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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Agevolazione mafiosa: Cassazione su indizi e tempo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato accusato di associazione a delinquere con l’aggravante di agevolazione mafiosa. La Corte ha confermato la misura della custodia in carcere, stabilendo che i gravi indizi erano solidi e che il solo trascorrere del tempo non è sufficiente a ridurre la presunzione di pericolosità sociale, data la gravità dei reati contestati.

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Esigenze cautelari eccezionali: over 70 in carcere

Un soggetto ultrasettantenne, accusato di essere un dirigente di un’associazione mafiosa e già condannato in primo grado, ha richiesto la sostituzione della custodia in carcere con gli arresti domiciliari. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che le **esigenze cautelari eccezionali**, derivanti dal ruolo apicale e dalla spiccata pericolosità sociale, prevalgono sulla presunzione di non adeguatezza del carcere per gli anziani, giustificando il mantenimento della misura detentiva.

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Deposito incontrollato di rifiuti: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di alcuni amministratori di un consorzio di bonifica, condannati per aver creato un deposito incontrollato di rifiuti. Il materiale, composto da sabbia e posidonia proveniente dal dragaggio di un canale, era stato accumulato per anni in un’area demaniale protetta. La Corte ha confermato la qualifica di rifiuto, rigettando la tesi della temporaneità e dell’urgenza, data la natura sistematica e prolungata dell’attività. Ha stabilito che il reato di deposito è permanente e cessa solo con il sequestro. La sentenza è stata parzialmente annullata con rinvio, ma è stata dichiarata l’irrevocabilità della responsabilità penale per il reato ambientale.

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Riciclaggio dipendente: Cassazione conferma condanna

Un dipendente di una società di servizi finanziari è stato condannato per riciclaggio. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso, stabilendo principi chiave sul reato di riciclaggio dipendente. La sentenza conferma che le indagini interne aziendali sono utilizzabili come prove documentali e che l’impiegato che gestisce prodotti di risparmio postale riveste la qualifica di incaricato di pubblico servizio, con conseguente applicazione dell’aggravante specifica.

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Querela amministratore: sì dalla Cassazione senza delega

La Corte di Cassazione ha stabilito che la querela dell’amministratore di condominio contro il suo predecessore per appropriazione indebita è pienamente valida anche senza una specifica autorizzazione dell’assemblea. La Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso di un ex amministratore condannato, chiarendo che la denuncia rientra nei poteri e doveri di gestione e conservazione del patrimonio comune. L’amministratore, in qualità di detentore qualificato dei beni, ha la piena legittimazione ad agire per tutelare gli interessi del condominio.

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Vicinanze stadio: 9 km sono sufficienti per il reato?

La Cassazione ha esaminato un caso di possesso di oggetti contundenti da parte di tifosi a 9 km dallo stadio. La Corte ha annullato la condanna, ritenendo insufficiente la motivazione sul requisito delle vicinanze stadio. La sentenza è stata annullata senza rinvio per un imputato per prescrizione e con rinvio per gli altri due, per una nuova valutazione del requisito della prossimità al luogo dell’evento sportivo.

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Sequestro reati tributari: i limiti della Cassazione

La Corte di Cassazione ha parzialmente annullato un’ordinanza di sequestro preventivo emessa per vari reati tributari a carico di due presunti amministratori di fatto. La Corte ha ritenuto insufficiente e congetturale la motivazione del Tribunale del riesame riguardo ad alcuni capi d’accusa, come la dichiarazione fraudolenta e l’omesso versamento di ritenute. La sentenza ribadisce la necessità di un solido quadro indiziario, non basato su mere presunzioni, per giustificare il sequestro per reati tributari.

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Restituzione beni culturali: prova di proprietà vince

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un’ordinanza di restituzione beni culturali, in particolare un manoscritto, a una Diocesi. La Corte ha stabilito che i ricorrenti non hanno fornito prove adeguate sulla legittima provenienza del bene, a differenza dell’ente ecclesiastico che ha dimostrato, anche tramite documentazione della Soprintendenza, l’appartenenza del manoscritto ai propri archivi storici. La decisione sottolinea come, in assenza di una seria controversia sulla proprietà, la restituzione al legittimo detentore sia corretta.

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Fatture false: ricorso in Cassazione inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso del Pubblico Ministero contro un’ordinanza di dissequestro in un caso di presunte fatture false. La Corte ribadisce che il suo giudizio è limitato alla ‘violazione di legge’ e non può riesaminare nel merito la valutazione del giudice sulla consapevolezza dell’imprenditore, se la motivazione non è del tutto assente o meramente apparente.

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Omesso versamento contributi: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un datore di lavoro condannato per omesso versamento contributi. La sentenza chiarisce la natura di reato unitario a consumazione prolungata, definendo il corretto calcolo della prescrizione, che include una moratoria di tre mesi. Si ribadisce che la notifica INPS è una condizione di non punibilità, non di procedibilità, e che i modelli UNIEMENS costituiscono piena prova dell’erogazione delle retribuzioni.

