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Giurisprudenza Tributaria

Notifica appello tributario: le regole per l’atto
Una società ha impugnato un avviso di accertamento. In Cassazione ha lamentato la nullità della notifica dell'appello tributario e la mancata disamina delle eccezioni sollevate in primo grado, non essendosi costituita in appello. La Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che la notifica diretta via posta non richiede l'identificazione del ricevente né la raccomandata informativa. Ha inoltre ribadito che le eccezioni non riproposte in appello si intendono rinunciate, anche per la parte contumace.
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Notifica cartella esattoriale: sì alla raccomandata
Una contribuente aveva vinto un appello perché il giudice di secondo grado aveva ritenuto invalida la notifica della cartella esattoriale tramite raccomandata da parte dell'Agente della Riscossione. La Corte di Cassazione ha ribaltato questa decisione, stabilendo che tale modalità di notifica è pienamente legittima e prevista dalla legge, annullando la sentenza e rinviando il caso per un nuovo esame.
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Errore materiale: quando la correzione non è ammessa
Una società di telecomunicazioni ha richiesto alla Corte di Cassazione la correzione di un presunto errore materiale in una precedente ordinanza. La società sosteneva un errore di calcolo nel termine di prescrizione per una richiesta di rimborso fiscale. La Suprema Corte ha respinto l'istanza, chiarendo che non si trattava di un errore materiale, bensì di una valutazione giuridica di merito. La decisione originale si fondava correttamente sull'applicazione dei termini di decadenza per impugnare il silenzio rifiuto dell'amministrazione, un atto che la società non aveva contestato tempestivamente.
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Accertamenti bancari: la prova deve essere analitica
L'Agenzia delle Entrate ha emesso un avviso di accertamento basato su versamenti bancari non giustificati. Il contribuente si è difeso sostenendo che si trattasse di restituzioni di prestiti. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5099/2024, ha annullato la decisione di merito favorevole al contribuente, ribadendo che per superare la presunzione legale su cui si fondano gli accertamenti bancari, è necessaria una prova analitica e rigorosa per ogni singola operazione, non essendo sufficiente una giustificazione generica.
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Litisconsorzio: integrare il contraddittorio
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione su un ricorso dell'Agenzia delle Entrate. La Corte ha rilevato la mancata notifica del ricorso all'agente della riscossione, parte necessaria nel giudizio d'appello. Di conseguenza, ha ordinato l'integrazione del contraddittorio, affermando la necessità del litisconsorzio processuale per garantire che la decisione sia valida per tutte le parti coinvolte.
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Tassazione agevolata università: esclusi i dipendenti
Un dipendente di un'università non statale legalmente riconosciuta ha richiesto il rimborso dell'IRPEF versata su bonus di produttività, invocando il diritto alla tassazione agevolata prevista per il settore privato. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che tale beneficio fiscale è legato alla natura competitiva e orientata al profitto dell'impresa, caratteristiche non riscontrabili in un ateneo, anche se privato. Pertanto, la tassazione agevolata università non è applicabile in questo contesto.
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Competenza Centro Operativo: Cassazione nega poteri
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5100/2024, ha stabilito l'illegittimità di un avviso di accertamento emesso dal Centro operativo di Pescara. La Corte ha chiarito che la competenza del Centro Operativo è limitata a funzioni di indagine e supporto, mentre la potestà impositiva, ovvero il potere di emettere atti di accertamento, spetta esclusivamente alla Direzione provinciale competente per il domicilio fiscale del contribuente. La legittimazione processuale non implica automaticamente il potere di imporre tributi.
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Servizi accessori IVA: la Cassazione chiarisce
Una società di servizi di pagamento ha contestato un accertamento IVA relativo al suo servizio di "cattura dati", sostenendo che fosse parte di un'operazione finanziaria esente. La Corte di Cassazione ha stabilito che, sebbene un servizio tecnico non sia di per sé esente, il giudice di merito ha errato nel non valutare se tale servizio potesse qualificarsi come uno dei servizi accessori IVA rispetto alla prestazione principale. Di conseguenza, la sentenza è stata annullata con rinvio per un nuovo esame su questo specifico punto.
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Plusvalenze cessione calciatori: quando si paga l’IRAP
Una società di calcio ha contestato l'imponibilità IRAP delle plusvalenze sulla cessione dei calciatori. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il diritto alla prestazione sportiva dell'atleta è un bene immateriale strumentale, la cui cessione genera una plusvalenza che rientra nella base imponibile IRAP.
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Esterovestizione: sede legale estera non basta
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5096/2024, ha confermato il principio di esterovestizione per una società con sede legale nel Regno Unito. La decisione si basa sulla prevalenza della 'sede effettiva' dell'amministrazione, situata in Italia, rispetto alla sede legale formale. Elementi come l'amministratore unico residente in Italia e la mancanza di una reale attività economica all'estero sono stati decisivi per considerare la società fiscalmente residente in Italia.
