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Infortuni sul lavoro: il ruolo del datore e il ruolo dell’INAIL

Per infortunio sul lavoro, si intende qualsiasi lesione originata nel corso di svolgimento di un’attività lavorativa, da qualsivoglia causa violenta, atta a generare, in ipotesi estreme la morte del lavoratore, nelle altre, temporanea o permanente riduzione delle capacità lavorative, generando in tale ipotesi, una inabilità allo svolgimento delle mansioni cui lo stesso lavoratore era preposto. […]

Pubblicato il 26 January 2007 in Diritto del Lavoro

Per infortunio sul lavoro, si intende qualsiasi lesione originata nel corso di svolgimento di un’attività lavorativa, da qualsivoglia causa violenta, atta a generare, in ipotesi estreme la morte del lavoratore, nelle altre, temporanea o permanente riduzione delle capacità lavorative, generando in tale ipotesi, una inabilità allo svolgimento delle mansioni cui lo stesso lavoratore era preposto. L’obbligo di denuncia dell’evento lesivo, è a carico del datore che, entro due giorni dall’avvenuto infortunio, deve inoltrare apposita comunicazione all’INAIL; mentre in caso di morte la comunicazione deve essere telegrafica ed entro le 24 ore dall’evento. La denuncia di infortunio deve indicare i seguenti elementi: · dati anagrafici del prestatore e del datore stesso; · elementi spaziali e temporali dell’avvenuto infortunio; · prima prognosi medica certificata; · circostanze e cause che hanno provocato l’evento lesivo; · dati salariali del prestatore, relativi ai 15 giorni antecedenti l’infortunio. Qualora il datore non ottemperasse a tale adempimento andrebbe incontro ad una sanzione pecuniaria. Per effetto del D.P.R. n. 547 del 1955, modificato dal Dlgs n. 626 del 1994 , è stato introdotto il registro degli infortuni, il cui obbligo di tenuta grava sul datore e, nel quale sono annotati, in ordine cronologico, tutti gli infortuni che hanno comportato una assenza del lavoratore dal posto di lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento; la data di abbandono e quella di rientro. Il registro deve essere intestato all’azienda cui si riferisce, vidimato dall’ASL competente per territorio, tenuto senza alcun spazio in bianco e le scritturazioni devono essere fatte con inchiostro indelebile, nonché privo di abrasioni; deve altresì essere costantemente aggiornato Deve essere conservato per un periodo non inferiore a quattro anni e soggetto a controlli degli ispettori di lavoro. Oltre al ruolo del datore di lavoro, in merito all’argomento in questione, non va in alcun modo trascurato quello dell’INAIL. L’acronimo sta per Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro; è un ente di diritto pubblico, non economico, sottoposto alla vigilanza del Ministro del Lavoro il cui compito e quello di gestire l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali nell’industria, nell’agricoltura, e nei servizi, liberando il datore di lavoro da eventuali responsabilità civili, che potrebbero configurasi in relazione all’evento lesivo. All’assicurazione provvede il datore che occupa presso la sua struttura aziendale lavoratori, dipendenti e parasubordinati, in attività per legge individuate come rischiose. Provvede, pertanto, al pagamento di una indennità economica che copre tutto il periodo di inabilità del prestatore. L’intervanto dell’INAIL si ha nei successivi 4 giorni, dall’avvenuto infortunio, assicurando una indennità integrativa, aumentata se dopo il novantesimo giorno, il lavoratore risulta ancora inabilitato. Da sottolineare che, per espressa previsione, il pagamento è a carico del datore. Nel caso di postumi invalidanti permanenti, è stesso l’INAIL che liquida una rendita, calcolata in relazione allo stipendio corrisposto nell’anno precedente all’infortunio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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