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PAYG

Si dice sistema pensionistico senza patrimonio di previdenza (in inglese “unfunded pension plan”) ma anche PAYG metod o pay as you go metod, in merito al modello di gestione finanziaria dei sistemi pensionistici pubblici ove le pensioni sono pagate con le imposte che possono essere o solo i contributi previdenziali raccolti con aliquote di scopo o gli stessi integrati da trasferimenti dalla fiscalità generale, e non vi è quindi un patrimonio di previdenza accumulato dall’ente previdenziale che sia di garanzia delle obbligazioni assunte. Nei paesi OCSE tali gestioni possono essere solo pubbliche. La World Bank classifica i sistemi pensionistici che usano tale modalità di gestione come primo pilastro della previdenza. Si distingue dai fondi pensione ove le pensioni sono pagate con la corrispondente quota di patrimonio accumulato in fase di lavoro e che applicano il principio della capitalizzazione integrale detti previdenza di secondo pilastro o previdenza di terzo pilastro. I sistemi pensionistici pubblici sono gli strumenti degli Stati, fondati su principi di coesione sociale, con cui viene garantita la sicurezza sociale ai propri cittadini. Il sistema pensionistico pubblico in Italia è basato sul modello previdenziale corporativo fascista che è molto vulnerabile nella creazione della bolla previdenziale mentre nelle nazioni del nord Europa è basato sul modello previdenziale universale più legato al solo rischio economico e al rischio demografico. Il sistema pensionistico senza patrimonio di previdenza, a copertura del debito pensionistico latente ossia delle obbligazioni derivanti dalle prestazioni previdenziali promesse, correntemente ed impropriamente detto “gestione a ripartizione” o anche “schema pensionistico a ripartizione” è una modalità di gestione finanziaria degli enti previdenziali attuatori dei sistemi pensionistici pubblici, che prevede l’utilizzo delle entrate derivanti dall’imposizione fiscale che l’ente gestore ha a qualsiasi titolo, per i pensionati che hanno diritto alle pensioni ed alle altre prestazioni previdenziali secondo il rapporto giuridico previdenziale di diritto pubblico, con la applicazione di uno schema pensionistico con formula delle rendite predefinita. Se le entrate contributive non sono sufficienti, la spesa pensionistica è coperta con altri trasferimenti dalla fiscalità generale. In questi sistemi l’ente previdenziale gestore non ha quindi la copertura patrimoniale delle obbligazioni assunte per legge con gli aventi diritto ossia pensionati e attivi e, l’eventuale patrimonio netto, serve solo per gestire le necessità di liquidità correnti (mismatched temporanei). In sintesi si ha una gestione di cassa ove alle entrate ci sono le imposte raccolte dall’ente o trasferite ad esso dallo Stato, secondo le necessità derivanti dall’obbligo di pagamento dello stock di pensioni correnti nonché delle nuove pensioni, diminuito delle pensioni cessate. Per mantenere l’equilibrio finanziario della gestione, di anno in anno si attuano continue riforme previdenziali che possono prevedere la variazione delle aliquote contributive pensionistiche di finanziamento ovvero modifiche allo schema pensionistico con formula delle rendite predefinita per ridurre il numero e l’importo delle pensioni future. Quindi si tratta di una previdenza sociale di tipo “politico” in quanto è la legge a stabilire l’importo e le modalità di finanziamento delle pensioni e delle altre prestazioni previdenziali nei casi di rapporto giuridico previdenziale di diritto pubblico. Non esiste un rapporto sinallagmatico tra contributi previdenziali e prestazioni previdenziali. La definizione ‘gestione a ripartizione’ o pay as you go (PAYG) mette in evidenza la caratteristica che il sistema è legato alle risorse finanziarie che la politica mette a disposizione. È la definizione di schema pensionistico con formula delle rendite predefinita che fa emergere l’aspetto temporale nella determinazione delle aspettative pensionistiche in quanto le stesse vengono regolarmente variate per mantenere la sostenibilità fiscale dei sistemi pensionistici pubblici. Infatti il sistema è influenzato in modo determinante dalla variabile demografica (rischio demografico) ed economica (rischio economico) per cui sono necessari continui aggiustamenti con opportune riforme previdenziali. Alcuni sistemi pensionistici senza copertura patrimoniale del debito pensionistico latente o con un patrimonio che copre in minima parte le obbligazioni dell’ente, in Italia sono ad es. INPS e le casse di previdenza trasformate ai sensi del D.Lgs. 509/1994. La definizione classica ma impropria, in quanto slegata dalla realtà, è quella di sistema di “gestione a ripartizione”, spiegato nei corsi universitari di economia, che prevede che ci sia una relazione tra il numero dei pensionati, l’importo della pensione e il numero dei lavoratori attivi e i contributi versati, ma tale schema nella realtà non è mai rispettato. Nella realtà nei sistemi pensionistici senza copertura patrimoniale (gestione a ripartizione), gli enti si finanziano con l’imposizione fiscale consistente nei contributi previdenziali riscossi sia dai propri iscritti che da altre figure indicate dalla legge (datore di lavoro, committente, società o lavoratori non iscritti), nonché con i trasferimenti dello Stato e nel pagamento con gli stessi delle prestazioni previdenziali correnti, previste per legge, ai propri iscritti (pensioni di vecchiaia, anzianità, reversibilità, superstiti, invalidità, inabilità). In Italia, la caratteristica saliente del sistema è che le prestazioni previdenziali fornite dai sistemi pensionistici pubblici, sono un servizio pubblico erogato ai sensi dell’art. 38 della Costituzione, quindi senza un corrispettivo pagamento di un premio come avviene nella previdenza complementare.

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