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Giurisprudenza Tributaria

Canoni non riscossi: quando si pagano le tasse?
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento per canoni non riscossi da una locazione non abitativa, sostenendo la risoluzione del contratto per inadempimento dell'inquilino. La Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che il reddito va dichiarato fino alla risoluzione formale del contratto e condannando il ricorrente per abuso del processo.
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Credito IVA omessa dichiarazione: sì alla detrazione
Una società si è vista negare un credito IVA a causa della mancata presentazione della dichiarazione annuale. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che il diritto sostanziale alla detrazione del credito IVA prevale sulla mera omissione formale, a condizione che l'esistenza del credito sia provata e che venga esercitato entro il termine biennale. Pertanto, il recupero del credito IVA in caso di omessa dichiarazione è stato ritenuto legittimo.
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Esenzione IVA fisioterapista: la Cassazione decide
Un fisioterapista si è visto negare l'esenzione IVA in quanto non iscritto a un albo professionale. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo un principio fondamentale: per l'esenzione IVA fisioterapista è sufficiente il possesso di un valido titolo abilitante che certifichi la competenza professionale. L'iscrizione a un albo, secondo la Corte, non è un requisito necessario per beneficiare dell'agevolazione fiscale prevista per le prestazioni sanitarie.
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Redditometro: niente contraddittorio per il 2007
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5659/2024, ha respinto il ricorso di una contribuente contro un avviso di accertamento basato sul redditometro per l'anno 2007. La Corte ha chiarito che l'obbligo di contraddittorio preventivo, introdotto nel 2010, non ha efficacia retroattiva e non si applica ai periodi d'imposta precedenti al 2009. È stato inoltre ribadito che per vincere la presunzione del redditometro, il contribuente deve fornire prova rigorosa della provenienza non imponibile delle somme utilizzate.
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Principio di corrispondenza: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di una commissione tributaria regionale che aveva accolto l'appello di un imprenditore contro un accertamento fiscale. La commissione aveva basato la sua decisione sulla congruità dei ricavi agli studi di settore, un'eccezione mai sollevata dal contribuente. La Cassazione ha ravvisato una violazione del principio di corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato, stabilendo che il giudice non può decidere su questioni che devono essere sollevate esclusivamente dalla parte. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Prescrizione debiti fiscali: la Cassazione chiarisce
Un contribuente ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo la prescrizione di un debito fiscale e l'illegittima rappresentanza in giudizio dell'Agente della Riscossione. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando la validità della rappresentanza tramite avvocati esterni nelle liti tributarie. In merito alla prescrizione dei debiti fiscali, ha stabilito che per i tributi erariali, resi definitivi da un atto amministrativo e non da una sentenza, si applica il termine ordinario di dieci anni e non quello breve di cinque, non potendosi considerare prestazioni periodiche.
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Imposta unica scommesse: legittima per bookmaker esteri
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5675/2024, ha rigettato il ricorso di un bookmaker estero contro l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, confermando la piena legittimità dell'applicazione dell'imposta unica sulle scommesse. La Corte ha stabilito che la normativa italiana non è discriminatoria né contraria al diritto UE, e ha riaffermato la responsabilità solidale tra il bookmaker estero e il Centro Trasmissione Dati (CTD) locale per il pagamento del tributo relativo all'anno 2013.
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Confisca doganale: rinvio alle Sezioni Unite
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione su un caso di confisca doganale. La questione centrale riguarda la compatibilità della confisca obbligatoria prevista dalla legge italiana con il principio di proporzionalità del diritto dell'Unione Europea. Poiché tale questione è già pendente di fronte alle Sezioni Unite, la Corte ha deciso di rinviare il caso in attesa di una pronuncia nomofilattica che fornisca un indirizzo interpretativo uniforme.
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Accertamento sintetico: quando il ricorso è inammissibile
Una contribuente, erede del consorte, ha impugnato un avviso di accertamento basato sul cosiddetto "accertamento sintetico" (redditometro), fondato sulla disponibilità di beni di lusso. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che le contestazioni relative alla valutazione dei fatti e delle prove sono di competenza esclusiva dei giudici di merito e non possono essere riproposte in sede di legittimità. La ricorrente è stata inoltre condannata per lite temeraria.
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Notifica cartella esattoriale: quando è nulla?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5636/2024, chiarisce importanti aspetti sulla validità della notifica della cartella esattoriale. La Corte ha stabilito che la notifica è nulla se, in caso di irreperibilità relativa del destinatario, la comunicazione di avvenuto deposito (CAD) riporta la dicitura 'sconosciuto'. Al contrario, ha confermato che la notifica via PEC non richiede la firma digitale e che l'uso di un indirizzo non ufficiale ma chiaramente riconducibile al mittente è valido. La richiesta di definizione agevolata della società è stata respinta.
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Definizione agevolata: come estingue il processo
Una società operante nel settore dei pallets, accusata di coinvolgimento in frodi IVA per diverse annualità, ha visto il suo ricorso in Cassazione dichiarato estinto. La Corte ha preso atto della definizione agevolata della controversia, richiesta da entrambe le parti ai sensi del D.L. 119/2018. Questa procedura ha portato alla cessazione della materia del contendere, con la particolarità che le spese legali restano a carico della parte che le ha anticipate, senza condanna al pagamento del doppio del contributo unificato.
