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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Revisione assegno divorzile, presenza di giustificati motivi
La revisione dell'assegno divorzile richiede la presenza di "giustificati motivi" e impone, prima di tutto, la verifica di una sopravvenuta, effettiva e significativa modifica delle condizioni economiche degli ex coniugi sulla base di una valutazione comparativa delle rispettive situazioni reddituali e patrimoniali.
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Revocazione per ingratitudine della donazione immobiliare
In tema di revocazione per ingratitudine della donazione, la liceità di una relazione extraconiugale intrattenuta dal coniuge donatario non esime però dal dovere compiere una valutazione complessiva del comportamento tenuto onde apprezzare le modalità con le quali tale nuova relazione sia stata poi portata alla luce, considerando altresì anche le ulteriori condotte dalle quali possa ricavarsi un contegno irriguardoso nei confronti del donante, in avversione al sentimento di rispetto che deve invece connotare i rapporti tra donante e donatario.
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Consegna documenti sociali: obbligo ex amministratore
Un liquidatore di una S.r.l., rischiando il licenziamento dal proprio impiego pubblico per incompatibilità, ha citato in giudizio l'ex amministratrice (e sua ex consorte) per ottenere la documentazione societaria. Il Tribunale di Napoli ha rigettato la richiesta di nomina di un nuovo liquidatore, ritenendola inammissibile, ma ha accolto la domanda relativa alla consegna dei documenti sociali. L'ordinanza ha stabilito che sull'ex amministratrice grava un preciso obbligo di legge di consegnare tutta la documentazione, emettendo un ordine d'urgenza per prevenire il grave pregiudizio lavorativo del ricorrente.
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Principio di bilanciamento tra i diritti alla cronaca e all’oblio
Doveri del giornalista e diritto alla presunzione di non colpevolezza. Principio di bilanciamento tra i diritti alla cronaca e all'oblio e quindi anche "la necessità di bilanciare il diritto ex art. 21 Cost. della collettività ad essere informata e a conservare la memoria del fatto storico con quello del titolare dei dati".
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Licenziamento per giusta causa: la guida completa
Un'impiegata di banca è stata licenziata per giusta causa dopo aver sistematicamente sottratto ingenti somme di denaro dai conti di clienti anziani, dirottandole a favore dei propri familiari. Il Tribunale del Lavoro ha confermato la legittimità del licenziamento, respingendo le difese della lavoratrice basate sulla presunta tardività della contestazione e sulla violazione del diritto di difesa. La corte ha stabilito che la condotta fraudolenta, caratterizzata da artifici contabili e abuso della propria posizione, ha irrimediabilmente spezzato il vincolo fiduciario, elemento essenziale nel settore bancario, rendendo irrilevante qualsiasi presunta negligenza nei controlli da parte dell'istituto (culpa in vigilando).
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Appalto, riconoscimento dei vizi e impegno a rimuoverli
Il semplice riconoscimento dei vizi e delle difformità dell'opera da parte dell'appaltatore implica la superfluità della tempestiva denuncia da parte del committente, ma da esso non deriva automaticamente, in mancanza di un impegno in tal senso, l'assunzione in capo all'appaltatore dell'obbligo di emendare l'opera, che, ove configurabile, è una nuova e distinta obbligazione soggetta al termine di prescrizione decennale; ne consegue che il predetto riconoscimento non impedisce il decorso dei termini brevi della prescrizione previsti in tema di appalto.
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Assegno contraffatto: banca responsabile per negligenza
Il Tribunale di Milano ha confermato la condanna di una banca per il pagamento di un assegno contraffatto, ribadendo la sua responsabilità per negligenza. La decisione si fonda sulla mancata prova da parte dell'istituto di credito di aver correttamente identificato il presentatore del titolo. È stato, invece, escluso il concorso di colpa del mittente, il quale aveva dimostrato di aver spedito l'assegno tramite raccomandata, un metodo considerato sicuro. La sentenza chiarisce inoltre che tali controversie non sono soggette a mediazione obbligatoria.
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Tutela Marchio: stop a imitazione di mozzarella famosa
Un'azienda casearia ottiene una tutela del marchio contro un'imitazione. Il Tribunale di Milano ha ordinato a un negozio di cessare l'uso del nome e dell'immagine di una famosa mozzarella, riconoscendo il rischio di confusione per i consumatori e la violazione dei diritti di proprietà intellettuale della società produttrice.
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Procedimento disciplinare, documenti relativi ai fatti contestati
Il datore di lavoro è tenuto ad offrire in consultazione all'incolpato i documenti aziendali solo in quanto e nei limiti in cui l'esame degli stessi sia necessario al fine di una contestazione dell'addebito idonea a permettere alla controparte un'adeguata difesa.
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Lastrico solare e presunzione di condominialità
La presunzione di condominialità "... stabilita per i beni elencati nell'art. 1117 c.c., la cui elencazione non è tassativa, deriva sia dall'attitudine oggettiva del bene al godimento comune sia dalla concreta destinazione di esso al servizio comune, con la conseguenza che, per vincere tale presunzione, il soggetto che ne rivendichi la proprietà esclusiva ha l'onere di fornire la prova di tale diritto.
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Responsabilità amministratore: sequestro per mala gestio
Un'ordinanza del Tribunale di Brescia conferma il sequestro conservativo sui beni di un ex amministratore per mala gestio. La decisione evidenzia la grave responsabilità dell'amministratore che ha causato un ingente danno alla società, quantificato nel deficit patrimoniale. Il provvedimento è stato concesso a tutela del credito risarcitorio della liquidazione giudiziale, considerando il rischio concreto che l'amministratore potesse disperdere il proprio patrimonio.
