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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Violazioni artt. 142, 148 c.d.s., contestazione immediata
4 del d. l. n. 121/2002, convertito, con modificazioni, nella legge n. 168 del 2002, integrato con la previsione del comma 2 dello stesso art. strada (limiti di velocità e sorpasso), tra l’altro, anche in funzione del comma 4 del medesimo art.
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Uso dei fari fendinebbia di giorno
153, comma 2, del codice della strada, si riferisce esclusivamente al caso in cui l’uso dei fendinebbia avvenga di giorno e la formulazione facoltizza il conducente, nelle condizioni ivi previste, a sostituire i proiettori anabbaglianti o quelli di profondità con i fari fendinebbia.
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Opposizione a sanzione amministrativa
Trova applicazione il principio affermato dalle Sezioni Unite, secondo cui in tema di opposizione a sanzioni amministrative, al di fuori delle ipotesi in cui la legge prevede la specifica competenza di un organo periferico dell’Amministrazione, con la conseguente inapplicabilità dell’art. 11 del r. d. 30 ottobre 1933, n. 1611, l’errata identificazione dell’organo legittimato a resistere in giudizio non si traduce nella mancata instaurazione del rapporto processuale, sanabile, ai sensi dell’art.
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Diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno
Cassazione Civile, Sezione Prima, Sentenza n. 3817 del 17 febbraio 2010
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Affidamento in prova al servizio sociale, recidiva
in conseguenza dell’esito positivo dell’affidamento in prova al servizio sociale, comporta che della relativa condanna non possa tenersi conto agli effetti della recidiva.
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Diversa definizione giuridica del fatto operata dal giudice
La regola espressa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (sentenza 11 dicembre 2007, Drassich c. Italia), secondo cui la garanzia del contraddittorio deve essere assicurata all’imputato anche in ordine alla diversa definizione giuridica del fatto operata dal giudice ex ufficio, non rileva quando il mutamento non sia effettuato dal giudice a sorpresa, ma sia conseguenza proprio di un ampio contraddittorio sul tema tra accusa e difesa. Cassazione Penale, Sezione Seconda, Sentenza n. 7739 del 22 novembre 2011 - depositata il 28 febbraio 2012
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Udienza preliminare riqualificazione del fatto imputato
Rientra nei poteri del giudice dell’udienza preliminare la riqualificazione del fatto imputato, in quanto l’esatta attribuzione del nomen juris è connaturale all’esercizio della giurisdizione. Nello stesso senso la sentenza n. 103 del 2010, che dichiara inammissibile una questione di legittimità costituzionale con la quale di proponeva, con riferimento all’udienza preliminare, una soluzione tendente ad ottenere la parificazione di situazioni processuali tra loro non omogenee, quali l’accertamento che un fatto debba essere diversamente qualificato e la constatazione che il fatto è differente da quello descritto nel decreto che dispone il giudizio.
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Valutazione del giudice penale e quella in sede tributaria
Il fenomeno di differenti decisioni giurisdizionali potenzialmente in contrasto tra loro, del resto, è ben conosciuto anche con riferimento alla costituzione di parte civile nel processo penale. La valutazione del giudice penale può non coincidere con quella effettuata in sede tributaria, in conseguenza del principio della reciproca indipendenza (c. d. doppio binario) che caratterizza i rapporti tra accertamento e contenzioso fiscale da una parte e processo penale dall’altra (art.
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Ammontare imposta evasa, giudice penale
Spetta esclusivamente al giudice penale il compito di procedere all’accertamento e alla determinazione dell’ammontare dell’imposta evasa, attraverso una verifica che può venire a sovrapporsi ed anche ad entrare in contraddizione con quella eventualmente effettuata dinanzi al giudice tributario.
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Violazioni di norme tributarie, insussistenza del reato
Una strada tracciata dal sistema tributario per poter sostenere la buona fede e, quindi, l’insussistenza del reato per mancanza del dolo, è quella di richiedere l’applicazione dell’art. n. 74 del 2000, il quale dispone che al di fuori dei casi in cui la punibilità è esclusa a norma dell’articolo 47, terzo comma, del codice penale, non danno luogo a fatti punibili ai sensi del presente decreto le violazioni di norme tributarie dipendenti da obiettive condizioni di incertezza sulla loro portata e sul loro ambito di applicazione.