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Errore di fatto: quando è inammissibile la revocazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5630/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione basato su un presunto errore di fatto. Il ricorrente sosteneva che la Corte non avesse esaminato una parte del suo motivo di ricorso originario. I giudici hanno chiarito che l'omessa menzione di un'argomentazione non integra un errore di fatto, bensì rientra nell'attività di valutazione del giudice, la quale non è sindacabile tramite questo rimedio straordinario. Il caso evidenzia la netta distinzione tra una svista percettiva e un errore di giudizio.
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Operazioni inesistenti: onere della prova per l’Agenzia
In un caso di presunte operazioni inesistenti, la Corte di Cassazione, prima di pronunciarsi sui motivi di ricorso dell'Agenzia delle Entrate relativi all'onere della prova, ha disposto un rinvio per accertare se il debito tributario sia stato estinto tramite un'adesione agevolata. L'Agenzia lamentava la superficialità con cui i giudici di merito avevano respinto le prove fornite a sostegno della non deducibilità dei costi e della detrazione IVA.
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Cartella di pagamento: non è atto esecutivo sospeso
La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica di una cartella di pagamento non rientra tra le procedure esecutive sospese in caso di sequestro di beni ai sensi della normativa antimafia. L'ordinanza chiarisce che la cartella di pagamento è un atto preliminare, con la duplice funzione di notifica del titolo e di intimazione al pagamento (precetto), ma non costituisce l'inizio dell'esecuzione forzata, che si avvia solo con il pignoramento. Pertanto, l'agente della riscossione può legittimamente notificare la cartella anche in presenza di un sequestro sui beni del contribuente.
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Divisione con conguaglio: tassazione immediata
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5632/2024, ha stabilito che una sentenza di divisione immobiliare che prevede il pagamento di una somma di denaro a titolo di conguaglio deve essere tassata immediatamente. La Corte ha chiarito che il pagamento del conguaglio non è una condizione sospensiva che posticipa l'efficacia del trasferimento di proprietà. Al contrario, l'obbligo di pagamento è un effetto legale secondario della divisione, finalizzato a perequare le quote. Pertanto, l'atto di divisione produce i suoi effetti traslativi fin da subito e l'imposta di registro proporzionale è dovuta immediatamente.
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Operazioni inesistenti: la Cassazione sul reverse charge
La Cassazione ha confermato l'indetraibilità dell'IVA per operazioni soggettivamente inesistenti. Non basta provare che il fornitore 'esterovestito' ha sede in Italia; è necessario dimostrare che sia il soggetto reale dell'operazione. La consapevolezza della frode da parte dell'acquirente esclude il diritto alla detrazione.
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Errore di cancelleria: la Cassazione e la revocazione
La Corte di Cassazione ha accolto un ricorso per revocazione, riconoscendo che un errore di cancelleria, consistito nell'inserimento di un atto in un fascicolo sbagliato, costituisce un errore di fatto revocabile. Nonostante l'accoglimento della revocazione, la Corte ha poi rigettato il ricorso originario nel merito, confermando che la nuova rendita catastale, richiesta dal contribuente tramite procedura DOCFA, ha efficacia dalla data della richiesta e non dalla successiva notifica dell'atto di attribuzione.
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Accertamento tributario: la Cassazione e gli studi di settore
Un contribuente ha impugnato un accertamento tributario fondato sugli studi di settore. La Commissione Tributaria Regionale aveva ridotto equitativamente il reddito accertato. La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha rigettato il ricorso del contribuente, chiarendo la natura del processo tributario come giudizio di "impugnazione-merito". La Corte ha sottolineato che il giudice ha il potere di rideterminare la pretesa fiscale e che il contribuente deve fornire prove concrete per contestare l'accertamento, non essendo sufficienti giustificazioni generiche.
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Tassazione redditi estero: la residenza fiscale vince
Un contribuente, pur lavorando in Kazakhstan per più di 183 giorni e pagando lì le imposte, è stato ritenuto fiscalmente residente in Italia e soggetto a tassazione anche nel nostro Paese. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5595/2024, ha chiarito che ai fini della tassazione dei redditi estero, la permanenza fisica non è l'unico criterio. Se il centro degli interessi vitali (famiglia, patrimonio) rimane in Italia, si configura la residenza fiscale italiana e una tassazione concorrente, mitigata dal meccanismo del credito d'imposta per le tasse già versate all'estero.
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Buona fede IVA: quando l’azienda non è responsabile
Una società è stata accusata dall'Agenzia Fiscale di aver partecipato a una frode IVA tramite operazioni in reverse charge con un partner estero. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Agenzia, stabilendo che l'onere di provare la malafede del contribuente spetta all'Amministrazione Finanziaria. Se l'azienda dimostra di aver agito con la dovuta diligenza e in buona fede IVA, non può essere ritenuta responsabile della frode commessa da altri soggetti nella catena di fornitura.
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