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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Amministratore di una società di capitali e incompatibilità

Sussiste l’assoluta incompatibilità tra la qualità di lavoratore dipendente di una società di capitali e la carica di presidenza del consiglio di amministrazione o di amministratore unico della stessa, in quanto il cumulo nella stessa persona dei poteri di rappresentanza dell’ente sociale, di direzione, di controllo e di disciplina rende impossibile quella diversificazione delle parti del rapporto di lavoro e delle relative distinte attribuzioni che è necessaria perché sia riscontrabile l’essenziale ed indefettibile elemento della subordinazione, con conseguente indeducibilità dal reddito della società del relativo costo da lavoro dipendente.

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Compenso amministratore: quando è dovuto e perso

La Corte d’Appello ha esaminato il caso di un amministratore di società che chiedeva il pagamento del proprio compenso. La società si opponeva, avanzando una domanda riconvenzionale per prelievi ingiustificati. La Corte ha stabilito che il diritto al compenso amministratore, sebbene presunto, si prescrive in cinque anni. Inoltre, ha negato il compenso per il periodo non prescritto a causa del grave inadempimento dell’amministratore, che non aveva giustificato i prelievi. Di conseguenza, l’amministratore è stato condannato a restituire le somme prelevate, al netto di una piccola parte di compenso riconosciutagli per un breve periodo residuo.

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Confisca per equivalente nei confronti del legale rappresentante

Se è indubbio che la confisca possa essere disposta anche nei confronti di un soggetto che non ha conseguito alcun profitto e che, perciò, possa portare a un depauperamento netto del patrimonio di tale soggetto, nondimeno la stessa è pacificamente subordinata all’impossibilità di operare una confisca diretta nei confronti della società.

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Omologa concordato preventivo: il no del Tribunale

Una società ha richiesto l’omologa di un concordato preventivo in continuità aziendale nonostante il voto contrario di diverse classi di creditori. Il Tribunale di Torino ha respinto l’istanza, evidenziando due criticità insuperabili: la manifesta irrealizzabilità del piano economico-finanziario, basato su proiezioni smentite dai dati reali, e la violazione della regola della priorità assoluta (Absolute Priority Rule). La proposta, infatti, prevedeva la soddisfazione di creditori di rango inferiore prima di quelli privilegiati, contravvenendo a un principio cardine della procedura.

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Divieto di destinare unità immobiliari a bed and breakfast B&B

Le restrizioni alle facoltà inerenti al godimento della proprietà esclusiva contenute nel regolamento di condominio, volte a vietare lo svolgimento di determinate attività all’interno delle unità immobiliari esclusive, poiché costituiscono servitù reciproche, devono essere approvate o modificate mediante espressione di una volontà contrattuale, e quindi con il consenso di tutti i condomini, mentre la loro opponibilità ai terzi acquirenti, che non vi abbiano espressamente e consapevolmente aderito, rimane subordinata all’adempimento dell’onere di trascrizione del relativo peso.

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Responsabilità dei soci per il debito tributario della società estinta

Responsabilità dei soci limitatamente responsabili per il debito tributario della società estintasi per cancellazione dal registro delle imprese: la verifica del presupposto dell’avvenuta riscossione in base al bilancio finale di liquidazione, concernendo un elemento che deve essere dedotto nella fase di accertamento da indirizzarsi direttamente nei confronti dei soci, non può avere ingresso nel giudizio di impugnazione introdotto dalla società avverso l’avviso di accertamento ad essa originariamente notificato.

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Garanzia cessione quote: la sentenza della Corte

La Corte d’Appello di Roma ha esaminato un caso di garanzia nella cessione di quote societarie. Il venditore è stato condannato a risarcire l’acquirente a causa di una posta di bilancio (“rimanenze”) rivelatasi inesigibile. La Corte ha rigettato l’appello, confermando che la garanzia sulla veridicità del patrimonio netto sociale è stata violata e che nuove eccezioni non possono essere sollevate per la prima volta in appello. La decisione sottolinea l’importanza della due diligence e la validità della garanzia cessione quote.

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Controlli tecnologici posti in essere dal datore di lavoro

In tema di cd. sistemi difensivi, sono consentiti i controlli anche tecnologici posti in essere dal datore di lavoro finalizzati alla tutela di beni estranei al rapporto di lavoro o ad evitare comportamenti illeciti, in presenza di un fondato sospetto circa la commissione di un illecito, sempre che il controllo riguardi dati acquisiti successivamente all’insorgere del sospetto.

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Bilancio inattendibile: onere della prova del debitore

Una società impugna la sentenza di liquidazione giudiziale presentando bilanci approvati tardivamente. La Corte d’Appello rigetta il reclamo, giudicando il bilancio inattendibile e inidoneo a provare la non fallibilità. La sentenza riafferma che l’onere della prova spetta al debitore, il quale deve fornire documentazione credibile e tempestiva per dimostrare di essere al di sotto delle soglie dimensionali previste dalla legge.

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La fusione per incorporazione estingue la società incorporata

La fusione per incorporazione estingue la società incorporata dalla data di cancellazione dal registro delle imprese (“cessano, infatti, per la società incorporata, la sede sociale, la denominazione, gli organi amministrativi e di controllo, il capitale nominale, le azioni o quote che lo rappresentano, e così via; in una parola, la primigenia organizzazione si dissolve e nessuna situazione soggettiva residua”); la fusione realizza una successione a titolo universale corrispondente alla successione mortis causa e produce gli effetti, tra loro interdipendenti, dell’estinzione della società incorporata e della contestuale sostituzione a questa, nella titolarità dei rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali, della società incorporante, che rappresenta il nuovo centro di imputazione e di legittimazione dei rapporti giuridici già riguardanti i soggetti incorporati.

