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Diritto Bancario

Responsabilità banca assegno: basta la carta d’identità
Un istituto di credito è stato citato in giudizio da una compagnia assicurativa per aver pagato un assegno non trasferibile a una persona non legittimata, identificata con un solo documento. La Corte di Cassazione ha annullato la precedente condanna, stabilendo che la responsabilità della banca per un assegno pagato male non sussiste se l'identificazione del presentatore è avvenuta tramite un documento d'identità valido e privo di alterazioni evidenti. La Corte ha chiarito che non vi è alcun obbligo di legge di richiedere un secondo documento o di effettuare ulteriori indagini.
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Chiamata in garanzia: quando si estende la domanda?
Una società siderurgica ha citato in giudizio una banca per il pagamento di un assegno alterato. La banca convenuta ha chiamato in causa un terzo istituto di credito in garanzia. La Corte di Cassazione ha stabilito che in un caso di chiamata in garanzia, la domanda dell'attore non si estende automaticamente al terzo. L'attore avrebbe dovuto formulare esplicitamente una domanda anche contro il terzo, cosa che non ha fatto tempestivamente, portando al rigetto delle sue pretese verso quest'ultimo.
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Onere della prova conti correnti: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, interviene su un caso di addebiti illegittimi su un conto corrente, chiarendo la ripartizione dell'onere della prova tra cliente e banca. La Corte ha stabilito che per interessi ultralegali e anatocismo, l'illegittimità può emergere dagli estratti conto, mentre per la commissione di massimo scoperto spetta al cliente provare l'assenza di un accordo. La sentenza è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione sulla prescrizione e sulla commissione di massimo scoperto.
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Commissione estinzione anticipata: non è usura
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26862/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di mutui: la commissione di estinzione anticipata non deve essere inclusa nel calcolo del Tasso Effettivo Globale (TEG) per la verifica del superamento del tasso soglia antiusura. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un mutuatario, confermando che tale commissione ha natura di penale per il recesso e non di corrispettivo per l'erogazione del credito.
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Mutuo di scopo nullo: onere della prova e Cassazione
Una società ha citato in giudizio un istituto di credito sostenendo la nullità di alcuni contratti di mutuo di scopo, poiché le somme erogate sarebbero state utilizzate per ripianare debiti pregressi anziché per le finalità pattuite. I giudici di primo e secondo grado hanno respinto la domanda. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che l'onere di provare la diversa destinazione delle somme grava sul mutuatario. La Corte ha inoltre precisato che il mancato rispetto dello scopo non rende automaticamente il mutuo di scopo nullo, configurandosi piuttosto come un inadempimento contrattuale.
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Responsabilità autorità di vigilanza: il caso CONSOB
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'erede di un risparmiatore che chiedeva il risarcimento dei danni alla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB). Il caso riguardava la presunta responsabilità dell'autorità di vigilanza per aver autorizzato una società di intermediazione mobiliare (SIM), poi fallita. La Corte ha confermato la decisione d'appello, sottolineando che la parte ricorrente non ha fornito la prova del nesso di causalità, ovvero non ha dimostrato che gli investimenti fossero stati effettuati dopo e a causa dell'autorizzazione concessa dall'autorità. Senza tale prova, la responsabilità dell'autorità di vigilanza non può essere affermata.
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Contratto autonomo di garanzia: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26847/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni garanti, confermando la natura di contratto autonomo di garanzia dell'accordo in esame. La Corte ha ribadito che tale qualificazione, basata sull'assenza di accessorietà rispetto al debito principale, esclude l'applicazione di tutele tipiche della fideiussione, come la decadenza prevista dall'art. 1957 c.c. e la nullità per violazione della normativa antitrust relativa allo schema ABI per le fideiussioni omnibus. Respinta anche la doglianza sul divieto di patto commissorio.
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Finanziamento valuta estera: non è uno strumento derivato
La Corte di Cassazione ha stabilito che un finanziamento in valuta estera non si trasforma in uno strumento finanziario derivato solo per la presenza del rischio di cambio. Analizzando un caso in cui un debitore contestava la natura di un prestito, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la causa del contratto resta quella del finanziamento e non della speculazione, non applicando quindi la normativa del Testo Unico della Finanza.
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Sentenza non definitiva: quando è impugnabile in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili sia il ricorso principale che quello incidentale proposti avverso una sentenza non definitiva della Corte d'Appello. Quest'ultima, in una causa tra un correntista e una banca, aveva risolto alcune questioni giuridiche (come la validità delle clausole sugli interessi) ma aveva rimesso la causa sul ruolo per un'integrazione della perizia tecnica (CTU) al fine di rideterminare il saldo del conto. La Suprema Corte ha stabilito che una sentenza non definitiva di questo tipo, che non definisce neppure parzialmente il giudizio ma si limita a impartire disposizioni per la sua prosecuzione, non è immediatamente impugnabile per cassazione, dovendosi attendere la sentenza definitiva.
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Buoni fruttiferi postali: la rinuncia al ricorso
Un risparmiatore ha citato in giudizio un istituto postale per il calcolo degli interessi sui propri Buoni fruttiferi postali. Dopo sentenze contrastanti nei primi due gradi di giudizio, il caso è giunto in Cassazione. Tuttavia, il ricorrente ha rinunciato all'appello a seguito di un'ordinanza della stessa Corte che ha consolidato un orientamento giurisprudenziale sulla medesima questione. La Corte ha quindi dichiarato l'estinzione del giudizio, compensando le spese legali tra le parti.
