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Giurisprudenza Tributaria

Definizione agevolata: lite estinta in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un giudizio tributario relativo a un accertamento da redditometro. Il contribuente, durante il processo in Cassazione, ha aderito alla definizione agevolata delle controversie pendenti (D.L. 119/2018), presentando domanda e pagando la prima rata. La Corte ha preso atto del perfezionamento della procedura e ha estinto il processo senza entrare nel merito della questione, che riguardava la sufficienza delle prove fornite dal contribuente (tra cui uno 'scudo fiscale') per giustificare le spese contestate.
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Operazioni inesistenti: l’onere della prova
Una società di pulizie si è vista contestare le detrazioni IVA e la deducibilità dei costi IRAP per fatture ricevute da una presunta società 'cartiera'. I giudici di merito avevano dato ragione al contribuente, ma la Corte di Cassazione ha annullato la decisione. Con l'Ordinanza n. 3739/2024, la Suprema Corte ha ribadito che in caso di operazioni soggettivamente inesistenti, spetta all'Amministrazione Finanziaria dimostrare non solo la natura fittizia del fornitore, ma anche la consapevolezza o la colpevole negligenza del cliente. La sentenza di secondo grado è stata cassata per non aver applicato correttamente questo principio, demandando a un nuovo giudizio la valutazione dei fatti.
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Imposta concessioni statali: quando si applica?
Una società che gestisce aree portuali ha contestato un avviso di accertamento per l'imposta concessioni statali, sostenendo che non fosse dovuta poiché la concessione era stata rilasciata dall'Autorità Portuale. La Corte di Cassazione ha stabilito che il presupposto del tributo è l'occupazione di un bene demaniale, a prescindere dall'ente che rilascia l'atto. Tuttavia, ha annullato le sanzioni per la presenza di una oggettiva incertezza normativa e ha rinviato il caso al giudice di merito per valutare la corretta composizione della base imponibile.
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Agevolazione ICI terreni agricoli: prova necessaria
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 3720/2024, ha stabilito che per ottenere l'agevolazione ICI sui terreni agricoli non basta dimostrare la qualifica di imprenditore agricolo tramite iscrizione INPS. È indispensabile fornire una prova autonoma e specifica della conduzione diretta dei fondi. Il ricorso di alcuni contribuenti, che chiedevano il rimborso dell'ICI versata per gli anni 2006-2011, è stato respinto perché non avevano assolto a questo onere probatorio, che ricade interamente su chi richiede il beneficio fiscale.
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Notifica appello avvocato e cambio domicilio: le regole
Una società impugna un atto di accertamento tributario. La Corte d'Appello dichiara l'appello inammissibile perché notificato in ritardo, a seguito di un primo tentativo fallito per il cambio di domicilio non comunicato del legale avversario. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, non decide il caso ma lo rimette alla pubblica udienza. L'obiettivo è rivalutare le regole sulla notifica appello avvocato alla luce delle nuove tecnologie, come il domicilio digitale (PEC) e gli albi professionali online, che potrebbero imporre al notificante un onere di verifica dell'indirizzo sempre e comunque.
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Accertamento plusvalenza: no a presunzioni fiscali
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 3725/2024, ha annullato un accertamento plusvalenza che si basava esclusivamente sul valore definito ai fini dell'imposta di registro. In applicazione di una legge interpretativa con efficacia retroattiva, è stato stabilito che l'Agenzia delle Entrate deve fornire prove ulteriori e concrete per poter contestare il prezzo di vendita di un immobile, non potendo fare affidamento su una mera presunzione.
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Esenzione ICI enti ecclesiastici: retta non simbolica
La Corte di Cassazione nega l'esenzione ICI a un ente ecclesiastico che gestisce una scuola. La retta pagata dagli studenti, non essendo meramente simbolica ma contribuendo a coprire i costi, qualifica l'attività come commerciale, escludendo il beneficio fiscale. La sentenza sottolinea che per ottenere l'esenzione ICI per enti ecclesiastici, l'attività didattica deve essere gratuita o remunerata con un corrispettivo irrisorio.
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Litisconsorzio necessario: il ricorso a tutti i soci
L'Agenzia delle Entrate ha impugnato una sentenza favorevole a una società di persone e ai suoi soci, omettendo però di notificare il ricorso a uno di essi. La Corte di Cassazione, applicando il principio del litisconsorzio necessario tributario, ha rilevato un difetto di contraddittorio. Ha quindi ordinato di integrare il giudizio notificando l'atto al socio mancante, poiché la controversia fiscale contro le società di persone è inscindibile e deve coinvolgere tutti i soggetti interessati.
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Imposta regionale concessioni: quando è dovuta?
Una società che gestisce concessioni demaniali marittime ha contestato un avviso di accertamento per l'imposta regionale concessioni. La Corte di Cassazione ha confermato che il tributo è dovuto anche se la concessione è rilasciata dall'Autorità Portuale. Tuttavia, ha annullato le sanzioni applicate, riconoscendo una situazione di oggettiva incertezza normativa che giustificava l'errore del contribuente.
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Tassa concessioni demaniali: la Cassazione decide
Una società concessionaria ha impugnato un avviso di accertamento relativo alla tassa concessioni demaniali, sostenendo che non fosse dovuta per le concessioni marittime rilasciate dalle Autorità Portuali. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3711/2024, ha rigettato il ricorso. I giudici hanno stabilito che il presupposto dell'imposta è l'occupazione di un bene demaniale, a prescindere dall'ente che rilascia la concessione. La tassa è legittima in quanto i suoi elementi fondamentali (presupposto, soggetti passivi, base imponibile e aliquota) sono predeterminati dalla legge statale, rispettando così il principio della riserva di legge.
