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Giurisprudenza Tributaria

Notifica appello avvocato e cambio domicilio: le regole
Una società impugna un atto di accertamento tributario. La Corte d'Appello dichiara l'appello inammissibile perché notificato in ritardo, a seguito di un primo tentativo fallito per il cambio di domicilio non comunicato del legale avversario. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, non decide il caso ma lo rimette alla pubblica udienza. L'obiettivo è rivalutare le regole sulla notifica appello avvocato alla luce delle nuove tecnologie, come il domicilio digitale (PEC) e gli albi professionali online, che potrebbero imporre al notificante un onere di verifica dell'indirizzo sempre e comunque.
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Accertamento plusvalenza: no a presunzioni fiscali
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 3725/2024, ha annullato un accertamento plusvalenza che si basava esclusivamente sul valore definito ai fini dell'imposta di registro. In applicazione di una legge interpretativa con efficacia retroattiva, è stato stabilito che l'Agenzia delle Entrate deve fornire prove ulteriori e concrete per poter contestare il prezzo di vendita di un immobile, non potendo fare affidamento su una mera presunzione.
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Esenzione ICI enti ecclesiastici: retta non simbolica
La Corte di Cassazione nega l'esenzione ICI a un ente ecclesiastico che gestisce una scuola. La retta pagata dagli studenti, non essendo meramente simbolica ma contribuendo a coprire i costi, qualifica l'attività come commerciale, escludendo il beneficio fiscale. La sentenza sottolinea che per ottenere l'esenzione ICI per enti ecclesiastici, l'attività didattica deve essere gratuita o remunerata con un corrispettivo irrisorio.
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Litisconsorzio necessario: il ricorso a tutti i soci
L'Agenzia delle Entrate ha impugnato una sentenza favorevole a una società di persone e ai suoi soci, omettendo però di notificare il ricorso a uno di essi. La Corte di Cassazione, applicando il principio del litisconsorzio necessario tributario, ha rilevato un difetto di contraddittorio. Ha quindi ordinato di integrare il giudizio notificando l'atto al socio mancante, poiché la controversia fiscale contro le società di persone è inscindibile e deve coinvolgere tutti i soggetti interessati.
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Imposta regionale concessioni: quando è dovuta?
Una società che gestisce concessioni demaniali marittime ha contestato un avviso di accertamento per l'imposta regionale concessioni. La Corte di Cassazione ha confermato che il tributo è dovuto anche se la concessione è rilasciata dall'Autorità Portuale. Tuttavia, ha annullato le sanzioni applicate, riconoscendo una situazione di oggettiva incertezza normativa che giustificava l'errore del contribuente.
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Tassa concessioni demaniali: la Cassazione decide
Una società concessionaria ha impugnato un avviso di accertamento relativo alla tassa concessioni demaniali, sostenendo che non fosse dovuta per le concessioni marittime rilasciate dalle Autorità Portuali. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3711/2024, ha rigettato il ricorso. I giudici hanno stabilito che il presupposto dell'imposta è l'occupazione di un bene demaniale, a prescindere dall'ente che rilascia la concessione. La tassa è legittima in quanto i suoi elementi fondamentali (presupposto, soggetti passivi, base imponibile e aliquota) sono predeterminati dalla legge statale, rispettando così il principio della riserva di legge.
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Autotutela tributaria: no a rimborso su atto definitivo
Un contribuente chiedeva il rimborso dell'ICI per un'agevolazione agricola, ottenendolo nei primi due gradi di giudizio. La Corte di Cassazione ha però accolto il ricorso del Comune, stabilendo un principio fondamentale: non si può chiedere in giudizio un rimborso quando l'originario avviso di accertamento non è stato impugnato ed è diventato definitivo. La Corte ha chiarito i limiti dell'autotutela tributaria, specificando che si tratta di un potere discrezionale dell'amministrazione e non di un diritto del contribuente per sanare la propria inerzia processuale.
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Autonoma organizzazione: no IRAP per il professionista
Un professionista, socio di una grande società di consulenza per la quale lavorava in esclusiva, ha richiesto il rimborso dell'IRAP versata, sostenendo la mancanza del requisito della autonoma organizzazione. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, chiarendo che l'inserimento nella struttura organizzativa altrui, anche se complessa, non costituisce il presupposto impositivo per l'IRAP. È necessario che il professionista sia titolare e responsabile della propria organizzazione.
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Autonoma organizzazione IRAP: Cassazione chiarisce
Un professionista, socio di una grande società di consulenza, ha richiesto il rimborso dell'IRAP, sostenendo di non avere una autonoma organizzazione. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo che l'inserimento nella struttura organizzativa di terzi, anche in qualità di socio, esclude il presupposto impositivo dell'IRAP, poiché il professionista non è il responsabile di tale organizzazione.
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Imposta Unica Scommesse: CTD non paga per il 2007
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 3622/2024, ha stabilito che l'Imposta Unica Scommesse non può essere richiesta al titolare di un Centro Trasmissione Dati (CTD) per gli anni d'imposta precedenti al 2011. Basandosi su una precedente sentenza della Corte Costituzionale, i giudici hanno affermato che l'applicazione retroattiva della norma violerebbe il principio di capacità contributiva, poiché l'operatore non aveva la possibilità di trasferire il carico fiscale sul bookmaker estero. Di conseguenza, la pretesa fiscale per l'anno 2007 è stata annullata.
