La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5230/2024, ha chiarito i limiti dell'onere della prova a carico del contribuente in caso di accertamenti bancari. A seguito di un'indagine fiscale scaturita dal possesso di beni di lusso a fronte di un reddito esiguo, la Corte ha stabilito che la motivazione del giudice di merito è valida anche se si basa su una perizia esterna, purché ne condivida criticamente le conclusioni. La Suprema Corte ha rigettato sia il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria, che lamentava una violazione delle regole sull'onere probatorio, sia quello del contribuente, confermando la decisione della Commissione Tributaria Regionale.
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