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Concorrenza sleale: quando il danno non è provato

Un’impresa di ristorazione ha citato in giudizio un concorrente per concorrenza sleale, accusandolo di aver avviato un’attività simile in un locale non idoneo e senza le dovute autorizzazioni. La Corte d’Appello, pur confermando l’esistenza della concorrenza sleale, ha respinto la richiesta di risarcimento danni. La decisione sottolinea che l’attore non è riuscito a fornire prove sufficienti e coerenti del danno economico subito né a dimostrare un nesso di causalità diretto tra l’attività illecita del concorrente e la propria diminuzione di fatturato.

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Revisione assegno divorzile, presenza di giustificati motivi

La revisione dell’assegno divorzile richiede la presenza di “giustificati motivi” e impone, prima di tutto, la verifica di una sopravvenuta, effettiva e significativa modifica delle condizioni economiche degli ex coniugi sulla base di una valutazione comparativa delle rispettive situazioni reddituali e patrimoniali.

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Revocazione per ingratitudine della donazione immobiliare

In tema di revocazione per ingratitudine della donazione, la liceità di una relazione extraconiugale intrattenuta dal coniuge donatario non esime però dal dovere compiere una valutazione complessiva del comportamento tenuto onde apprezzare le modalità con le quali tale nuova relazione sia stata poi portata alla luce, considerando altresì anche le ulteriori condotte dalle quali possa ricavarsi un contegno irriguardoso nei confronti del donante, in avversione al sentimento di rispetto che deve invece connotare i rapporti tra donante e donatario.

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Consegna documenti sociali: obbligo ex amministratore

Un liquidatore di una S.r.l., rischiando il licenziamento dal proprio impiego pubblico per incompatibilità, ha citato in giudizio l’ex amministratrice (e sua ex consorte) per ottenere la documentazione societaria. Il Tribunale di Napoli ha rigettato la richiesta di nomina di un nuovo liquidatore, ritenendola inammissibile, ma ha accolto la domanda relativa alla consegna dei documenti sociali. L’ordinanza ha stabilito che sull’ex amministratrice grava un preciso obbligo di legge di consegnare tutta la documentazione, emettendo un ordine d’urgenza per prevenire il grave pregiudizio lavorativo del ricorrente.

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Principio di bilanciamento tra i diritti alla cronaca e all'oblio

Doveri del giornalista e diritto alla presunzione di non colpevolezza. Principio di bilanciamento tra i diritti alla cronaca e all’oblio e quindi anche “la necessità di bilanciare il diritto ex art. 21 Cost. della collettività ad essere informata e a conservare la memoria del fatto storico con quello del titolare dei dati”.

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Licenziamento per giusta causa: la guida completa

Un’impiegata di banca è stata licenziata per giusta causa dopo aver sistematicamente sottratto ingenti somme di denaro dai conti di clienti anziani, dirottandole a favore dei propri familiari. Il Tribunale del Lavoro ha confermato la legittimità del licenziamento, respingendo le difese della lavoratrice basate sulla presunta tardività della contestazione e sulla violazione del diritto di difesa. La corte ha stabilito che la condotta fraudolenta, caratterizzata da artifici contabili e abuso della propria posizione, ha irrimediabilmente spezzato il vincolo fiduciario, elemento essenziale nel settore bancario, rendendo irrilevante qualsiasi presunta negligenza nei controlli da parte dell’istituto (culpa in vigilando).

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Appalto, riconoscimento dei vizi e impegno a rimuoverli

Il semplice riconoscimento dei vizi e delle difformità dell’opera da parte dell’appaltatore implica la superfluità della tempestiva denuncia da parte del committente, ma da esso non deriva automaticamente, in mancanza di un impegno in tal senso, l’assunzione in capo all’appaltatore dell’obbligo di emendare l’opera, che, ove configurabile, è una nuova e distinta obbligazione soggetta al termine di prescrizione decennale; ne consegue che il predetto riconoscimento non impedisce il decorso dei termini brevi della prescrizione previsti in tema di appalto.

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Assegno contraffatto: banca responsabile per negligenza

Il Tribunale di Milano ha confermato la condanna di una banca per il pagamento di un assegno contraffatto, ribadendo la sua responsabilità per negligenza. La decisione si fonda sulla mancata prova da parte dell’istituto di credito di aver correttamente identificato il presentatore del titolo. È stato, invece, escluso il concorso di colpa del mittente, il quale aveva dimostrato di aver spedito l’assegno tramite raccomandata, un metodo considerato sicuro. La sentenza chiarisce inoltre che tali controversie non sono soggette a mediazione obbligatoria.

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Tutela Marchio: stop a imitazione di mozzarella famosa

Un’azienda casearia ottiene una tutela del marchio contro un’imitazione. Il Tribunale di Milano ha ordinato a un negozio di cessare l’uso del nome e dell’immagine di una famosa mozzarella, riconoscendo il rischio di confusione per i consumatori e la violazione dei diritti di proprietà intellettuale della società produttrice.

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Procedimento disciplinare, documenti relativi ai fatti contestati

Il datore di lavoro è tenuto ad offrire in consultazione all’incolpato i documenti aziendali solo in quanto e nei limiti in cui l’esame degli stessi sia necessario al fine di una contestazione dell’addebito idonea a permettere alla controparte un’adeguata difesa.

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