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Valore aree edificabili ICI: come si determina?

La Cass. Civ., Sez. 5, n. 34596 del 30/12/2019 affronta il tema del corretto calcolo del valore aree edificabili ICI. Un Comune aveva accertato un valore superiore a quello dichiarato da una società, che si basava su una perizia per la trasformazione aziendale. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, stabilendo che la base imponibile ICI si fonda sul valore venale di mercato, desumibile da parametri oggettivi (zona, indice edificabilità) e non da perizie interne alla società. I valori predeterminati dal Comune con regolamento costituiscono una presunzione legale che il contribuente deve superare.

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Pubblicato il 8 luglio 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

La corretta determinazione del valore aree edificabili ICI (oggi IMU) è una questione che genera frequenti contenziosi tra contribuenti e Comuni. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 34596/2019, offre chiarimenti fondamentali su quali criteri debbano prevalere nella valutazione. È più importante il valore risultante da una perizia di stima societaria o quello di mercato determinato secondo parametri oggettivi? La Corte non ha dubbi e ribadisce la supremazia del valore venale.

I Fatti di Causa

Una società contribuente aveva impugnato un avviso di accertamento ICI relativo a un terreno edificabile. Il Comune aveva rettificato il valore dell’area, aumentandolo considerevolmente rispetto a quanto dichiarato dalla società. Quest’ultima aveva infatti utilizzato un valore inferiore, basandosi su una perizia redatta ai fini della trasformazione societaria e regolarmente iscritta nelle scritture contabili.

La Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva dato parzialmente ragione alla società, ritenendo che il valore indicato nella perizia contabile facesse fede fino a prova contraria. Insoddisfatto, il Comune ha presentato ricorso per cassazione, sostenendo che la base imponibile dell’ICI dovesse essere il valore di mercato e non un valore contabile interno.

La Determinazione del Valore Aree Edificabili ICI secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, cassando la decisione della CTR. Il punto centrale della sentenza è il richiamo all’art. 5, comma 5, del D.Lgs. 504/1992, che definisce la base imponibile per le aree fabbricabili. Secondo tale norma, questa è costituita dal valore venale in comune commercio al 1° gennaio dell’anno di imposizione.

La Corte ha specificato che questo valore deve essere ricavato tenendo conto di parametri tassativi e oggettivi:

* La zona territoriale di ubicazione.
* L’indice di edificabilità.
* La destinazione d’uso consentita.
* Gli oneri per eventuali lavori di adattamento.
* I prezzi medi di mercato per aree con caratteristiche simili.

La CTR ha errato nel fare riferimento a una perizia effettuata per scopi diversi (la trasformazione della società), ignorando i criteri normativamente previsti. Il valore contabile non può sostituire la valutazione basata sul mercato reale.

Il Ruolo dei Regolamenti Comunali

Un altro aspetto cruciale toccato dalla Corte riguarda la validità dei valori predeterminati dai Comuni attraverso appositi regolamenti (ai sensi dell’art. 59, D.Lgs. 446/1997). La Cassazione ha affermato che tali regolamenti, pur non avendo natura imperativa, costituiscono una fonte di presunzioni idonea a determinare il valore venale.

Questo significa che il valore indicato dal Comune è presunto corretto. Spetta al contribuente fornire la prova contraria, dimostrando con elementi concreti che il valore di mercato effettivo è inferiore. La CTR, invece, non ha correttamente valutato la forza presuntiva del valore determinato dal Comune.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su due pilastri. In primo luogo, il principio di legalità tributaria impone di attenersi ai criteri stabiliti dalla legge per la determinazione della base imponibile. Per le aree edificabili, il legislatore ha scelto in modo inequivocabile il criterio del valore di mercato, ancorandolo a parametri oggettivi e verificabili. Qualsiasi altro valore, come quello derivante da una perizia societaria, è irrilevante ai fini fiscali. In secondo luogo, la Corte ha rafforzato il ruolo degli strumenti di accertamento standardizzato a disposizione dei Comuni. I regolamenti che fissano valori medi per zone omogenee semplificano l’attività di accertamento e creano una presunzione legale forte, invertendo l’onere della prova a carico del contribuente che intenda discostarsene.

Le Conclusioni

La sentenza n. 34596/2019 rappresenta un importante monito per i proprietari di aree edificabili. Per la determinazione della base imponibile ICI/IMU, non si può fare affidamento su valori contabili o perizie private se queste non rispecchiano l’effettivo valore di mercato. Il punto di riferimento principale sono i criteri oggettivi previsti dalla legge e, in via presuntiva, i valori stabiliti dai regolamenti comunali. Il contribuente che desidera dichiarare un valore inferiore a quello tabellare deve prepararsi a fornire una prova rigorosa e convincente per superare la presunzione di legittimità dell’operato del Comune.

Per calcolare l’ICI su un’area edificabile, posso usare il valore di una perizia fatta per la mia società?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che le perizie redatte per fini societari (es. trasformazioni, conferimenti) non sono rilevanti per determinare la base imponibile ICI, che deve basarsi unicamente sul valore di mercato.Qual è il criterio corretto per determinare il valore aree edificabili ICI?
Il criterio corretto è il ‘valore venale in comune commercio’, ovvero il prezzo di mercato dell’area. Questo valore si determina considerando fattori oggettivi come la zona di ubicazione, l’indice di edificabilità, la destinazione d’uso e i prezzi medi di mercato di aree simili.I valori per le aree edificabili stabiliti dal mio Comune hanno valore legale?
Sì. Secondo la Cassazione, i valori predeterminati dal Comune tramite regolamento costituiscono una presunzione legale di correttezza. Questo significa che si presumono validi fino a prova contraria, e spetta al contribuente l’onere di dimostrare che il valore effettivo del suo terreno è inferiore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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