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In grammatica, la diàtesi (dal greco antico , diáthesis, “disposizione”, a sua volta derivante dal verbo διατίϑημι, diatíthemi, disporre) di un verbo è una categoria grammaticale che descrive la relazione tra l’azione (o lo stato) che il verbo esprime e i partecipanti identificati dagli argomenti (soggetto, oggetto ecc.). In italiano abbiamo tre diatesi: attiva, passiva e riflessiva. Quando il soggetto è l’agente, il verbo ha una diatesi attiva. Quando il soggetto è il paziente, scopo o in generale ciò che subisce l’azione, il verbo avrà una diatesi passiva. Se l’azione ricade sul soggetto stesso, il verbo avrà una diatesi riflessiva. Per esempio, nella frase: Il bambino mangia la mela il verbo mangiare ha una diatesi attiva, ma nella frase: La mela è mangiata dal bambino o La mela viene mangiata dal bambino il sintagma verbale “è mangiata” corrisponde a una diatesi passiva. Infine: Il bambino si lava l’azione ricade sul soggetto che è contemporaneamente l’agente. Questa è la diatesi riflessiva. Nella trasformazione da una proposizione attiva a una passiva, il soggetto e l’oggetto si scambiano di ruoli. L’oggetto diretto si eleva a soggetto, mentre il soggetto si declassa a un complemento (facoltativo). Negli esempi di cui sopra, la mela ha la funzione di oggetto diretto nella diatesi attiva, ma diventa soggetto nella diatesi passiva. Il soggetto della frase attiva, il bambino, diventa parte di un sintagma preposizionale nella frase con la diatesi passiva, e può anche essere sottinteso (la frase la mela viene mangiata è di senso compiuto).

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