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Presunzioni tributarie, valore di prova nel giudizio penale
Le presunzioni tributarie, seppure possano dar luogo ad una notizia di reato, non possono poi assumere, di per sé, valore di prova nel giudizio penale, nel quale vengono meno l’inversione dell’onere della prova e le limitazioni alla prova poste dalle legge tributaria. La non automatica trasferibilità in sede penale delle presunzioni tributarie, non esclude però che esse possano acquistare il valore degli indizi, come tali valutabili dal giudice penale.
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Residenza in Italia o all’estero della società ai fini fiscali
Compete al giudice penale valutare se la società sia da considerarsi, ai soli fini fiscali, residente in Italia oppure all’estero, senza essere vincolato alle ricostruzioni compiute in sede tributaria dall’Amministrazione finanziaria, nel quadro della regola generale della non automatica trasferibilità in sede penale delle presunzioni tributarie, compresa quella concernente la residenza delle persone fisiche e giuridiche di cui rispettivamente , all’art. Cassazione Penale, Sezione Seconda, Sentenza n. 7739 del 22 novembre 2011 - depositata il 28 febbraio 2012
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Condotta elusiva in materia fiscale, principio di legalità
La affermazione della rilevanza penale delle condotte elusive in materia fiscale non contrasta con il principio di legalità, poiché se tale principio non consente la configurabilità della generale fattispecie di truffa, in presenza di una espressa previsione nel sistema tributario di una specifica condotta elusiva, non è.
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Fini fiscali, condotta elusiva, rilevanza penale
Deve affermarsi il principio che non qualunque condotta elusiva ai fini fiscali può assumere rilevanza penale, ma solo quella che corrisponde ad una specifica ipotesi di elusione espressamente prevista dalla legge.
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Rilevanza penale della condotta elusiva, imposta evasa
A sostegno della rilevanza penale della condotta elusiva deve osservarsi, in primo luogo, che l’art.
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Abuso del diritto, operazioni controverse
E’ principio generale di diritto dell’Unione Europea quello secondo il quale l’abuso del diritto è vietato: l’applicazione delle norme di tale diritto non può essere estesa sino a comprendere pratiche abusive, ossia operazioni effettuate non nell’ambito di normali transazioni commerciali, ma unicamente allo scopo di beneficiare abusivamente dei vantaggi previsti da detto diritto, in particolare quando lo scopo delle operazioni controverse è essenzialmente l’ottenimento di un vantaggio fiscale.
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Abuso del diritto, ottenimento di un vantaggio fiscale
L’applicazione delle norma di tale diritto non può essere estesa sino a comprendere pratiche abusive, ossia operazioni effettuate non nell’ambito di normali transazioni commerciali, ma unicamente allo scopo di beneficiare abusivamente dei vantaggi previsti da detto diritto, in particolare quando lo scopo delle operazioni controverse è essenzialmente l’ottenimento di un vantaggio fiscale.
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Carattere abusivo di un’operazione fiscale, esclusione
Il carattere abusivo di un'operazione va escluso quando sia individuabile una compresenza, non marginale, di ragioni extrafiscali, che non si identificano necessariamente in una redditività immediata dell'operazione medesima ma possono rispondere ad esigenze di natura organizzativa e consistere in un miglioramento strutturale e funzionale dell'azienda.
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Sistema tributario, norme antielusive
L'esistenza nel sistema tributario di specifiche norme antielusive non contrasta con l'individuazione di un generale principio di antielusione, ma è piuttosto mero sintomo dell'esistenza di una regola generale. Esso comporta l'inopponibilità del negozio all'Amministrazione finanziaria, per ogni profilo di indebito vantaggio tributario che il contribuente pretenda di far discendere dall'operazione elusiva, anche diverso da quelli tipici eventualmente presi in considerazione da specifiche norme antielusive entrate in vigore in epoca successiva al compimento dell'operazione.
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La truffa aggravata nel sistema tributario
Al fine di ritenere configurabile il delitto di truffa aggravata, non è sufficiente accertare se nel sistema tributario sussista una fattispecie connotata da un profilo di frode che abbia i caratteri di specialità, ma occorre anche verificare se le condotte realizzate rientrino in una specifica disposizione fiscale penalmente sanzionata. I meccanismi della repressione penal-tributaria e i connessi incentivi al ravvedimento, in particolare la esclusione della rilevanza del tentativo ai sensi dell'art.
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