità contrattuale a pre-contrattuale. La Corte di Cassazione ha confermato l'inammissibilità di tale operazione, delineando i rigidi confini della modifica della domanda e ribadendo che un cambiamento sostanziale del fondamento della pretesa è vietato per tutelare il corretto svolgimento del processo.
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Responsabilità avvocato: l’obbligo di informazione
Un avvocato è stato ritenuto responsabile per negligenza professionale per non aver adeguatamente informato i propri clienti sui rischi pratici derivanti da un preesistente accordo immobiliare. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, sottolineando che la responsabilità professionale avvocato sussiste quando si omette di avvisare il cliente delle conseguenze immediate e prevedibili di un'azione legale, come la trascrizione di una domanda giudiziale che può bloccare l'accesso a finanziamenti, indipendentemente dall'esito finale della causa.
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