LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Bancario

Ripetizione indebito bancario: prova e prescrizione
Una società ha agito contro un istituto di credito per la restituzione di somme indebitamente pagate a titolo di interessi anatocistici, ultralegali e commissioni di massimo scoperto. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d'appello, ha stabilito principi chiave sulla ripetizione indebito bancario. Ha chiarito che il correntista può provare il proprio credito anche con estratti conto incompleti, se i movimenti sono ricostruibili tramite altri documenti o una CTU. Inoltre, ha ribadito che il termine di prescrizione decennale per l'azione di ripetizione decorre dalla chiusura del conto corrente e non da ogni singola annotazione, quando i versamenti hanno natura ripristinatoria della provvista.
Continua »
Rinuncia al ricorso: come si estingue il giudizio
Una società di securitizzazione, dopo aver impugnato una sentenza d'appello sfavorevole sulla validità di un contratto bancario, presenta una rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia e dell'accettazione delle controparti, dichiara l'estinzione del giudizio e compensa le spese legali tra le parti, chiudendo definitivamente la controversia.
Continua »
Attuazione misura cautelare: la polizza fideiussoria
In un caso di attuazione misura cautelare, una banca ha parzialmente eseguito un ordine di sblocco di asset, adducendo problemi con i sub-depositari. Il Tribunale, dopo la risoluzione del contratto da parte della banca, ha stabilito che l'unica forma di attuazione fosse la liquidazione degli asset. Ha inoltre sostituito la penale giornaliera con l'obbligo per la banca di costituire una polizza fideiussoria per gli asset non liquidati entro 120 giorni, bilanciando così le difficoltà oggettive con la tutela del cliente.
Continua »
Commissione conto corrente: obbligo di pagamento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12934/2024, ha rigettato il ricorso di un agente della riscossione contro un ente postale, confermando l'obbligo di pagare la commissione conto corrente per i servizi di gestione dei versamenti tributari. La Corte ha stabilito che un rapporto imposto per legge in regime di monopolio non implica la gratuità del servizio. Sono state inoltre respinte le censure relative alla violazione del diritto europeo su aiuti di Stato e abuso di posizione dominante, e le questioni di legittimità costituzionale.
Continua »
Intervento in appello: quando è inammissibile?
Analisi di un'ordinanza della Cassazione su un caso di locazione. Una società bancaria, creditrice di una delle parti, ha visto il suo intervento in appello dichiarato inammissibile. La Corte d'Appello aveva confermato la sentenza di primo grado, che ordinava la restituzione di un deposito cauzionale. Ora entrambe le parti originarie ricorrono in Cassazione.
Continua »
Inammissibilità appello: la specificità dei motivi
Un'azienda e i suoi garanti hanno citato in giudizio un istituto di credito per usura e anatocismo su un contratto di mutuo. Il Tribunale ha respinto le domande e la Corte d'Appello ha dichiarato il gravame inammissibile per mancanza di critiche specifiche alle motivazioni della prima sentenza. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, ribadendo che l'inammissibilità dell'appello deriva dalla mancata contestazione della ratio decidendi del giudice precedente, un errore procedurale fatale.
Continua »
Bonifico domiciliato: responsabilità per pagamento errato
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di pagamento di un bonifico domiciliato a un soggetto non legittimato che ha presentato un documento di identità falso. La società ordinante aveva citato in giudizio l'istituto pagatore per inadempimento. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che la responsabilità dell'istituto pagatore è di natura contrattuale e va valutata secondo il criterio della diligenza professionale (art. 1176 c.c.). L'istituto non è responsabile se dimostra di aver agito con la dovuta diligenza nell'identificare il beneficiario, verificando la corrispondenza dei dati, il codice fiscale e la password, anche se il documento si è poi rivelato falso. Non è stato ritenuto necessario, in assenza di previsione contrattuale, richiedere un secondo documento di identità.
Continua »
Cessione crediti in blocco: prova e onere probatorio
Una società di gestione crediti ha acquisito un debito tramite una cessione crediti in blocco. I fideiussori contestavano la titolarità del credito, sostenendo che l'avviso in Gazzetta Ufficiale non fosse prova sufficiente. La Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che l'avviso è prova adeguata se le indicazioni sono precise e la contestazione riguarda solo l'inclusione del singolo credito, non l'esistenza del contratto di cessione. La Corte ha anche ribadito la validità probatoria del saldaconto bancario in assenza di contestazioni specifiche.
Continua »
Pagamento a soggetto non legittimato: la diligenza
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di un pagamento a soggetto non legittimato, effettuato da un intermediario finanziario a un truffatore in possesso di un documento falso. La Corte ha rigettato il ricorso della società ordinante, stabilendo che l'intermediario ha agito con la dovuta diligenza professionale verificando un solo documento d'identità, il codice fiscale e la password, conformemente alle prassi e alle condizioni contrattuali. La mancata produzione della copia del documento in giudizio non costituisce, di per sé, prova di negligenza.
Continua »
Bonifico domiciliato: la diligenza dell’intermediario
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12801/2024, ha chiarito i limiti della responsabilità dell'intermediario in caso di pagamento di un bonifico domiciliato a un soggetto non legittimato che ha esibito un documento falso. La Corte ha stabilito che la responsabilità è di natura contrattuale e si valuta secondo il criterio della diligenza professionale. L'intermediario non è responsabile se dimostra di aver verificato con la dovuta cura il documento di identità presentato e gli altri elementi di sicurezza (come la password), non essendo tenuto, in assenza di specifiche previsioni normative o contrattuali, a richiedere un secondo documento o a conservarne una copia.
