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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Chat criptate all’estero: la validità delle prove
Un individuo, accusato di far parte di un'associazione internazionale per il traffico di stupefacenti, ha impugnato un'ordinanza di custodia cautelare, contestando sia la prova della sua partecipazione all'associazione sia la legittimità delle prove raccolte all'estero, incluse chat criptate. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la validità delle prove acquisite tramite una Squadra Investigativa Comune (JIT) e l'Ordine Europeo di Indagine, in linea con i recenti orientamenti delle Sezioni Unite, sottolineando l'efficacia degli strumenti di cooperazione giudiziaria europea.
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Attualità del pericolo: annullata misura cautelare
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza che applicava una misura interdittiva a un autista soccorritore per peculato. La decisione si fonda sulla mancanza di attualità del pericolo di reiterazione, poiché i fatti, seppur gravi, risalivano al periodo eccezionale della pandemia e non erano supportati da elementi concreti che ne giustificassero la pericolosità attuale. Il ricorso è stato accolto limitatamente alla valutazione delle esigenze cautelari, sottolineando come la gravità passata di una condotta non sia sufficiente a sostenere una misura restrittiva senza una prognosi fondata sul presente.
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Estorsione con metodo mafioso: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un indagato, confermando la custodia cautelare in carcere per gravi reati di estorsione con metodo mafioso. La Corte ha ritenuto attuale il pericolo di reiterazione del reato, nonostante il tempo trascorso, data la gravità dei fatti, il clima di terrore instaurato e i legami con la criminalità organizzata.
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Pericolosità sociale: i requisiti secondo la Cassazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 35392/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo sottoposto a sorveglianza speciale. La Corte ha ribadito che la valutazione della pericolosità sociale non richiede condanne definitive, ma si basa su un quadro complessivo di abitualità criminale, anche desunto da procedimenti pendenti, e sulla dimostrazione che il soggetto viva prevalentemente di proventi illeciti, come evidenziato da una sproporzione tra redditi leciti e tenore di vita.
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Chat criptate: legittima l’acquisizione via O.E.I.
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un indagato sottoposto a custodia cautelare per narcotraffico, la cui responsabilità si basava principalmente su prove da chat criptate. La Corte ha stabilito che l'acquisizione di questi dati, già in possesso di autorità giudiziarie francesi, tramite un Ordine Europeo di Indagine (O.E.I.), è pienamente legittima. Non si tratta di una nuova intercettazione, ma dell'acquisizione di prove preesistenti. L'identificazione dell'indagato è stata confermata da elementi personali e riscontrabili emersi nelle conversazioni.
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Chat criptate: la Cassazione conferma l’arresto
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un indagato per narcotraffico, la cui accusa si basava su messaggi scambiati su una piattaforma di chat criptate. La Corte ha confermato la legittimità della custodia cautelare in carcere, stabilendo che le prove digitali acquisite da autorità francesi tramite un Ordine Europeo di Indagine sono pienamente utilizzabili nel procedimento italiano, in linea con i recenti principi enunciati dalle Sezioni Unite. L'identificazione dell'indagato e le esigenze cautelari sono state ritenute correttamente motivate.
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Misure di prevenzione: inammissibile il ricorso generico
La Corte di Cassazione ha confermato l'applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali, inclusa la confisca di beni, nei confronti di un soggetto ritenuto socialmente pericoloso per reati ambientali aggravati dal metodo mafioso. I ricorsi sono stati dichiarati inammissibili per genericità, poiché non contestavano specificamente le motivazioni della corte d'appello, e per difetto di interesse nel caso dei terzi intestatari dei beni.
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Revoca sospensione condizionale: no con pena pecuniaria
La Corte di Cassazione ha stabilito che la revoca della sospensione condizionale della pena non è automatica se la nuova condanna, pur originando da una pena detentiva, viene sostituita con una pena pecuniaria. La sentenza sottolinea che, ai fini della revoca, la pena pecuniaria sostitutiva deve essere considerata tale a tutti gli effetti giuridici, non potendo essere equiparata a una pena detentiva, requisito essenziale per l'applicazione dell'art. 168 del codice penale.
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Sequestro di contanti: come si prova la provenienza?
La Cassazione Penale ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un sequestro di contanti trovati in casa della moglie di un indagato per riciclaggio. La Corte ha ritenuto logica la motivazione del Tribunale, basata sulla grande quantità di denaro, il taglio anomalo delle banconote e la mancanza di prove contabili che ne dimostrassero la lecita provenienza dall'attività commerciale della donna.
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Periculum in mora: Cassazione su sequestro preventivo
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso contro un'ordinanza di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente. La sentenza stabilisce che il Tribunale del riesame può legittimamente integrare la motivazione del provvedimento iniziale riguardo al 'periculum in mora', ovvero il rischio di dispersione dei beni. In questo caso, il pericolo è stato ritenuto provato dalle preoccupazioni degli indagati, emerse da intercettazioni, di mettere al sicuro i proventi dell'attività illecita.