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Responsabilità amministratori banca: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha confermato le sanzioni pecuniarie emesse dall'Autorità di Vigilanza nei confronti degli amministratori e sindaci di un istituto di credito. L'ordinanza chiarisce la piena legittimità del procedimento sanzionatorio, anche in presenza di una gerarchia interna tra uffici inquirenti e decidenti, e ribadisce che la valutazione sulla responsabilità degli amministratori banca per le condotte del management rientra nel merito del giudizio e non può essere riesaminata in sede di legittimità.
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Rinuncia al ricorso: il caso dei buoni postali
Un risparmiatore ha citato in giudizio l'ente emittente per il ricalcolo degli interessi su buoni postali fruttiferi. Dopo aver vinto in primo grado e perso in appello, il risparmiatore ha fatto ricorso in Cassazione. Tuttavia, a seguito di una nuova ordinanza della Corte su un caso analogo, il risparmiatore ha presentato una rinuncia al ricorso, gesto seguito dall'ente emittente per il proprio controricorso. La Corte di Cassazione, prendendo atto delle reciproche rinunce, ha dichiarato l'estinzione del giudizio, compensando le spese legali tra le parti.
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Buoni fruttiferi postali: estinzione del ricorso
Un gruppo di risparmiatori ha citato in giudizio un ente emittente per il corretto rimborso di alcuni buoni fruttiferi postali, contestando i tassi di interesse applicati. Dopo aver perso in appello, hanno presentato ricorso in Cassazione. Successivamente, hanno rinunciato al ricorso. La Corte Suprema ha quindi dichiarato l'estinzione del procedimento e ha compensato le spese legali, adducendo come giusta causa un consolidamento della giurisprudenza sulla materia avvenuto dopo la proposizione del ricorso.
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Buoni Postali Fruttiferi: estinzione del giudizio
Una controversia sui tassi di interesse dei Buoni Postali Fruttiferi serie Q/P si conclude in Cassazione con l'estinzione del giudizio. La risparmiatrice, dopo una sentenza d'appello sfavorevole, ha rinunciato al ricorso a seguito di un consolidamento giurisprudenziale contrario alla sua tesi. La Corte ha dichiarato estinto il procedimento, compensando le spese legali tra le parti.
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Buoni fruttiferi postali: tassi variabili e decreto
La Cassazione ha stabilito che per i buoni fruttiferi postali, la modifica dei tassi di interesse disposta con decreto ministeriale successivo alla sottoscrizione è legittima e prevale sulle condizioni stampate sul titolo. La pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale è considerata comunicazione sufficiente, escludendo il principio di affidamento del risparmiatore.
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Estinzione del giudizio: l’errore che costa caro
L'appello di un garante in Corte di Cassazione è stato respinto a causa di un vizio di procedura. La Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio perché il ricorrente non ha presentato la necessaria istanza di decisione prevista dall'art. 380-bis c.p.c. Questo caso sottolinea l'importanza cruciale delle norme procedurali, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese legali.
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Buoni postali fruttiferi: tassi variabili legittimi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26608/2024, ha respinto il ricorso di un risparmiatore riguardo la variazione peggiorativa dei tassi di interesse sui buoni postali fruttiferi sottoscritti nel 1984. La Corte ha stabilito che la normativa nazionale dell'epoca (d.P.R. 156/1973 e successive modifiche) consentiva legittimamente alla società emittente di modificare i tassi di rendimento, anche in senso sfavorevole al sottoscrittore, sulla base di decreti ministeriali. È stato inoltre chiarito che le direttive UE sulla tutela dei consumatori non sono applicabili retroattivamente a tali titoli.
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Fideiussione art 1956: oneri prova e ricorso
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un fideiussore che invocava la liberazione dalla garanzia ai sensi dell'art. 1956 c.c. La Corte ha stabilito che le allegazioni del ricorrente sulla presunta conoscenza da parte della banca del peggioramento delle condizioni economiche della società debitrice erano generiche e non supportate da prove decisive. Il caso di fideiussione art 1956 si conclude con la condanna del ricorrente per abuso del processo.
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Nullità fideiussione antitrust: l’onere della prova
La Cassazione ha respinto il ricorso di due fideiussori che lamentavano la nullità della fideiussione per violazione della normativa antitrust. La Corte ha ribadito che la nullità non può essere rilevata d'ufficio se la parte non allega e prova i presupposti di fatto, come la conformità del contratto allo schema ABI illecito. Confermato anche l'onere della prova a carico del garante. I ricorrenti sono stati condannati per abuso del processo.
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Omesso esame fatto decisivo: quando la CTU non basta
Un garante ha impugnato una sentenza in Cassazione contro un istituto di credito, lamentando l'omesso esame di una consulenza tecnica contabile (CTU). La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che il vizio di omesso esame di un fatto decisivo riguarda fatti storici e non atti processuali come la CTU. Le vere doglianze del ricorrente, relative a nullità contrattuali, non erano state correttamente formulate o erano già state decise nei gradi precedenti.
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