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Accertamento studi di settore: la Cassazione decide
Una società di ristorazione ha impugnato un avviso di accertamento fiscale basato sugli studi di settore. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la legittimità dell'operato dell'Amministrazione finanziaria. La sentenza ribadisce che l'accertamento studi di settore si fonda su presunzioni semplici che il contribuente ha l'onere di superare con prove concrete durante il contraddittorio. Viene inoltre chiarito che le garanzie procedurali previste per le verifiche in loco non si applicano a questa tipologia di accertamento.
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Deduzione ACE: la data della delibera è decisiva
Una società si è vista negare il rimborso IRES per la mancata fruizione della deduzione ACE. La Corte di Cassazione ha confermato il diniego, stabilendo che un aumento di capitale, per essere agevolabile, deve essere stato deliberato dopo il 31 dicembre 2010. La data di sottoscrizione successiva non è sufficiente, poiché la norma mira a incentivare nuove decisioni di capitalizzazione, non a premiare quelle già prese prima della sua entrata in vigore.
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Fatture false: l’onere della prova e le presunzioni
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un'impresa di ingegneria contro l'Agenzia delle Entrate in un caso di fatture false. La Corte ha stabilito che, di fronte a presunzioni gravi, precise e concordanti fornite dal Fisco (come l'assenza di una struttura operativa del fornitore), l'onere di provare l'effettività dell'operazione ricade sul contribuente. La mera esibizione di fatture e prove di pagamento non è considerata sufficiente per superare la presunzione di fittizietà dell'operazione.
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Cessione di cubatura: il valore al momento dell’atto
L'Agenzia delle Entrate contestava il calcolo di una plusvalenza su una vendita immobiliare, sostenendo che il valore derivante da una cessione di cubatura dovesse essere considerato solo dopo il rilascio del permesso di costruire. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la cessione di cubatura è un atto con effetti traslativi immediati. Di conseguenza, il suo valore economico deve essere incluso nel costo iniziale del bene dal momento dell'accordo, riducendo così la plusvalenza tassabile.
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Società estinta: nullo l’avviso di accertamento
Una ex socia di una S.r.l. riceve un'intimazione di pagamento per debiti tributari della società, che però era già stata cancellata dal registro delle imprese. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo che gli avvisi di accertamento notificati a una società estinta sono radicalmente nulli. Di conseguenza, anche la sentenza che ne aveva confermato la legittimità è da considerarsi giuridicamente inesistente e non può produrre effetti nei confronti della ex socia.
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Errore di fatto revocatorio: quando non è ammesso?
Un contribuente ha richiesto la revoca di un'ordinanza della Cassazione, sostenendo un errore di fatto sulla notifica di un atto. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che l'errore di fatto revocatorio riguarda una pura svista materiale e non un errore di valutazione su questioni procedurali controverse, come la validità di una notifica presso un determinato difensore.
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Operazioni inesistenti: onere della prova e ricavi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5026/2024, ha rigettato il ricorso di un'impresa di ingegneria contro un avviso di accertamento per operazioni inesistenti. La Corte ha confermato che spetta al contribuente l'onere di provare l'effettività delle operazioni contestate dall'Amministrazione Finanziaria. Inoltre, ha stabilito che per ottenere la sterilizzazione dei ricavi correlati a costi indeducibili, il contribuente deve dimostrare la fittizietà anche di tali ricavi, una prova non fornita nel caso di specie.
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Errore materiale contributo unificato: la correzione
La Corte di Cassazione interviene per correggere un errore materiale in una propria precedente sentenza. La decisione originaria aveva disposto il raddoppio del contributo unificato a carico della parte soccombente, senza considerare che il giudizio, avendo ad oggetto il credito professionale di un difensore d'ufficio, poteva essere esente dal versamento. La Corte chiarisce che il giudice deve limitarsi ad attestare la sussistenza dei presupposti processuali per il raddoppio (es. rigetto dell'impugnazione), ma non può accertare la debenza del contributo iniziale, competenza che spetta all'amministrazione. Di conseguenza, ha corretto la sentenza aggiungendo la clausola condizionale 'se il contributo unificato è dovuto', sanando così l'errore materiale.
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Onere della prova frode IVA: la Cassazione decide
In un caso di presunta frode carosello, la Corte di Cassazione ha chiarito la ripartizione dell'onere della prova in materia di frode IVA. Se l'Agenzia Fiscale fornisce indizi gravi, precisi e concordanti sulla fittizietà del fornitore e sulla consapevolezza del cessionario, spetta a quest'ultimo dimostrare di aver agito con la massima diligenza per evitare il coinvolgimento. La mera regolarità formale dei documenti non è sufficiente a provare la buona fede. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva erroneamente accolto le ragioni del contribuente.
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Definizione agevolata: ricorso inammissibile
Una società e due privati cittadini hanno impugnato un avviso di accertamento fiscale. Durante il giudizio in Cassazione, hanno aderito alla definizione agevolata dei carichi tributari. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per sopravvenuta carenza d'interesse, stabilendo che l'adesione alla sanatoria fiscale prevale sulla volontà di proseguire il contenzioso.
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