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Gravità indiziaria: Cassazione annulla custodia cautelare
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio e per due episodi specifici di cessione di stupefacenti. La decisione si fonda sulla mancanza di una adeguata motivazione in merito alla gravità indiziaria. Secondo la Corte, gli elementi raccolti erano troppo generici per supportare le accuse più gravi, facendo venir meno il presupposto per la detenzione.
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Correzione errore materiale: quando si pagano le spese
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha effettuato una correzione di errore materiale su un proprio precedente provvedimento. Inizialmente, la Corte aveva rigettato il ricorso di una società senza però condannarla al pagamento delle spese processuali. L'ordinanza in esame rimedia a questa omissione, specificando che la condanna alle spese è una conseguenza automatica del rigetto del ricorso e che la sua mancanza costituisce un errore materiale emendabile d'ufficio.
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Esigenze cautelari: il tempo non cancella il pericolo
La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi di tre individui sottoposti ad arresti domiciliari per reati legati agli stupefacenti. Gli appellanti sostenevano la mancanza di attualità delle esigenze cautelari, dato che i fatti contestati risalivano a due anni prima. La Suprema Corte ha stabilito che il tempo trascorso non annulla automaticamente il pericolo di reiterazione, il quale può essere desunto sia dalle modalità dei reati passati sia da eventi successivi, come altri arresti o precedenti penali, confermando la validità delle misure cautelari.
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Associazione per delinquere: la prova dai collaboratori
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un individuo contro l'ordinanza di custodia cautelare per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso. La Corte ha ritenuto sufficienti come gravi indizi di colpevolezza le dichiarazioni convergenti di più collaboratori di giustizia, riscontrate da conversazioni intercettate, confermando la solidità del quadro accusatorio e la sussistenza delle esigenze cautelari.
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Difensore di fiducia: notifica errata, sentenza nulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna della Corte di appello per un vizio di procedura. La notifica del decreto di citazione in appello era stata inviata al difensore d'ufficio anziché al difensore di fiducia nominato dall'imputato, nonostante la corte fosse a conoscenza della nomina. Tale errore, secondo la Suprema Corte, costituisce una nullità insanabile che viola il diritto fondamentale alla difesa, rendendo necessario un nuovo giudizio d'appello.
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Corruzione funzionario pubblico: prova e confini
La Corte di Cassazione si pronuncia su un caso complesso di corruzione di un funzionario pubblico, annullando parzialmente la condanna. La sentenza distingue tra corruzione, concussione e tentata concussione, sottolineando la necessità di prove concrete. Per alcuni capi d'accusa, come la corruzione per la modifica di una carta di circolazione, le prove sono state ritenute insufficienti. Per altri, come la falsificazione di dati e la concussione consumata, la condanna è stata confermata, valorizzando la testimonianza della persona offesa.
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Errore calcolo pena: la Cassazione annulla e riduce
Un imputato ha presentato ricorso in Cassazione lamentando un errore di calcolo della pena applicata dalla Corte d'Appello, specificamente nell'aumento per la recidiva. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, riconoscendo che l'aumento era stato calcolato in misura superiore a quella legale. Di conseguenza, ha annullato la sentenza limitatamente alla pena e, senza rinvio, ha proceduto direttamente alla rideterminazione della stessa, riducendola all'importo corretto.
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Favoreggiamento personale aggravato: basta il sospetto
La Cassazione conferma la condanna per favoreggiamento personale aggravato a due persone che aiutarono un latitante. La Corte ha stabilito che per l'aggravante non serve la certezza, ma è sufficiente la conoscibilità o il fondato sospetto che la persona fosse ricercata per associazione mafiosa, basandosi su indizi come la segretezza e il rapporto fiduciario.
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Abuso d’ufficio: discrezionalità e reato impossibile
Un dipendente di una società a partecipazione pubblica era stato condannato per abuso d'ufficio per aver favorito l'inserimento della figlia in un programma di tirocinio. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza perché il fatto non sussiste. La motivazione si fonda sull'ampia discrezionalità concessa alle aziende ospitanti dal bando del programma, che non prevedeva una procedura di selezione vincolata a regole di evidenza pubblica. L'assenza di una violazione di una specifica norma di legge esclude la configurabilità del reato di abuso d'ufficio.
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Turbativa d’asta: quando è reato? La Cassazione chiarisce
Due fratelli vengono condannati per turbativa d'asta per aver allontanato potenziali acquirenti da una vendita immobiliare. La Cassazione conferma la condanna per il reato base, chiarendo che la condotta è punibile anche se avviene prima della gara e per le vendite 'senza incanto'. Tuttavia, esclude l'aggravante del metodo mafioso, poiché le minacce non erano riconducibili alla forza intimidatrice di un'associazione criminale.
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