La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4424/2024, ha accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate contro una sentenza che aveva annullato un accertamento sintetico. Il caso riguardava una contribuente con redditi dichiarati irrisori a fronte di ingenti investimenti in società e acquisti immobiliari. La Suprema Corte ha stabilito che la motivazione del giudice di secondo grado era solo apparente, poiché non aveva affrontato la palese sproporzione tra le spese contestate e le fonti di reddito alternative fornite come giustificazione. Viene ribadito che, in tema di accertamento sintetico, non è sufficiente per il contribuente dimostrare la generica disponibilità di altre somme, ma è necessario provare che tali somme siano state effettivamente utilizzate per coprire le spese oggetto di accertamento, fornendo una prova documentale rigorosa.
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