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Giurisprudenza Tributaria

Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio

Una contribuente, dopo aver impugnato in Cassazione tre avvisi di accertamento basati su presunzioni di reddito da movimentazioni bancarie, ha effettuato una rinuncia al ricorso a seguito di adesione a una definizione agevolata. La Corte Suprema ha dichiarato l’estinzione del giudizio, chiarendo anche le conseguenze su spese e contributo unificato.

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Plusvalenza terreno edificabile: quando è tassabile?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito che la plusvalenza derivante dalla vendita di un terreno è tassabile se esiste una qualsiasi potenziale utilizzazione edificatoria, anche se limitata e strumentale alla vocazione agricola del suolo. Viene confermato che ai fini della tassazione della plusvalenza terreno edificabile è sufficiente la previsione dello strumento urbanistico generale. La Corte ha inoltre annullato la decisione di secondo grado che aveva escluso le sanzioni, precisando che l’incertezza sulla norma urbanistica locale non costituisce ‘oggettiva incertezza normativa’ in materia fiscale, la quale deve riguardare la norma tributaria stessa.

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Acquisizione fascicoli di merito: il rinvio della Corte

Un professionista contesta avvisi di accertamento IRAP. Dopo un lungo iter processuale, la Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, dispone il rinvio a nuovo ruolo per l’acquisizione dei fascicoli di merito. Lo scopo è verificare se l’Agenzia Fiscale avesse effettivamente ricevuto la notifica dell’atto di riassunzione del giudizio, un punto cruciale per decidere sull’eccezione di estinzione del processo sollevata dall’ente.

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Deduzione cuneo fiscale: Appalto vs Concessione

La Cassazione chiarisce che una società di trasporto pubblico ha diritto alla deduzione cuneo fiscale sull’IRAP quando opera in regime di appalto, e non di concessione. Decisivo è il criterio di remunerazione: se il corrispettivo è fisso e pagato dall’ente pubblico (a km) e non dagli utenti, si tratta di appalto e la deduzione è legittima, non configurando un aiuto di Stato.

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Fatture false: onere della prova per l'imprenditore

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1795/2025, ha rigettato il ricorso di un’imprenditrice contro un avviso di accertamento per recupero IVA. Il caso riguardava l’utilizzo di fatture false per operazioni soggettivamente inesistenti. La Corte ha chiarito che, di fronte a solidi indizi di frode presentati dall’Agenzia delle Entrate, l’onere della prova si sposta sul contribuente, che deve dimostrare di aver agito con la massima diligenza per non essere coinvolto. Il ricorso è stato inoltre dichiarato inammissibile per violazione del principio di autosufficienza.

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Avviso di accertamento nullo se non motivato bene

La Corte di Cassazione ha confermato la nullità di un avviso di accertamento per operazioni inesistenti. L’atto si basava su un verbale di constatazione relativo a un’altra società, ma tale documento non era stato né allegato né riprodotto nel suo contenuto essenziale, ledendo il diritto di difesa del contribuente. La Corte ha ritenuto l’atto illegittimo per difetto di motivazione, senza entrare nel merito della pretesa fiscale.

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Deducibilità contributi notai: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1690/2025, ha stabilito la piena deducibilità dei contributi obbligatori versati dai notai alla Cassa Nazionale del Notariato dal loro reddito di lavoro autonomo. La Corte ha chiarito che tali contributi sono da considerarsi costi inerenti all’attività professionale, in quanto ne costituiscono una diretta conseguenza. Questa decisione ribalta un precedente orientamento che li considerava spese personali, affermando un principio fondamentale per la determinazione del reddito dei professionisti e confermando la piena legittimità della loro deduzione.

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Accertamento tributario: autotutela e nuovi elementi

La Corte di Cassazione interviene su un complesso caso di frode fiscale realizzato tramite scissione societaria e cessione di rami d’azienda. L’Agenzia delle Entrate aveva emesso diversi avvisi di accertamento tributario. La Corte chiarisce i limiti del potere impositivo, distinguendo tra l’accertamento integrativo, che richiede la sopravvenuta conoscenza di nuovi elementi, e l’autotutela sostitutiva, che permette di correggere un atto precedente. Un avviso, basato su una mera ‘rivisitazione’ dei fatti e non su nuovi dati, è stato annullato, ribadendo un importante principio a garanzia del contribuente.

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Onere della prova nel redditometro: la Cassazione decide

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta il tema del redditometro, chiarendo l’inversione dell’onere della prova a carico del contribuente. Una volta che l’Amministrazione Finanziaria dimostra la disponibilità di beni-indice, spetta al cittadino provare che le spese sono state sostenute con redditi non imponibili. La Corte ha rigettato il ricorso del contribuente, confermando che la semplice dimostrazione di disponibilità di fondi non è sufficiente, e ha chiarito che le spese legali seguono l’esito finale dell’intera lite.

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Operazioni inesistenti: onere della prova e diligenza

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1796/2025, ha rigettato il ricorso di un’imprenditrice contro un avviso di accertamento per IVA non versata su operazioni soggettivamente inesistenti. La Corte ha chiarito che l’onere di provare la propria buona fede ricade sul contribuente quando l’Amministrazione Finanziaria fornisce elementi oggettivi (come la cessazione di attività o la sede fittizia del fornitore) che un imprenditore diligente avrebbe dovuto notare. Inoltre, ha ribadito l’importanza del principio di autosufficienza del ricorso per cassazione.