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Sospensione giudizio tributario per definizione agevolata
La Corte di Cassazione ha ordinato la sospensione di un giudizio tributario a seguito della richiesta del contribuente di aderire alla definizione agevolata delle liti pendenti. Il caso riguardava un avviso di accertamento per maggiore IRPEF derivante da una partecipazione societaria. Il contribuente, dopo aver presentato istanza di definizione agevolata e pagato la prima rata, ha chiesto la sospensione del processo in Cassazione. La Corte, applicando l'art. 1, comma 236, della Legge 197/2022, ha accolto la richiesta, sospendendo il giudizio fino al 2027, data prevista per il pagamento dell'ultima rata. La decisione sottolinea che l'estinzione definitiva del processo è subordinata al completo e tempestivo pagamento di tutte le somme dovute.
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Definizione agevolata: rinvio del processo in Cassazione
La Corte di Cassazione, in un caso di accertamenti fiscali a carico di ex soci di una società estinta, ha disposto il rinvio del giudizio. La decisione, presa su istanza dell'Agenzia delle Entrate, mira a verificare l'esito della procedura di definizione agevolata intrapresa dai contribuenti. La Corte ha preliminarmente riunito due ricorsi connessi: uno contro la sentenza d'appello e l'altro contro la sua successiva revocazione per giudicato esterno.
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Imposta unica scommesse: CTD e bookmaker responsabili
Un bookmaker estero e il suo centro di trasmissione dati italiano hanno impugnato un avviso di accertamento per l'imposta unica scommesse. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la loro responsabilità solidale. Per i periodi d'imposta successivi al 2011, la Corte ha ritenuto la tassazione conforme ai principi UE e costituzionali, poiché la normativa nazionale mira a tutelare l'ordine pubblico e a prevenire l'evasione fiscale senza discriminare gli operatori stranieri.
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Autonoma organizzazione IRAP: no tax in another’s firm
La Corte di Cassazione ha confermato il diritto al rimborso dell'IRAP per un professionista che, pur essendo socio, svolgeva la propria attività di revisione contabile esclusivamente all'interno della struttura organizzativa di una grande società terza. La sentenza ribadisce che il presupposto impositivo dell'autonoma organizzazione IRAP sussiste solo quando il professionista è il diretto responsabile della struttura e non quando si limita a utilizzare quella di altri.
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Rimborso IVA non residenti: la sentenza deve motivare
Una società non residente ha richiesto il rimborso dell'IVA assolta su beni importati in Italia e poi trasferiti in un altro Stato UE. L'Agenzia delle Entrate ha negato il rimborso, ma la Commissione Tributaria Regionale ha accolto l'appello della società. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha annullato tale decisione per vizio di motivazione, in quanto il giudice di secondo grado non ha specificato se sussistessero i presupposti normativi per il rimborso IVA non residenti richiesto, violando il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Rimborso IVA: la prova del pagamento è essenziale
Una società immobiliare ha richiesto un rimborso IVA per canoni di leasing. L'Agenzia delle Entrate ha concesso solo un rimborso parziale, contestando la mancanza di prova del pagamento di tutti i canoni. La Corte di Cassazione ha stabilito che per ottenere il rimborso IVA, il contribuente ha l'onere di dimostrare non solo la registrazione delle fatture, ma anche l'effettivo pagamento, poiché questo è un fatto costitutivo del diritto al credito.
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Difetto di interesse: ricorso inammissibile
Una società impugna un accertamento fiscale per IVA. Durante il processo in Cassazione, aderisce a una definizione agevolata dei ruoli, pagando il debito. La Corte Suprema dichiara il ricorso inammissibile per sopravvenuto difetto di interesse, poiché l'adesione alla sanatoria dimostra la mancanza di interesse a proseguire la causa. La decisione chiarisce che tale comportamento processuale preclude l'esame nel merito del ricorso.
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Definizione agevolata: estingue il giudizio tributario
La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un giudizio tributario in cui un contribuente aveva aderito a una definizione agevolata. Il caso verteva su una cartella di pagamento per IRPEF, ma l'adesione del contribuente alla sanatoria fiscale ha portato alla cessazione della materia del contendere, rendendo superflua la decisione nel merito del ricorso presentato dall'Agenzia delle Entrate.
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Estinzione del giudizio per definizione agevolata
Una società cooperativa, coinvolta in una controversia con l'Agenzia delle Entrate per un recupero IVA su una cessione di terreni, ha visto il proprio caso giungere fino alla Corte di Cassazione. Durante il procedimento, la società ha aderito alla definizione agevolata delle liti pendenti prevista dalla Legge 197/2022. La Suprema Corte, verificata la sussistenza dei presupposti, ha dichiarato l'estinzione del giudizio, ponendo fine alla disputa senza una decisione nel merito.
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Compensazione spese di lite: il caso di autotutela
Una società multinazionale ha impugnato un avviso di accertamento IVA, riqualificato dall'Agenzia delle Entrate come cessione di ramo d'azienda. Durante il processo, l'Agenzia ha annullato l'atto in autotutela, portando alla cessazione della materia del contendere. La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto il giudizio, disponendo la totale compensazione delle spese di lite. La decisione si fonda sulla sopravvenienza di una nuova legge che ha chiarito la complessa questione giuridica alla base dell'accertamento, giustificando così la compensazione integrale delle spese.
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