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Assegno clonato: di chi è la colpa? La sentenza
Una sentenza del Tribunale di Brescia ha stabilito un principio di responsabilità condivisa nel caso di un assegno clonato e incassato fraudolentemente. Il correntista, che aveva inviato una foto del titolo via chat, è stato ritenuto corresponsabile per un terzo del danno a causa della sua negligenza. Le banche, emittente e negoziatrice, sono state condannate in solido per i restanti due terzi per non aver adottato adeguate misure antifrode, nonostante l'utilizzo della procedura digitale CIT (Check Image Truncation). Il truffatore è stato ritenuto responsabile per l'intero importo. La decisione sottolinea l'importanza della prudenza nella gestione dei titoli di credito e gli obblighi di sicurezza a carico degli istituti bancari.
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Scioglimento del rapporto sociale limitatamente a un socio
Nelle società di persone, in caso di scioglimento del rapporto sociale limitatamente a un socio, la responsabilità di quest’ultimo verso i terzi per le obbligazioni sociali anteriormente contratte si protrae finché dura il rapporto sociale, poiché il termine “responsabilità” (di cui all’art. 2290 c.c.) allude non già al momento in cui l’obbligazione è sorta, ma a quello in cui è divenuta esigibile ed è rimasta inadempiuta.
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Instaurazione da parte dell’ex coniuge di una convivenza di fatto
Secondo il più recente orientamento della Suprema Corte, l'instaurazione da parte dell'ex coniuge di una stabile convivenza di fatto, giudizialmente accertata, incide sul diritto al riconoscimento di un assegno di divorzio o alla sua revisione, nonché sulla quantificazione del suo ammontare, in virtù del progetto di vita intrapreso con il terzo e dei reciproci doveri di assistenza morale e materiale che ne derivano, ma non determina, necessariamente, la perdita automatica ed integrale del diritto all'assegno, in relazione alla sua componente compensativa (Cass. S.U. 32198/2021; Cass. 14256/2022).
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Amministratori privi di deleghe o non operativi e obbligo di vigilanza
In base alla giurisprudenza di legittimità, a seguito della riforma delle società di capitali del 2003, gli amministratori privi di deleghe (o non operativi) non sono più sottoposti ad un generale obbligo di vigilanza, tale da trasmodare di fatto in una responsabilità oggettiva, per le condotte dannose degli altri amministratori, ma rispondono solo quando non abbiano impedito fatti pregiudizievoli di quest'ultimi in virtù della conoscenza ― o della possibilità di conoscenza, per il loro dovere di agire informati ex art. 2381 c.c. ― di elementi tali da sollecitare il loro intervento alla stregua della diligenza richiesta dalla natura dell'incarico e dalle loro specifiche competenze (Cass. 31 agosto 2016, n. 17441).
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Accesso non autorizzato ad un sistema informatico aziendale
Viola le direttive del datore di lavoro il dipendente che, pur in posizione gerarchicamente sovraordinata rispetto al titolare delle credenziali di accesso ad un sistema informatico aziendale, se le faccia rivelare per farvi ingresso senza averne specifica autorizzazione.
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Deleghe e responsabilità del consiglio di amministrazione
Nelle società di capitali, gli obblighi a carico del datore di lavoro gravano indistintamente su tutti i componenti del consiglio di amministrazione, salvo il caso di delega, validamente conferita, della posizione di garanzia. Il consiglio di amministrazione, stanti, nel caso di delega gestoria, il dovere di vigilanza sull'andamento della gestione e il potere sostitutivo finalizzato all'esercizio della facoltà d'intervento in funzione sostitutiva, e, nel caso di delega di funzioni, il dovere di vigilanza, è gravato dall'obbligo inerente la gestione del rischio essendo il titolare del fascio di poteri in grado di incidere su esso perché su esso influente tramite l'adottata politica aziendale.
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Contratto preliminare e rinvio del pagamento
Il giudice non può isolare singole condotte di una delle parti per stabilire se costituiscano motivo di inadempienza a prescindere da ogni altra ragione di doglianza dei contraenti, ma deve, invece, procedere alla valutazione sinergica del comportamento di questi ultimi, attraverso un'indagine globale e unitaria dell'intero loro agire, anche con riguardo alla durata del protrarsi degli effetti dell'inadempimento, perché l'unitarietà del rapporto obbligatorio a cui ineriscono tutte le prestazioni inadempiute da ognuno non tollera una valutazione frammentaria e settoriale della condotta di ciascun contraente, ma esige un apprezzamento complessivo.
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Separazione dei coniugi, addebito, unico episodio di percosse
In tema di separazione personale dei coniugi, la pronuncia di addebito richiesta da un coniuge per le violenze perpetrate dall'altro non è esclusa qualora risulti provato un unico episodio di percosse, trattandosi di comportamento idoneo, comunque, a sconvolgere definitivamente l'equilibrio relazionale della coppia, poiché lesivo della pari dignità di ogni persona.
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Appropriazione di pregi: quando non c’è concorrenza
Una società specializzata in controtelai per serramenti ha citato in giudizio un concorrente per aver copiato il suo catalogo, i disegni tecnici e i dati sulle prestazioni, sostenendo una concorrenza sleale per appropriazione di pregi. Il tribunale ha respinto la richiesta, chiarendo che la copia di caratteristiche tecniche comuni nel settore o l'uso di stili descrittivi simili non costituisce l'appropriazione di un pregio unico e distintivo. La corte ha inoltre stabilito che una semplice dicitura di proprietà su un disegno tecnico non è sufficiente a proteggerlo come segreto commerciale se non supportata da altre misure di riservatezza. La domanda di misure cautelari è stata quindi rigettata.
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