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Notifica a società incorporata: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1672/2025, ha stabilito che la notifica di una cartella di pagamento a una società già estinta a seguito di fusione per incorporazione è nulla. Questo principio si fonda sulla recente giurisprudenza delle Sezioni Unite, secondo cui la fusione comporta l’estinzione della società incorporata e una successione universale in capo alla società incorporante. Di conseguenza, una notifica a società incorporata, se effettuata dopo la fusione, non è idonea a interrompere i termini di decadenza per la riscossione del tributo.

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Agevolazione prima casa: quando è casa di lusso?

La Corte di Cassazione conferma la revoca dell’agevolazione prima casa a due contribuenti, poiché il loro immobile è stato classificato come abitazione di lusso. La controversia riguardava il calcolo della superficie utile, che secondo i giudici deve includere anche locali come seminterrati e sottotetti se concretamente utilizzabili e a servizio dell’abitazione principale, a prescindere dalla loro formale abitabilità. La Corte ha stabilito che la ‘mera utilizzabilità’ di questi spazi, che contribuiscono alla valorizzazione dell’immobile, è il criterio decisivo per superare la soglia dei 240 mq che fa scattare la classificazione di lusso.

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Visto infedele: competenza territoriale dell'Agenzia

Un professionista ha rilasciato un visto di conformità errato (visto infedele). L’Agenzia delle Entrate ha emesso un atto di accertamento a suo carico. La Corte di Cassazione ha annullato tale atto, stabilendo che in caso di visto infedele, l’ufficio competente a sanzionare è la direzione regionale del domicilio fiscale del professionista, non l’ufficio locale del contribuente. L’atto è stato quindi ritenuto illegittimo per incompetenza territoriale.

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Onere della prova accertamento: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 3205/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un contribuente contro un accertamento fiscale basato su versamenti bancari non giustificati. Il caso ribadisce un principio fondamentale: nell’ambito dell’onere della prova per un accertamento, una volta che l’Amministrazione Finanziaria contesta accrediti su un conto corrente, spetta al contribuente dimostrare in modo analitico e specifico che tali somme non costituiscono reddito imponibile. La Corte ha ritenuto le prove fornite dal ricorrente generiche e insufficienti, confermando le decisioni dei precedenti gradi di giudizio.

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Sanzione definitiva: quando si applica il favor rei?

La Corte di Cassazione chiarisce che il principio del “favor rei”, ovvero l’applicazione della legge più favorevole al trasgressore, non opera se la sanzione è già divenuta definitiva. In un caso riguardante il tardivo versamento di un’accisa, una società si era vista ridurre la sanzione in appello grazie a una nuova legge più mite. La Suprema Corte ha annullato tale decisione, stabilendo che, poiché un precedente giudizio aveva già reso la sanzione definitiva, questa non poteva più essere modificata, anche in presenza di una normativa successiva più vantaggiosa.

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Deduzione IRAP: onere della prova per public utility

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3466/2025, ha chiarito i requisiti per la deduzione IRAP in capo a imprese che svolgono sia attività regolate (come le ‘public utility’) sia attività liberalizzate. La Corte ha stabilito che l’onere della prova per ottenere il beneficio fiscale spetta interamente al contribuente, che deve dimostrare in modo analitico e specifico l’impiego di ciascun dipendente nelle attività non regolate. Non è sufficiente una ripartizione forfettaria del personale. Di conseguenza, è stata cassata la sentenza di merito che aveva concesso la deduzione IRAP a una società di gestione aeroportuale senza tale prova rigorosa.

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Definizione agevolata e rinvio causa: la Cassazione

Una società di costruzioni impugnava avvisi di accertamento ICI emessi da un Comune. In pendenza del ricorso in Cassazione, la società aderiva alla definizione agevolata per una delle annualità contestate. A causa di orientamenti giurisprudenziali contrastanti sugli effetti procedurali di tale adesione, la Corte ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, in attesa di una decisione che risolva il conflitto interpretativo.

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Responsabilità del liquidatore e debiti fiscali

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito che la responsabilità del liquidatore per i debiti fiscali di una società sussiste anche se l’accertamento fiscale avviene dopo la cancellazione della società dal registro delle imprese. Il caso riguardava una complessa operazione di ristrutturazione debitoria considerata elusiva dall’Agenzia delle Entrate. La Corte ha chiarito che la responsabilità del liquidatore è di natura civile e non richiede la preventiva notifica dell’atto impositivo alla società estinta, ma solo la notifica al liquidatore stesso entro i termini di decadenza.

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TOSAP cavalcavia: Cassazione conferma il pagamento

Una società di gestione autostradale ha impugnato una richiesta di pagamento della TOSAP per i suoi cavalcavia su strade comunali, sostenendo di essere esente in quanto concessionaria statale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la TOSAP per cavalcavia è dovuta. La società, essendo un’entità privata che opera a scopo di lucro, è l’occupante di fatto e non può beneficiare dell’esenzione riservata allo Stato, anche se svolge un servizio pubblico. La proprietà comunale dello spazio aereo occupato non è mai venuta meno.

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Esenzione IMU alloggi sociali: la Cassazione decide

Un’azienda di edilizia residenziale pubblica ha richiesto l’esenzione IMU per i suoi immobili, equiparandoli ad alloggi sociali. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l’esenzione IMU alloggi sociali non è automatica. L’ordinanza chiarisce che il canone di locazione, seppur ridotto, non è “simbolico” quando è destinato a coprire i costi di gestione e manutenzione. Tale caratteristica qualifica l’attività come economica, escludendola dal beneficio fiscale della piena esenzione e ammettendo solo una detrazione.

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