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Discarica abusiva: ricorso inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di un proprietario terriero e di un trasportatore, condannati per aver creato una discarica abusiva. La Corte ha ritenuto i motivi di appello privi di specificità e non decisivi, confermando la condanna basata su prove dirette dello sversamento illecito di rifiuti, anche pericolosi.

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Esterovestizione: confisca annullata per irretroattività

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per il reato di esterovestizione a carico dell’amministratore di una società con sede formale in Bulgaria ma di fatto operante in Italia. Tuttavia, ha annullato parzialmente la sentenza riguardo la confisca. La Corte ha stabilito che il profitto derivante da un reato ormai prescritto non poteva essere confiscato, poiché la norma che lo permette (art. 578-bis c.p.p.) è stata introdotta dopo la commissione dei fatti e non può essere applicata retroattivamente. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per la rideterminazione dell’importo da confiscare.

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Confisca per equivalente: nuovo orientamento Cassazione

La Corte di Cassazione ha esaminato due ricorsi per reati fiscali. Ha annullato con rinvio la sentenza per un imputato, limitatamente alla confisca per equivalente, applicando un nuovo e più rigoroso principio delle Sezioni Unite che distingue tra confisca diretta e per equivalente del denaro. Per il secondo imputato, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, confermando la condanna e la legittimità della norma che nega la pena sospesa in casi di grave evasione fiscale.

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Rivalutazione pericolosità: no effetto su giudicato

La Cassazione ha rigettato il ricorso di un soggetto condannato per violazione della sorveglianza speciale. La misura era stata riattivata senza una nuova rivalutazione pericolosità sociale. La Corte ha stabilito che le sentenze della Corte Costituzionale in materia hanno natura processuale e non travolgono le condanne definitive (giudicato).

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Responsabilità amministratore: Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un amministratore condannato per reati tributari. La sentenza chiarisce che la responsabilità dell’amministratore sussiste anche in caso di presunta indisponibilità dei documenti contabili, quando le prove dimostrano l’accettazione consapevole della carica e la piena operatività sui conti sociali. Viene inoltre confermato il diniego delle attenuanti generiche a causa dei precedenti penali e del comportamento processuale scorretto, evidenziando come la sola incensuratezza non sia sufficiente.

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Art. 74 d.P.R. 309/1990: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti secondo l’Art. 74 d.P.R. 309/1990. I motivi, basati sulla presunta inutilizzabilità delle intercettazioni e sulla richiesta di riqualificazione del reato in fatto di lieve entità, sono stati respinti. La Corte ha sottolineato la genericità delle eccezioni e confermato la solida struttura organizzativa del sodalizio criminale, incompatibile con l’ipotesi lieve.

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Fermo amministrativo: legittimo con fumus boni iuris

La Corte d’Appello di Roma ha confermato la legittimità di un fermo amministrativo emesso da un Ministero nei confronti degli eredi di un imprenditore. Al centro della controversia, un presunto credito milionario vantato dall’Amministrazione per pagamenti in eccesso relativi a concessioni di lavori pubblici. La sentenza stabilisce che per l’adozione del fermo amministrativo non è necessario un credito certo e definitivo, ma è sufficiente la presenza di un ‘fumus boni iuris’, ovvero una ragionevole apparenza della fondatezza della pretesa, anche se il credito è ancora oggetto di contestazione in un separato giudizio.

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Provvedimento abnorme: quando il giudice sbaglia

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di un giudice che, in fase predibattimentale, aveva dichiarato la nullità di atti di indagine e restituito il fascicolo al Pubblico Ministero. La Suprema Corte ha qualificato tale decisione come un provvedimento abnorme, in quanto crea un’indebita stasi processuale e non rientra tra i poteri del giudice in quella specifica fase, che sono tassativamente indicati dalla legge. Gli atti, peraltro, erano semplici rilievi fotografici e misurazioni, non accertamenti tecnici irripetibili.

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Giudicato amministrativo e sequestro penale: la Cassazione

Una società turistica contesta un sequestro penale per lottizzazione abusiva, basandosi su una sentenza del TAR favorevole. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo che il giudicato amministrativo non è vincolante per il giudice penale, il quale deve condurre una valutazione autonoma sulla sussistenza del reato e del pericolo che ne deriva. La Corte ha confermato la legittimità del sequestro preventivo.

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Esecuzione pena: la misura alternativa non notificata

La Cassazione ha annullato un’ordinanza in tema di esecuzione pena. Un condannato ha continuato ‘de facto’ una misura alternativa perché la revoca non gli era stata notificata. Il giudice dell’esecuzione, secondo la Corte, ha il dovere di indagare d’ufficio su tali anomalie e non può rigettare l’istanza per mancata prova da parte del condannato. Il tempo trascorso con restrizioni va calcolato ai fini della pena scontata.

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