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Autotutela tributaria: no a rimborso su atto definitivo
Un contribuente chiedeva il rimborso dell'ICI per un'agevolazione agricola, ottenendolo nei primi due gradi di giudizio. La Corte di Cassazione ha però accolto il ricorso del Comune, stabilendo un principio fondamentale: non si può chiedere in giudizio un rimborso quando l'originario avviso di accertamento non è stato impugnato ed è diventato definitivo. La Corte ha chiarito i limiti dell'autotutela tributaria, specificando che si tratta di un potere discrezionale dell'amministrazione e non di un diritto del contribuente per sanare la propria inerzia processuale.
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Autonoma organizzazione: no IRAP per il professionista
Un professionista, socio di una grande società di consulenza per la quale lavorava in esclusiva, ha richiesto il rimborso dell'IRAP versata, sostenendo la mancanza del requisito della autonoma organizzazione. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, chiarendo che l'inserimento nella struttura organizzativa altrui, anche se complessa, non costituisce il presupposto impositivo per l'IRAP. È necessario che il professionista sia titolare e responsabile della propria organizzazione.
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Autonoma organizzazione IRAP: Cassazione chiarisce
Un professionista, socio di una grande società di consulenza, ha richiesto il rimborso dell'IRAP, sostenendo di non avere una autonoma organizzazione. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo che l'inserimento nella struttura organizzativa di terzi, anche in qualità di socio, esclude il presupposto impositivo dell'IRAP, poiché il professionista non è il responsabile di tale organizzazione.
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Imposta Unica Scommesse: CTD non paga per il 2007
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 3622/2024, ha stabilito che l'Imposta Unica Scommesse non può essere richiesta al titolare di un Centro Trasmissione Dati (CTD) per gli anni d'imposta precedenti al 2011. Basandosi su una precedente sentenza della Corte Costituzionale, i giudici hanno affermato che l'applicazione retroattiva della norma violerebbe il principio di capacità contributiva, poiché l'operatore non aveva la possibilità di trasferire il carico fiscale sul bookmaker estero. Di conseguenza, la pretesa fiscale per l'anno 2007 è stata annullata.
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Sospensione giudizio tributario per definizione agevolata
La Corte di Cassazione ha ordinato la sospensione di un giudizio tributario a seguito della richiesta del contribuente di aderire alla definizione agevolata delle liti pendenti. Il caso riguardava un avviso di accertamento per maggiore IRPEF derivante da una partecipazione societaria. Il contribuente, dopo aver presentato istanza di definizione agevolata e pagato la prima rata, ha chiesto la sospensione del processo in Cassazione. La Corte, applicando l'art. 1, comma 236, della Legge 197/2022, ha accolto la richiesta, sospendendo il giudizio fino al 2027, data prevista per il pagamento dell'ultima rata. La decisione sottolinea che l'estinzione definitiva del processo è subordinata al completo e tempestivo pagamento di tutte le somme dovute.
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Definizione agevolata: rinvio del processo in Cassazione
La Corte di Cassazione, in un caso di accertamenti fiscali a carico di ex soci di una società estinta, ha disposto il rinvio del giudizio. La decisione, presa su istanza dell'Agenzia delle Entrate, mira a verificare l'esito della procedura di definizione agevolata intrapresa dai contribuenti. La Corte ha preliminarmente riunito due ricorsi connessi: uno contro la sentenza d'appello e l'altro contro la sua successiva revocazione per giudicato esterno.
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Imposta unica scommesse: CTD e bookmaker responsabili
Un bookmaker estero e il suo centro di trasmissione dati italiano hanno impugnato un avviso di accertamento per l'imposta unica scommesse. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la loro responsabilità solidale. Per i periodi d'imposta successivi al 2011, la Corte ha ritenuto la tassazione conforme ai principi UE e costituzionali, poiché la normativa nazionale mira a tutelare l'ordine pubblico e a prevenire l'evasione fiscale senza discriminare gli operatori stranieri.
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Autonoma organizzazione IRAP: no tax in another’s firm
La Corte di Cassazione ha confermato il diritto al rimborso dell'IRAP per un professionista che, pur essendo socio, svolgeva la propria attività di revisione contabile esclusivamente all'interno della struttura organizzativa di una grande società terza. La sentenza ribadisce che il presupposto impositivo dell'autonoma organizzazione IRAP sussiste solo quando il professionista è il diretto responsabile della struttura e non quando si limita a utilizzare quella di altri.
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Rimborso IVA non residenti: la sentenza deve motivare
Una società non residente ha richiesto il rimborso dell'IVA assolta su beni importati in Italia e poi trasferiti in un altro Stato UE. L'Agenzia delle Entrate ha negato il rimborso, ma la Commissione Tributaria Regionale ha accolto l'appello della società. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha annullato tale decisione per vizio di motivazione, in quanto il giudice di secondo grado non ha specificato se sussistessero i presupposti normativi per il rimborso IVA non residenti richiesto, violando il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Rimborso IVA: la prova del pagamento è essenziale
Una società immobiliare ha richiesto un rimborso IVA per canoni di leasing. L'Agenzia delle Entrate ha concesso solo un rimborso parziale, contestando la mancanza di prova del pagamento di tutti i canoni. La Corte di Cassazione ha stabilito che per ottenere il rimborso IVA, il contribuente ha l'onere di dimostrare non solo la registrazione delle fatture, ma anche l'effettivo pagamento, poiché questo è un fatto costitutivo del diritto al credito.
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