La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 3129/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di accertamenti bancari. Il caso riguardava un panificio a cui l'Agenzia delle Entrate aveva contestato maggiori ricavi basandosi su movimentazioni non giustificate sui conti correnti dell'imprenditore e dei suoi familiari. La Suprema Corte ha accolto il ricorso del contribuente, chiarendo che, a fronte di ricavi presunti derivanti da accertamenti bancari, il giudice tributario deve sempre considerare e determinare, anche in via forfettaria, i costi relativi a tali ricavi. Omettere questa valutazione viola il principio di tassazione del reddito effettivo, portando a una illegittima imposizione fiscale sui ricavi lordi anziché sull'utile netto.
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