Continua »
Inefficacia garanzia: requisiti della diffida
Una banca ha finanziato un'impresa con un prestito garantito da un fondo pubblico. Al default dell'impresa, la banca ha chiesto il pagamento al garante, il quale ha contestato la validità della richiesta sostenendo che non rispettava i requisiti formali, causando l'inefficacia garanzia. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del garante. La Corte ha implicitamente confermato la decisione d'appello secondo cui, per evitare la decadenza della garanzia, è sufficiente una chiara manifestazione della volontà di riscuotere il credito, anche se la comunicazione formale manca di alcuni dettagli specifici. Il ricorso è stato respinto per un vizio procedurale, ovvero per non aver contestato correttamente le motivazioni della sentenza precedente.
Continua »
Concorso di colpa: risarcimento ridotto per negligenza
Un investitore ha citato in giudizio una compagnia assicurativa per la truffa subita da un suo agente. La Cassazione ha confermato la riduzione del risarcimento per il concorso di colpa del cliente, che aveva consegnato all'agente ingenti somme in contanti, violando le norme antiriciclaggio. La Corte ha ribadito che il concorso di colpa è una difesa rilevabile d'ufficio dal giudice e non una domanda nuova inammissibile in appello.
Continua »
Interruzione prescrizione: mediazione senza prova non vale
Un cittadino ha citato in giudizio un istituto di credito per danni derivanti da una segnalazione illegittima. La banca ha eccepito la prescrizione del diritto. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei giudici di merito, ha stabilito che per ottenere l'interruzione prescrizione non è sufficiente depositare una domanda di mediazione. È necessario dimostrare che l'atto sia stato comunicato alla controparte e che il suo contenuto sia specifico e riconducibile alla pretesa fatta valere in giudizio, onere probatorio che nel caso di specie non è stato assolto.
Continua »
Responsabilità intermediario: quando il cliente perde
Un cliente ha citato in giudizio un istituto di credito per operazioni non autorizzate compiute dal suo promotore finanziario. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del cliente, confermando che la responsabilità dell'intermediario finanziario è esclusa quando il cliente stesso adotta una condotta gravemente anomala e colpevole, come fornire le proprie credenziali personali (PIN e password). Tale comportamento interrompe il nesso di causalità tra l'operato del promotore e il danno subito, rendendo il cliente corresponsabile della propria perdita.
Continua »
Colpa grave: la banca non rimborsa il furto carte
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di non rimborsare un cliente per l'uso fraudolento delle sue carte di credito rubate, a causa della sua colpa grave. Il cliente aveva lasciato il portafoglio in una giacca incustodita su una sedia in un luogo affollato. L'ordinanza sottolinea come la negligenza del titolare possa escludere la responsabilità dell'istituto di credito e come i vizi procedurali possano portare all'inammissibilità del ricorso con severe conseguenze economiche.
Continua »
Inammissibilità del ricorso: i limiti del giudizio
La Corte di Cassazione dichiara l'inammissibilità del ricorso di un debitore contro un istituto di credito. La decisione si fonda sulla genericità e novità dei motivi di appello, ribadendo che la Corte non può riesaminare i fatti già accertati nei gradi di merito. Il ricorrente è stato inoltre sanzionato per abuso del processo, evidenziando le gravi conseguenze dell'inammissibilità del ricorso.
Continua »
Giudicato preclusivo: la Cassazione chiarisce i limiti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11903/2024, ha rigettato il ricorso di un'erede che chiedeva il risarcimento danni a un istituto di credito per una complessa operazione immobiliare fraudolenta. La decisione si fonda sul principio del giudicato preclusivo, avendo una precedente sentenza, passata in giudicato, già deciso sulla medesima vicenda fattuale. La Corte ha ribadito che non è possibile intentare una nuova causa basata sugli stessi fatti, anche se si adducono diverse qualificazioni giuridiche della responsabilità.
Continua »
Ricorso inammissibile: i vizi che lo invalidano
Una società di autotrasporti ha impugnato in Cassazione la decisione della Corte d'Appello che aveva ritenuto legittima una segnalazione a suo carico in un sistema di informazioni creditizie. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per gravi vizi formali: il motivo d'appello era generico, non specificava le norme violate e mirava a un riesame dei fatti, compito precluso al giudice di legittimità. La decisione sottolinea il rigore necessario nella redazione di un ricorso, pena la sua bocciatura e sanzioni per abuso del processo.
Continua »
Onere della prova prescrizione: chi prova il fido?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11327/2024, ha stabilito un principio chiave in materia di onere della prova prescrizione nelle azioni di ripetizione di indebito bancario. Se la banca solleva l'eccezione di prescrizione, spetta al correntista, e non alla banca, dimostrare l'esistenza di un contratto di affidamento e il relativo limite. Questa prova è fondamentale per distinguere le rimesse solutorie (soggette a prescrizione decennale) da quelle ripristinatorie, posticipando così il decorso del termine alla chiusura del conto.
Continua »
Onere della prova contratto bancario: chi deve provare?
Una recente ordinanza della Cassazione affronta il tema dell'onere della prova nel contratto bancario. Una correntista aveva ottenuto in primo grado la restituzione di somme indebitamente addebitate, ma la Corte d'Appello aveva ribaltato la decisione, addossandole l'intero onere di produrre il contratto e tutti gli estratti conto. La Suprema Corte ha cassato questa sentenza, riaffermando il principio di non dispersione della prova e chiarendo che l'onere probatorio è ripartito tra le parti. La banca, se eccepisce la legittimità degli addebiti, deve dimostrare la base contrattuale delle sue pretese.
Continua »